Coldiretti: dal 22 settembre tornano in mare i pescherecci molisani

Tornano, finalmente, in mare i pescherecci molisani per rifornire, dall’inizio della settimana prossima, i mercati, la filiera e la ristorazione di pesce fresco. Coldiretti Molise ricorda, infatti, che termina il 21 settembre il fermo pesca per il tratto di costa che va da Pesaro a Bari, iniziato l’11 agosto, con l’obiettivo di garantire il ripopolamento dei pesci nel mare. Secondo i dati divulgati da Impresapesca Coldiretti, il settore pesca sta attraversando una fase di forte difficoltà, con una flotta di pescherecci italiani che, negli ultimi 30 anni, ha già perso circa il 35 per cento delle imbarcazioni e 18.000 posti di lavoro. In data 12.09.2014 è stato pubblicato il decreto interministeriale relativo all’impegno delle risorse della CIG in deroga per la pesca.   Gli importi andranno a copertura dei mancati pagamenti 2013 e della CIGS dell’anno 2014.   Ma che significa, per il pesce, essere pescato o allevato in Italia?Per il pesce notoriamente la caratteristica più pregiata è la freschezza del prodotto, che ne condiziona fortemente il valore commerciale e culinario. Per quello fresco e pescato in mare aperto la provenienza dal porto più vicino al luogo di consumazione consente di abbreviare notevolmente i tempi, considerato che quello proveniente dall’estero può essere rimasto in una barca, a zero gradi, anche oltre una settimana.Per il pesce allevato, invece, la differenza della migliore qualità di quello italiano è data dalla normativa più severa per le tipologie di farine utilizzate. Inoltre, secondo quanto evidenziato dagli operatori del settore, il pesce importato è spesso allevato in ambienti marini chiusi e ad alta densità, mentre in Italia, anche per le caratteristiche delle nostre coste, gli allevamenti sono posizionati in mare aperto e sono esposti a salutari correnti e mareggiate.Secondo quanto lamentano i pescatori, però, in Italia essi sono sottoposti a dei costi maggiori, dal carburante alla manutenzione, dalle tasse al costo del lavoro. Negli ultimi dieci anni il solo prezzo del carburante, che incide fino a due terzi del bilancio dei pescatori, è aumentato del 240 per cento. D’altra parte, il sistema di vendita generalmente utilizzato è quello dell’asta al ribasso. Il banditore stabilisce, per la partita di pesce, un prezzo di partenza, che viene abbassato a ritmi di tempo stabiliti. Il commerciante che per primo blocca il prezzo è il compratore. Tale meccanismo non garantisce che il prezzo sia sufficiente ristoratore dei costi di produzione, anche se il pescatore ha la possibilità di ritirare la partita, ma dovrebbe avere altre alternative valide per la vendita, altrimenti il prodotto perde di valore col trascorrere del tempo, diminuendo la freschezza.
Anche nel settore pesca sarebbe importante agevolare la concentrazione dell’offerta del prodotto e la creazione di adeguati sbocchi di mercato. Per valorizzare il pesce pescato e allevato nel nostro Paese, mediante la creazione di una filiera ittica tutta italiana, che tuteli la qualità e l’identità nazionale del prodotto, Coldiretti Impresa Pesca sta avviando iniziative pilote, in Italia, per la vendita diretta del pesce presso la rete di Campagna Amica.

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