Di Renzo sulla Sea: “Procedura giuridicamente inattaccabile e svolta alla luce del sole”

Nel ricco menù del consiglio comunale di Campobasso di lunedì 18 giugno , in sede di dibattito non poteva non spiccare la discussione sulla mozione incentrata sulla S.E.A. e sull’acquisto dell’immobile per la nuova sede della società nella quale l’Amministrazione comunale riveste un ruolo di socio di maggioranza espresso, però, particolare non di poco conto, attraverso la nomina di un CdA.

A tal proposito, preciso e dettagliato è stato l’intervento del consigliere comunale di maggioranza Antonio Di Renzo che ha smontato giuridicamente la posizione presentata nella mozione firmata dal Movimento 5 Stelle, sottolineando, come era già stato fatto da lui stesso in passato, come la S.E.A. sia a tutti gli effetti una società che seppur partecipata dall’Amministrazione comunale, ha proprie autonome facoltà di decisione in merito ad azioni di questo genere con un proprio CdA e dei propri organi direttivi interni, capaci di scegliere e ovviamente valutare legalmente e anche giuridicamente la fattibilità di un’operazione come quella dell’acquisto di una nuova sede.

“L’Amministrazione comunale all’interno della S.E.A. è sì il socio di maggioranza e individua un proprio indirizzo politico attraverso la nomina di un CdA, ma questo poi opera autonomamente perseguendo gli obiettivi prefissati con il socio che, fra le altre cose, hanno portato nell’ultimo bilancio a un considerevole utile finale – ha precisato Di Renzo – ma detto questo, dal punto di vista del diritto, la S.E.A. non deve attendere per le sue decisioni alcun atto da parte del socio (Comune di Campobasso), ricorrere alla Corte dei Conti per una decisione come quella dell’acquisto di un immobile per la sede sociale compiuta da una società che pur essendo parallela all’esercizio amministrativo rappresenta un’entità giuridica completamente diversa, non ha alcun valore.
La giurisprudenza costante ci conforta in un caso come questo, che a ben vedere caso neanche è, e attesta come il portare all’attenzione della Corte dei Conti un’operazione come quella dell’acquisto di un immobile di una società partecipata dal Comune ma di diritto privato, non ha nessuna validità e quindi nessun presupposto giuridico, in oltre, in quelle che sono state le procedure messe in atto, non vi sono state violazioni da poter perseguire in quella o in altre sedi.
Se la mozione presentata in consiglio lunedì non è passata è perché è stato chiaro che i presupposti giuridici per un’azione come quella richiesta nella mozione fossero lacunosi e anche il richiedere un parere preventivo a un organo terzo poteva rappresentare un inutile e farraginoso iter amministrativo; non dimentichiamoci, infatti, che allungando i tempi la S.E.A. continuerebbe a pagare una cospicua somma per il fitto di una sede provvisoria”.

Ma il consigliere Di Renzo non ha fatto mancare il suo intervento anche in relazione alla discussione sulla chiusura oramai da definire come perpetua della biblioteca Albino.
“È chiaro che le vicende legate alla riapertura di una biblioteca che racchiude e conserva un patrimonio storico e archivistico considerevole non solo per i nostri confini regionali è oramai da tempo, da quasi due anni, in mano ad altre istituzioni alle quali la nostra Amministrazione in modo compatto, con in testa il sindaco Battista, ha più volte chiesto conto della questione, ma a questo punto invito quelle stesse forze politiche che hanno presentato la mozione sulla quale tutti ci siamo espressi favorevolmente e che hanno propri rappresentanti in quel di Roma, a chiedere loro di porre la dovuta attenzione sulla soluzione di questo problema per portarlo all’ordine del giorno degli imminenti impegni da compiere a favore del nostro territorio”.

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