Bregantini: messaggio alla città in occasione della processione del Venerdì santo 2022

Carissimi fratelli e sorelle, il Signore quest’anno ci ha fatto dono di una religiosità di nuovo vivace, in tutte le sue espressioni popolari più nobili e più belle. Questa ordinata processione del Venerdì santo, tanto attesa dalla nostra città, ci ha rimesso in cammino. La paura è superata. Le tensioni si sono sciolte. Benediciamo il Signore. Come Vescovo di questo amato popolo sento che è stata di certo la vostra preghi e ra intensa e carica di dolore degli anni 2020 e 2021 che, giunta al cielo, ha ottenuto questa grazia. Grazie a tutti voi, allora, per la vostra fede intensa e la vostra preghiera fiduciosa.

Il silenzio di questi due anni ci ha però purificato. Ci ha fatto bene, perché ci ha permesso di capire meglio che tutto è suo dono. Che nulla è scontato, che le cose belle vanno meritate. Il dire grazie, allora, si fa scuola di vita. Mai credere di poter fare le cose perché ovvie, ripetitive o pesanti. Ci resti nel cuore la gioia di benedire, di sentirci nuovi ogni mattina, di scorgere nei fatti della vita la sua inedita presenza. Dio non fa mai le cose a fotocopia. E nessuno di noi è fotocopia dell’altro. Anche se è vero che talvolta succede che noi, creati come creature originali, finiamo poi per essere una sbiadita fotocopia, come ci ammoniva il giovanissimo beato, Carlo Acutis, morto santamente per un tumore a soli 15 anni compiuti.

Sullo sfondo della nostra storia attuale, però, vi è ancora un evento di morte, che crea un clima di notte profonda e triste. Parlo della guerra, quella inutile strage, che avvolge l’Ucraina e che devasta il nostro mondo. Una guerra che non solo non sta finendo, ma corriamo il rischio gravissimo vederla allargata, in modo imprevisto. Tutti infatti chiedono armi, sempre più armi. Nessuno invoca le trattative. Le stesse sanzioni tolgono, di fatto, speranza per un soloido dialogo di pace, che risulta sempre più difficile. E’ una notte veramente buia, un vero mysterium iniquitatis che avvolge il mondo, che ha nel bacio del traditore Giuda il suo storico esempio di morte. Eppure, proprio qui, davanti a Maria , sentiamo che le speranza non possono essere chiuse.

Lei, madre del Dolore, lei Madre che sotto la Croce vive il suo giorno, oggi, più doloroso, Lei ci insegna a continuare a sperare . Ma dice anche che quella pace, invocata per la Russia, va prima costruita nel nostro cuore , nelle nostre case, realizzando relazioni nuove, intessute di fraternità e di fiducia reciproca. E’ infatti la fiducia reciproca che ci ha permesso di superare il covid , virulento all’inizio, ma poi saggiamente affrontato. Proprio per questa fiducia che abbiamo avuto nelle istituzioni, nella serietà delle persone che si sono subito vaccinate lo abbiamo superato, anche se non del tutto.

Grazie allora ai tanti medici, infermieri, sacerdoti, operatori del sociale, gente umile che ha tenuto aperto i negozi e grazie alle scuole, che pur con forme adattate, hanno continuato ad elargire il dono​

della sapienza. La nostra città, oggi, sente che proprio questo è il dono che ci fa Maria nel per il suo Figlio morto. Anche il famoso bellissimo canto, che ci caratterizza, il Teco vorrei, è tutto un inno musicale che inneggia alla solidarietà nel dolore. E come vorremmo tutti essere accanto al Cristo che muore e alla sua mamma Maria nel dolore, così impegniamoci ad essere vicini a tutti i nostri fratelli e sorelle che soffrono. Chiediamo a Lei di poter essere maggiormente solidali e vicini con i quartieri dimenticati di Campobasso, nelle periferie poco seguite dalle istituzioni, nelle scuole dove ci sono stati episodi, rari ma veri, di poca attenzione ai bambini più poveri, per sorreggere quelle aziende che sono costrette a chiudere per i costi insostenibili. Chiediamo una politica capace di esprimere progetti lungimiranti, superando le gelosie interne tra i vari partiti. La solidarietà di questo canto possa tingere i colori di quella efficace sinergia tra tutte le istituzioni, per cogliere l’opportunità provvidenziale di accedere, in pienezza e dignità, a tutte le occasioni di crescita sociale ed economica, offerte dal PNRR.

