#corpedelascunzulatavecchia/Il Presidente Toma, il portiere e la sanità. Ovvero: togliete il portiere e mettete il citofono

In quel tempo, più o meno anni Cinquanta, nei palazzi signorili, soprattutto delle grandi città, esisteva la figura del portiere.

Il portiere era un dipendente del condominio, quindi di tutti i condomini, ed era a disposizione di tutti i condomini.

Il portiere era quello che ti risolveva il problema di ritirare il pacco, ma anche la raccomandata quando tu eri fuori e di far da “guardiano” sulla quiete del palazzo. Alle volte, sicuramente anche complice di cose che se si fossero venute a sapere avrebbero creato scompiglio profondo nele famiglie.

Il cinema ha celebrato decine di portieri ne ricorderò solo due: Totò nel “La banda degli onesti” ma anche don Armando, portiere titolare del condominio del Prof. Bellavista, in “Così parlò Bellavista”, e don Ferdinando, vice portiere di don Armando definito dal prof. Bellavista una “figura mitologica, metà uomo e metà sedia, visto che sta sempre seduto”.

I portieri nel corso degli anni sono stati i guardiani del palazzo, ma anche i confidenti ed i complici dei condomini. Hanno vissuto nell’alloggio del portiere, di solito a piano terra affianco all’ingresso principale. Poi, negli anni Settanta, in seguito all’austerity ed all’inflazione, i portieri furono man mano licenziati e furono messi i citofoni anche nei palazzi signorili. Negli altri palazzi già c’erano dal momento che non potevano permettersi il portiere in quanto palazzi popolari. A proposito della sostituzione del portiere con il citofono, in quegli anni era uso sfottere il portiere che non avesse fatto un’eccezionale prestazione per la sua squadra urlandogli: “… togliete il portiere, mettete il citofono!” per dire al portiere che era inutile la sua persona. Non serviva ad un … bel niente!

Spero di averti fatto sorridere, oh tu incauto amico mio che stai leggendo quello che scrivo. Sei amico mio anche se non ci conosciamo, a me fa piacere quando gli altri leggono.

Finita la parte “storica” o ludica dello scritto passiamo a quella politica.

In questi giorni è uscito dal cilindro di non si sa quale mago, o meglio si sa, ma nessuno ne parla, il nuovo P.O.S. (Piano Operativo Sanitario), una sorta di legenda, con due “g” sarebbe stato meglio, con la quale ci spiegano come, dove e quando ci possiamo ammalare o sentirci male, ma anche nascere o morire.

Iniziamo con il dire che a Termoli non si può nascere. Hanno tolto il punto nascita avendo, il punto nascita, “partorito” meno di cinquecento bambini. Non dato sapere, ma si sa, se sono stati i termolesi ed i basso molisani in genere ad indugiare di meno nel rito di accoppiamento degli umani, oppure le partorienti del basso Molise hanno preferito partorire fuori dai confini della loro regione. Non si potrà mai sapere, sono dati secretati e non è possibile chiedere ai comuni quanti bambini sono stati registrati come “portati dalla cicogna”. Per solidarietà con la chiusura del punto nascita a Termoli, sono venuti meno i pediatri nel Molise. Se non nascono più bambini che ci dobbiamo fare con i pediatri?

Andiamo avanti. Se a Termoli non nasceranno più bambini ad Isernia non ci saranno più problemi cardiaci, visto che hanno tolto l’emodinamica, quindi se ti si “attura” un’arteria devi sperare in Mario, il mio amico tubista/idraulico, ma non nel S.S.N. che però è diventato regionale e si chiama ASREM.

Riallacciandomi al discorso dei pediatri che mancano, bisogna dare atto all’ASREM di aver indetto concorsi per l’assunzione di varie figura di medici. Concorsi tutti quanti andati sistematicamente deserti. DESERTI per mancanza di domande di partecipazione non perché le commissioni avessero bocciato i concorrenti. Deserto il concorso però trovano dei pediatri disposti a venire in Molise con contratti a termine con una retribuzione da 70 euro l’ora che dovrebbe essere più o meno quella di un medico assunto. Facciamo a capirci: contratto a tempo indeterminato no, ma a tariffa oraria si. Quando lo capirò giuro che lo scriverò.

Andiamo avanti e parliamo un attimo di ictus. “Tanto gentile e tanto onesta pare ….” Nessuna donna ma la figura del presidente della Giunta Regionale quando parlava nei mesi o anni scorsi di far partire la stroke unit al Cardarelli di Campobasso utilizzando macchinari che, per la modica somma di cinque milioni di euro, erano stati acquistati ai tempi della presidenza di Michele Iorio e messi “a pizzo”. Le stroke unit non sono partite, spero non perché dopo tanto tempo di non utilizzo della macchine i sanitari non fossero vaccinati con l’antitetanica, la rete dell’ictus è stata rimandata ai privati che però, in Molise, non possono intervenire d’urgenza visto che nessuna struttura privata in Molise ha il pronto soccorso. C’ema murì!

Altre “amenità” di questo Piano Operativo Sanitario le approfondirò successivamente, per adesso quello che è saltato agli occhi: chiusura del centro nascite di Termoli, cancellazione di emodinamica ad Isernia, eliminazione regionale rete ictus mi sembra che sia tutto quello che era stato previsto dal/dai commissari romani della sanità in Molise.

Io vengo dalla campagna, quindi le cose non le capisco al volo e non riesco a leggere tra le righe. Per me tra le righe c’è solo lo spazio bianco, null’altro.

Qui, nel Molise e nella sanità, si sta facendo di tutto, da Roma, per far chiudere tutta l’assistenza sanitaria in Molise per i Molisani sia che avessimo il commissario Giustini, di nomina ministeriale, sia con il commissario Toma, anch’egli di nomina ministeriale ma molisano e presidente della Giunta Regionale del Molise, non della Toscana.

O devo aver capito male io, oppure il Commissario alla sanità del Molise, nella figura del Presidente Toma, sta applicando pedissequamente le disposizioni del Ministero, non facendo nulla per trattare, non facendo nulla per sollevare la SUA regione, Sua non di proprietà, ma di appartenenza geografica, politica e di sentimento e degli abitanti del Molise. Un’appartenenza che non sta dimostrando di avere, dopo aver fatto di tutto per essere nominato commissario alla sanità, ma sta applicando alla lettera le disposizioni del Ministero. Un dubbio sorge spontaneo: non è che abbia brigato tanto per essere nominato commissario alla sanità per cercare una testa di ponte per la sua rielezione utilizzando la sanità? A questo è solo un dubbio fugato dal fatto che in Molise, nonostante i numerosi concorsi indetti, nessun medico vuole venire a lavorare.

Voglio tornare un attimo ad un “concetto sportivo” che ho scritto all’inizio: “… togliete il portiere, mettete il citofono!”

Sperando che non mi torni qualcosa di emodinamico come 11 anni fa, vi saluto cordialmente augurando buona giornata a tutte le persone che mi vogliono bene, ed anche a quelle che non me ne vogliono. Ignazio la Russa dixit al momento della sua elezione a Presidente del Senato.

Statevi arrivederci e complimenti alle ragazze della pallavolo che hanno vinto il bronzo ai mondiali.

Togliete il portiere, mettete il citofono!

Franco di Biase

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