La continua evoluzione delle tecnologie informatiche, l’espansione delle reti di calcolatori e l’introduzione di sensori di diversa tipologia per il monitoraggio continuo di ambienti ha portato alla generazione e memorizzazione di un’enorme quantità di dati, comunemente individuati con il termine Big Data. La quantità di dati che sono creati e memorizzati a livello mondiale è impressionante; come riportato in una nota del Ministero dell’Istruzione, dell’Università, e della Ricerca, i Big Data a livello mondiale approssimano “la decina di zettabyte su supporti e di natura e formato molto diversi, provenienti da uno spettro amplissimo di ambiti”. Se si pensa che un zettabyte è pari a un miliardo di terabyte e che la capacità di memorizzazione di un calcolatore di fascia medio/alta è pari ad un solo terabyte, si può immaginare l’immenso volume di dati accumulato fino ad oggi. E tale quantità continuerà a crescere nei prossimi anni. I Big Data, se analizzati in maniera efficiente con tecniche complesse di analisi di dati consento di supportare efficacemente il management aziendale in diversi scenari, quali ad esempio la determinazione in tempo quasi reale delle cause di un fallimento o di uno specifico problema, la generazione di buoni sconto personalizzati sulla base delle specifiche abitudini di acquisto del cliente, il rilevamento di comportamenti fraudolenti prima che questi possano colpire ed arrecare un danno all’organizzazione.
I Big Data rappresentano, quindi, un’autentica ricchezza per le amministrazioni pubbliche e private e una sorgente di informazione vitale per ricavare nuova conoscenza. Ma per derivare intuizioni dai dati è necessario saperli analizzare in maniera efficace ed efficiente. Altrimenti sono e resteranno soltanto numeri. Nasce quindi la figura del data scientist, il mestiere che per il giornale The Economist è “the sexiest job of the 21st century”. Lo scienziato dei dati è un manager con un mix di competenze multidisciplinari utili per gestire i Big Data. La prima competenza è chiaramente legata alla gestione, acquisizione e/o estrazione, organizzazione ed elaborazione di dati digitali, la seconda è di tipo statistico/matematico, e riguarda conoscenze e competenze sulle tecniche di analisi da utilizzare per l’estrazione di specifiche informazioni dai dati. La terza capacità è quella di “storytelling”, ovvero il sapere comunicare a tutti, generalmente manager, con diverse forme di rappresentazione, cosa suggeriscono le analisi condotte sui dati.
Il data scientist è oggi una delle figure professionali più ricercate sul mercato; un rapporto di McKinsey prevede per il 2018, solo negli Stati Uniti, una carenza di 190.000 analisti esperti di Big Data e 1,5 milioni di manager capaci di usare i risultati delle analisi per prendere decisioni efficaci. Ed è proprio la mancanza di competenze adeguate, come confermato da uno studio voluto da Emc Data Science, uno dei fattori che impedisce alle aziende di cogliere le opportunità offerte dai big data. Per rispondere a tale esigenza formativa, l’Università degli Studi del Molise propone il Master di I livello in “Gestione dei dati e dei documenti digitali nelle Amministrazioni Pubbliche e Private” con l’obiettivo di formare scienziati dei dati in grado di gestire, interrogare e memorizzare in modo efficiente ed efficace Big Data su sistemi cloudbased, fornire indicazioni strategiche al management aziendale sulla base delle analisi condotte, trattare nel rispetto della normativa vigente e definire strategie per la protezione di dati sensibili, comunicare in modo efficace i risultati delle analisi condotte. Il Master prevede anche un project work da svolgere in contesti reali, sia industrial sia nel settore pubblico, consentendo agli studenti di applicare le conoscenze acquisititi e usare in modo creativo i dati a loro disposizione. Inoltre, il Master è accreditato e convenzionato con l’INPS Gestione Dipendenti Pubblici che finanzia 4 quote di iscrizione con altrettante borse di studio riservate ai dipendenti della Pubblica Amministrazione in servizio ed iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell’INPS.
Il Master è stato intitolato al Prof. Mario Massimo Petrone, docente del Corso di Laurea in Informatica scomparso il 6 novembre 2015 dopo brevissima e imperdonabile malattia. Il Prof. Petrone è stato ispiratore di numerose iniziative nel campo dell’ICT che hanno contribuito ad ampliare il prestigio dell’Università degli Studi del Molise a livello nazionale ed internazionale. Doveroso è stato quindi il gesto di intitolare proprio a lui l’ennesima iniziativa che l’UniMol sta attivando nell’ambito dell’ICT e che contribuirà a mettere ancora una volta in luce la validità dell’offerta formativa dell’Ateneo. Domani, alle ore 10.30 nella Sala del Consiglio del Rettorato la conferenza di presentazione del Master. All’incontro parteciperanno i Responsabili Scientifici del Master, Prof.ssa Gilda Antonelli e Prof. Rocco Oliveto, il Direttore del Centro Unimol Management, Prof. Maurizio Taglialatela, il Dirigente Regionale dell’INPS, Dott. Fabrizio Giorgilli, e la famiglia del Prof. Mario Massimo Petrone.







