Un’escursione tra il canto di cicale e un suono celestiale

Il canto delle cicale, segno di un’Estate finalmente arrivata, ci ha accompagnati durante la lunga e piacevole escursione dell’Ecomuseo Itinerari Frentani da Montorio nei Frentani a Larino. I numerosissimi partecipanti, dopo aver fatto visita alla bottega del maestro mosaicista Andrea di Maulo che propone nel suo BeB una vacanza tra arte e natura, hanno iniziato il percorso immergendosi nei profumi della natura, nei racconti che vengono dalla tradizione e dalla storia di una bella terra ricca ma ancora poco valorizzata. Lungo il tragitto, a Montorio nei Frentani, è ancora visibile una vecchia neviera, in un paese che, nell’Ottocento, del freddo aveva fatto un ‘industria come si evince da un contratto del 1807 tra un certo Pasquale Russo e il Comune di Campomarino per la fornitura del ghiaccio “ dal 1° maggio a tutto il 15 d’Ottobre….”( 1). Il ghiaccio veniva utilizzato come mezzo di conservazione ma anche per preparare rinfrescanti consumazioni come i “ z’brette”, sorbetti, con un termine che deriva, probabilmente, dal turco “serbet” ovvero “bevanda fresca”. Camminare nel bosco, tra bellissime e maestose roverelle, ornielli, biancospini, prugnoli, ginestre, sanguinelli, alaterni, tra gli odori di essenze come l’origano è stato meraviglioso e rigenerante. Dei fichi, dolci e cretti, e una tisana di origano sono stati i protagonisti di una meritata pausa, interrotta solo dalla lettura di versi di Gabriele D’annunzio(2): “nericiglia, sorella di Siringa. L’ebbi sui miei ginocchi di silvano; e nella sua saliva amarulenta assaporai l’origano e la menta”. Lungo la vecchia provinciale 78, Appulo-Chietina, abbiamo ammirato la bellezza di un paesaggio straordinario, composto di un mosaico con tessere di Natura rappresentate dal querceto, da elementi di macchia mediterranea, dall’area umida del torrente Cigno, e quelle della cultura rurale con oliveti, campi di grano e girasole. Una valle ricca di storia, di cultura e impreziosita da importanti elementi naturalistici che meriterebbe una promozione degna di questo nome, ma dimenticata dalla politica cieca e senza idee, in primis la Provincia visto la situazione in cui tiene la strada provinciale 78.

Il torrente Cigno, uno dei più importanti affluenti del Biferno, è gemello dell’altro che invece sfocia nel Fortore: entrambi nascono in territorio di Bonefro a poche centinaia di metri l’uno dall’altro. Il loro nome deriva dall’italiano antico “ cignere”, ovvero attorniare, infatti insieme ai corsi d’acqua Biferno e Fortore, delimitavano un ampio territorio che raccoglie la maggior parte dei centri facenti parte della diocesi di Larino, insieme ai paesi di crinale che partono da Larino fino a Ripabottoni, divisi dalla diocesi confinante da un altro torrente, il Rio Maio.(3) Legato a questo termine sembrano derivare altri modi di dire dialettali. Ufficialmente “tenè a Cigne” per dire essere ubriachi è stato spiegato come essere allegro e dispettoso come il naturale carattere di una scimmia, quindi “ avere la scimmia in corpo”. Tuttavia alcuni anziani mi hanno narrato che una volta si viaggiava in asino e quando si era di ritorno dalle cantine, ubriachi , spesso si scivolava dal basto e per non cadere ci si abbracciava all’animale aggrappandosi al sottopancia, una cinghia o “ cigne”. Se poi a volte non ci si riusciva anziché prendere, e quindi avere in mano, la cinghia o “ cigne” si “prendeva” la pelle. Questo spiegherebbe anche l’altro modo di indicare un ubriaco nelle nostre zone “ ha chiappate a pelle”.( nda)

Il torrente Cigno è custode di una ricca memoria collettiva delle comunità dei centri della sua valle. Arrivati a Larino, presso l’antichissimo Frantoio Iapoce, il Prof. Rocco Cirino, dell’AIIG, ha consegnato, in una cerimonia semplice ma commovente e ricca di significati, delle pergamene a aziende e persone del territorio che si sono distinte per la promozione, valorizzazione e difesa della nostra terra. La visita del Frantoio ha riportato i partecipanti indietro di oltre 60 anni, un’ immagine che ha fermato il tempo ma che chiaramente esprime identità e legame della nostra gente alla cultura agricola. L’edificio andrebbe urgentemente ristrutturato, il rischio è quello di perdere una parte della nostra memoria, un altro colpo al nostro senso di appartenenza e una vittoria per chi punta all’omologazione, all’appiattimento culturale e ad un’economia senza volto e cuore. Il consumo di una ricca degustazione, preparata dall’ospitale famiglia Iapoce-Mezzapelle e dall’azienda Paladino che ci ha raccontato come la nostra terra appartiene anche alla cultura pastorale, una treccia di Santa Croce di Magliano, con il sapore di un latte genuino appena munto lo ha ricordato con piacere a tutti. Una meritata e saporita pausa ha preceduto la chiusura dell’escursione a Montorio nei Frentani, a cura del Sindaco Nino Ponte e il Parroco don Giovanni Licursi, i partecipanti hanno preso parte ad una visita interessante della Chiesa Santa Maria Assunta, edificio che custodisce opere d’arte straordinarie e uniche.

Nella visita, un partecipante all’escursione, il Maestro Antonio Grassi, ha proposto una convincente spiegazione dell’origine del termine “ Ciarangelle” che indica un particolare strumento costituito da una ruota che porta 9 piccole campane e che viene suonato, manovrando una lunga corda, durante il “ Gloria”.  Secondo Grassi, il termine potrebbe significare “Coro degli angeli”. La spiegazione è piaciuta a molti, con questo suono celestiale abbiamo salutato questa lunga, ma bellissima giornata. ( Marcello Pastorini)

Bibliografia: 1)Lucia Lopriore/ L’industria del freddo in Capitanata 2)Origano: le 4 specie presenti in Italia. Quando si raccoglie e come essiccarlo( associazione altovastese) 3Marcello Pastorini/Un parco paesaggistico della Valle del Cigno/ Il Bene Comune, n°5, maggio 2011

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