Affrontiamo, allora, il nostro futuro con grande speranza e rinnovato coraggio, per essere costruttori di pace e realizzatori di futuro. Così come le guerre non hanno mai creato futuro, altrettanto le frammentazioni reciproche hanno sempre amaramente frenato il nostro sviluppo sociale in questa bella terra del Molise. Ma in questo luogo sacro, carico di dolore, tutti noi rinnoviamo la nostra solidale attenzione al mondo delle nostre carceri della città. La preghiera a Maria del fratello detenuto sempre ci commuove. Ma nella sua ardente supplica diventa il grido di un mondo intero che chiede giustizia, di chi invoca la pace, di chi piange, di chi cerca rifugio dalle guerre nelle nostre contrade, che si sono subito dimostrate solidali e attente, in benedizione. Chiediamo ora, a ciascuno di voi, carissimi, un attimo di silenzio in preghiera ardente, ai piedi di Maria che è il volto di tutte le nostre mamme.

Un attimo di silenzio nel cuore, perché entri nel nostro animo la grazia di una conversione dal dominio, al servizio, dalla disgregazione alla collaborazione, dall’odio al perdono, dal buio alla luce, per poter costruire un mondo solidale e pacificato.

Perciò con san Francesco, anch’io, con voi, prego: “ Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto e ci doni Pace!”. Buona santa Pasqua a tutti. Amen.

+ p. Giancarlo Bregantini, vescovo

della sapienza. La nostra città, oggi, sente che proprio questo è il dono che ci fa Maria nel per il suo Figlio morto. Anche il famoso bellissimo canto, che ci caratterizza, il Teco vorrei, è tutto un inno musicale che inneggia alla solidarietà nel dolore. E come vorremmo tutti essere accanto al Cristo che muore e alla sua mamma Maria nel dolore, così impegniamoci ad essere vicini a tutti i nostri fratelli e sorelle che soffrono. Chiediamo a Lei di poter essere maggiormente solidali e vicini con i quartieri dimenticati di Campobasso, nelle periferie poco seguite dalle istituzioni, nelle scuole dove ci sono stati episodi, rari ma veri, di poca attenzione ai bambini più poveri, per sorreggere quelle aziende che sono costrette a chiudere per i costi insostenibili. Chiediamo una politica capace di esprimere progetti lungimiranti, superando le gelosie interne tra i vari partiti. La solidarietà di questo canto possa tingere i colori di quella efficace sinergia tra tutte le istituzioni, per cogliere l’opportunità provvidenziale di accedere, in pienezza e dignità, a tutte le occasioni di crescita sociale ed economica, offerte dal PNRR. Affrontiamo, allora, il nostro futuro con grande speranza e rinnovato coraggio, per essere costruttori di pace e realizzatori di futuro. Così come le guerre non hanno mai creato futuro, altrettanto le frammentazioni reciproche hanno sempre amaramente frenato il nostro sviluppo sociale in questa bella terra del Molise. Ma in questo luogo sacro, carico di dolore, tutti noi rinnoviamo la nostra solidale attenzione al mondo delle nostre carceri della città. La preghiera a Maria del fratello detenuto sempre ci commuove. Ma nella sua ardente supplica diventa il grido di un mondo intero che chiede giustizia, di chi invoca la pace, di chi piange, di chi cerca rifugio dalle guerre nelle nostre contrade, che si sono subito dimostrate solidali e attente, in benedizione. Chiediamo ora, a ciascuno di voi, carissimi, un attimo di silenzio in preghiera ardente, ai piedi di Maria che è il volto di tutte le nostre mamme. Un attimo di silenzio nel cuore, perché entri nel nostro animo la grazia di una conversione dal dominio, al servizio, dalla disgregazione alla collaborazione, dall’odio al perdono, dal buio alla luce, per poter costruire un mondo solidale e pacificato. Perciò con san Francesco, anch’io, con voi, prego: “ Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto e ci doni Pace!”. Buona santa Pasqua a tutti. Amen. Campobasso, venerdì santo, 15 aprile 2022. + p. Giancarlo Bregantini, vescovo

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