di Massimo Dalla Torre
Nonostante mancano ancora due settimane alla santa Pasqua e ai relativi riti legati alla resurrezione del Salvatore del mondo, Campobasso è già isubbuglio, perché anche quest’anno la tradizione non potrà essere rispettata causa non solo un cavillo che affonda le radici nel lontano 1804 0 1805.
Cavillo legato all’editto di Saint Cloud che, il corso per antonomasia ossia Napoleone firmò e introdusse con conseguente abolizione dei diritti che aveva la chiesa sui luoghi di culto che, di fatto passarono di competenza alle autorità civili, il che causò una ennesima frattura con il potere ecclesiastico, ma anche perché si dovrà procedere ad un ulteriore restauro dei cornicioni che di fatto impediscono l’accesso al luogo di culto. Di tempo ne è passato ma del ripristino dello status primario pare, usiamo il dubitativo, non si ha traccia, tant’è che la chiesa di Santa Maria della croce, rimane tale di conseguenza le tradizioni pre pasquali, a quanto è dato sapere, saranno tenute nella cattedrale luogo di scontro per anni tra chi gestiva la curia ora non più, i fedeli e la stampa, non tutta fortunatamente, che fu messa al bando
a dimostrazione che il titolo di Papa re era, non vogliamo credere sia ancora, in auge.
Notizia che, da qualche giorno ha agitato nuovamente le acque, degli abitanti del centro storico murattiano e di chi è affezionato alla chiesa
Campobassana restaurata con cura e riconsegnato alla città dopo anni di lavoro. Chiesa da cui prendeva, usiamo il passato, il via tutto quello che rappresentava e rappresenta la fede che trovava e trova tutt’ora la possibilità di colloquio con chi non inneggiava e inneggia scontro né fisico né tanto meno verbale. Su come sarà l’epilogo della vexata quaestio non siamo in grado di mettere la parola fine, anche perché allo stato dei fatti si attendono decisioni in materia il che potrebbe, ne siamo più che sicuri, causare ulteriori problemi che, in questo momento alquanto delicato della vita cittadina, non trovano alcuna giustificazione.
In molti, hanno chiesto un intervento deciso da parte nostra, e lo facciamo volentieri, ma siccome siamo alle battute iniziali, anche se il tempo stringe, teniamo alta la guardia, ma soprattutto aspettiamo l’evolversi degli avvenimenti, sicuri che la volontà dell’Imperatore dei Francesi e, non solo, venga cancellata tanto da poter riascoltare in Santa Maria della croce sia lo zuchetà zu, sia il teco vorrei o signore, inno che contraddistingue la fede dei Campobassani in occasione del venerdì santo…