Campobasso/ Sicurezza nelle scuole, ancora non ci siamo

Sicurezza nelle scuole: il problema di cui tutti parlano, ma che, almeno a Campobasso, poi resta immutato negli anni. E’ definita da tutti gli amministratori la priorità: ‘big Gino’ la definì addirittura la priorità ‘assoluta’, quasi esclusiva; a dispetto di un impegno che pure c’è stato anche se non sufficiente, si può dire che alla fine del suo quinquennio di governo la situazione sia a malapena migliorata. Non vogliamo sminuire poi la volontà del suo successore, Antonio Battista, che ha rivendicato questa priorità, sciorinato dati e numeri alti; ma anche in questo caso alla vista ( e anche di fatto) nei cinque anni di mandato, plessi nuovi non sono stati realizzati, tranne due in formato ‘mini’, in via Berlinguer e a ridosso della ‘Colozza’. E così è stato per i sindaci precedenti e seguenti. Allora perché nel capoluogo di regione passano gli anni, s’impegnano Piani multi milionari e poi il risultato di tanto lavoro non porta a nuove e sicure costruzioni? Servono piccoli cenni storici. L’Amministrazione comunale di Campobasso, a guida PD, annunciò il Piano da 14 milioni di euro (che poi per l’edilizia scolastica di un capoluogo di regione non è una cifra astronomica). Era già il ‘recupero’ di una vecchia scheda tecnica di finanziamenti disponibili a favore del Comune. Il riparto dei fondi proveniva da risorse FSC 2000/2006 dell’Accordo di programma tra Regione e Comune, relativo al noto piano “Sistema scuole sicure, città, mobilità cittadina” del 07 novembre 2011.

Nel tempo la scheda è stata rimodulata. Il ‘cuore’ era il progetto di Via Crispi; ma figurava anche il plesso scolastico da realizzare con i finanziamenti della vendita delle ex-elementari di Via Kennedy e del capannone di Via D’Amato (che dopo tanti anni ancora non ci sono state) Si è mossa invece l’ipotesi-Mascione e sono stati trasferiti studenti nel palazzone della cosiddetta ‘Casa dello studente’ in zona di San Giovannello e poco altro. Per il resto sporadici interventi per la sicurezza ‘a macchia di leopardo’ con rattoppi vari. Nel mentre sono state chiuse la già citata scuola di Via Kennedy, scuole al Cep, a ridosso di Via D’Amato e la ‘storica’ sede della D’Ovidio.

La situazione stride con una realtà diversa che è quella di tanti centri di piccole dimensioni dove sono stati realizzati plessi scolastici moderni, ampi, luminosi e con tutte le nuove tecnologie antisismiche; è un risultato buono e da sottoscrivere ma che in alcuni casi (pochi per fortuna) contrasta con un numero di studenti sicuramente insufficiente a riempire le aule. Contemporaneamente a Campobasso diecimila ed oltre studenti sono presenti nelle scuole, molte delle quali insicure e comunque non completamente a norma. Non si vuole con questo alimentare la guerra tra poveri e il paragone serve solo per dire che c’è una situazione ed un’emergenza che, a differenza di quanto avvenuto altrove, dalle nostre parti sembra non trovare soluzione, per difficoltà, o per carenza nella programmazione e in parte per mancanza di volontà.

Torneremo sull’argomento con maggior dovizia di particolari

Stefano Manocchio

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