#corpedelascunzulatavecchia/”Dai, giochiamo a fare finta”, dicevamo da bambini

Con la “calandrella” (canicola) che “mena” in questi giorni la notte si dorme poco e male e la mattina, alle volte, ci si sente più stanchi della sera. La solita storia: aspettiamo il freddo per cui abbiamo appena finito di lamentarci, ma andiamo avanti.

In queste notti mezze insonni mi è capitato di fare un sogno: partecipavo ad una festa.
Una semplice festa mi è sembrata tra amici, niente di particolare. La curiosità è stata tanta che ho messo mano alla “smorfia”, messo rigorosamente tra virgolette, visto che cercato su Google.

Ebbene, come direbbero i dotti e le persone colte, quindi non io, ebbene, comunque lo dico, ho letto che: “…Il 20 è dunque il numero su cui puntare qualora il sogno metta in scena una festa. Un sogno di questo tipo è da intendersi come episodio tanto inatteso quanto desiderato, che permette di allontanarsi da quella che è la quotidianità e consente di liberare quelli che sono i propri desideri.”

Nella mia famiglia sono passati gli anni delle feste di compleanno delle, allora, bambine, ed oramai ci si ricorda dei compleanni solo nelle ricorrenze “tonde”, ma giusto per gli auguri. Quindi non ho saputo trovare una correlazione con la mia vita reale.

Passato questo momento di “festa”, seppur onirica, sono tornato sulle nostre cose quotidiane degne pur sempre di essere vissute. Non tutti possiamo vincere il superenalotto, ma almeno giocatevi la schedina, non tutti possiamo fare i consiglieri regionali. Alcuni di noi, me in testa, nemmeno se si candidassero. C’è pur sempre bisogno di raccogliere voti, e sulla raccolta dei voti ho una mia ferma idea: mai promettere cose che non si possono mantenere.

Nella vita come innpolitica. Cosa c’entra la commistione tra politica ed il mio sogno? Il 20 è stato il numero venti che i ha trascinato dal mio sogno alla politica. Ho sentito in questi giorni (il 29 giugno ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo) che in Consiglio Regionale non è stata approvata la diminuzione degli stipendi dei consiglieri, degli assessori, del
Presidente della Giunta e del Presidente del Consiglio, ma anche delle guardie giurate e dei commessi che gravitano nell’orbita dell’aula consiliare di palazzo D’Aimmo.

No, scusate, mi dicono dalla “regia” che le ultime due categorie sarebbero state escluse e meno male visto che non hanno uno stipendio da direttore megagalattico di fantozziana memoria.

Bene, andiamo avanti: la riduzione è stata proposta e presentata in aula della consigliera
Romagnuolo, di Fratelli D’Italia (seppure eletta con la Lega) e del collega di partito Michele Iorio (seppur eletto con la lista Iorio per il Molise). Queste precisazioni sembrano superflue ma in Consiglio Regionale sulla porta dove lavorano i due consiglieri non può esserci il logo di Fratelli d’Italia, ma quello dei partiti dove sono stati eletti.Pallante, eletto con Fratelli d’Italia, ed assessore della giunta Toma, non c’entra.

Dunque volendo cercare notizie ho digitato su Google “20% consiglio regionale Molise”, sono riuscito a trovare la notizia, l’ho letta, ma già sapevo che era stata bocciata in aula, anzi lo sapevo, quantomeno lo avevo immaginato, da prima che la legge fosse presentata. Non ho poteri divinatori ma come ebbe a dire Albert Einstein: “L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topi”.

Ed infatti in consiglio regionale il “ribasso delle prebende consiliari non è passato, con somma soddisfazione di tutti i consiglieri regionali che non hanno dormito la notte facendo conti su conti se la proposta sarebbe passata o meno? Manco a pensarlo: lo sapevano sin dall’inizio. Tutto a posto e tutto come prima, con la differenza che ci potrà essere un consigliere regionale che potrà dire: “io l’avevo proposto, è stato il consiglio che non l’ha votato”.In questo caso, ma solo in questa caso, mi permetto di suggerire la possibilità ai AUTO decurtarsi la prebenda mensile del 20% e di appostare tale somma su di un conto corrente a disposizione dei molisani che hanno sentito e subito la crisi pandemica in maniera pesante da un punto di vista economico, oltre che magari fisico.

Mi ero dimenticato di scrivere che nella ricerca su Google “20 % consiglio regionale” era comparsa anche un’altra proposta, sempre della consigliera Romagnuolo, sempre bocciata dal Consiglio, proposta che prevedeva la diminuzione del 20% del bollo auto. Questo VENTI riorre troppo spesso, questo venti cosa vorrà significare? Niente di che.

Nella cabala simboleggia la festa. Ed a proposito di festa mi è torna in mente una canzone del giovanissimo Jovanotti dal titolo simpatico:“E’ qui la festa?”. Caro Lorenzo Cherubini credo di si! La festa è qui dove ogni mese si riscuotono tredicimila euro procapite e cadauno senza pensare seriamente al Molise, visti i risultati. Solo parole e chiacchiere. E questo mi rende ancora più nervoso perché, come diceva mia nonna. “la chiacchiera è arta leggia!”

Statevi arrivederci con affetto e stima a voi che leggete, anche se appartenete al circolo magico.
Franco di Biase

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