Miss Italia, una molisana tra le 24 finaliste. Sara Affi Fella (n°5), 18enne di Sesto Campano ottiene un risultato storico

C’è anche una molisana tra le 24 finaliste di Miss Italia, in gara col numero 5. Sara Affi Fella è nata a Isernia e risiede a Sesto Campano (Is), paese di tremila abitanti; ha 18 anni, occhi verdi, capelli castano chiaro ed è alta 1,73. Frequenta il terzo anno del liceo classico e vorrebbe lavorare nel campo della comunicazione. È stata iscritta per nove anni alla Federazione italiana danza sportiva (Fids). È molto motivata e determinata in ciò che fa e punta sempre in alto, cercando di fare tutto nel miglior modo possibile. È entusiasta del fatto che il nostro Paese sia diventato una terra piena di “colore”, ma per lei Miss Italia deve essere italiana al cento per cento. Il fiore che ama e che la rappresenta è il girasole.Sara Affi Fella ha conquistato prima a Riccia il titolo di Miss Kia Molise e poi a Tufara l’ambito titolo regionale di Miss Molise: a Jesolo sarà in gara con la fascia di Miss Curvy Kia Molise. Qualificandosi tra le 24 finaliste del concorso, la concorrente molisana ha ottenuto un risultato storico per la regione, che non si vedeva rappresentata sino in fondo da diverso tempo. Merito del lavoro svolto dall’agente regionale Lidia Morelli e dall’agenzia “Parole & Musica”, esclusivista di Miss Italia per il Molise, che ha offerto uno spettacolo molto seguito e apprezzato nelle piazze della regione.

Intanto sul sito missitalia.it è partita l’operazione #condividilatuamiss, attraverso la quale i molisani e non solo possono da subito sostenere Sara Affi Fella condividendo la sua immagine sul proprio social network e contribuendo così a renderla “famosa”. Sara sarà protagonista su LA7 prima durante le registrazioni delle semifinali, in un giorno tra l’11 e il 12 settembre alle ore 23, e poi in diretta domenica 14 settembre quando Simona Ventura presenterà la finale. In quella circostanza il Molise sarà rappresentato da Sara Affi Fella (n°5), il cui motto è: «Bene o male, l’importante è che se ne parli».

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