Un vino,un territorio/ Sardegna-Vermentino di Gallura Superiore “Cucaione” Piero Mancini

Pietro Colagiovanni*

Il territorio: per la prima volta facciamo tappa in Sardegna, regione anch’essa vocata alla produzione di vini di grande qualità espressione di un territorio e di una natura dai sapori e dai colori unici. La cantina Piero Mancini, una delle interpreti classiche nella vinificazione sarda è situata ad Olbia, nel nord dell’isola, nella Gallura, nota internazionalmente per la sua attrattività turistica (Golfo degli Aranci, Costa Smeralda, isola della Maddalena, Porto Cervo tra le località turistiche più conosciute al mondo ) Olbia, capoluogo sino al 2005 oggi zona omogenea insieme a alla vicina Tempio Pausania della provincia di sassari è indubbiamente il centro più importante, dal punto di vista storico ed economico della Gallura.

Con oltre 60.000 abitanti ha una storia antichissima. Le prime testimonianze della presenza umana datano al 4000 avanti cristo. E’ stato un centro rilevante della civiltà nuragica, la civiltà autoctona della Sardegna che nacque in piena età del bronzo (1800 a.C.) e sopravvisse, in alcune zone dell’isola, sino all’Alto Medioevo. Di essa ad Olbia restano numerose testimonianze come il complesso nuragico di Cabu Abbas e il pozzo sacro di Sa Testa.

Dopo breve frequentazioni fenice e greche (che didero il nome alla città, olbios in greco vuol dire felice, prospero) tra il V e IV secolo divenne un dominio cartaginese di cui si possono ancora oggi trovare resti in pieno centro città. Città romana a partire dal 238 a.C. Divenne un’importante base navale militare oltre che un rilevante centro commerciale. Del florido periodo romano rilevanti sono i resti dell’acquedotto romano in località Tillibas.

Con la caduta dell’impero romano Olbia conosce un lungo periodo di decadenza con un consistente ridimensionamento della popolazione e della sua economia. Il suo nome medievale da Olbia diventa Civita. Parte formalmente dell’impero bizantino se ne separa nel XII secolo e si divide in quattro giudicati, uno dei quali quello di Gallura ha proprio sede ad Olbia. A questo periodo risale la basilica di San Simplicio. Nel 1296 l’esperienza del giudicato ha termine con la conquista di Olbia da parte della Repubblica di Pisa, che ne limitò fortemente l’autonomia.

Il Castello di Pedres è un fortilizio realizzato da maestranze pisane e sempre per iniziativa dei pisani viene realizzato un nuovo porto, Terranova. Nel 1324 Olbia entra a far parte dei domini Catalano Aragonese con l’istituzione di un rigido sistema feudale e con una ulteriore decadenza della città, dovuta sia al mutamento delle rotte marittime sia alla presenza della malaria. Successivamente parte del regno Sabaudo Olbia conobbe una prima inversione di tendenza e cominciò a ripopolarsi con la riqualificazione del porto di Terranova e l’arrivo della ferrovia. Fu il fascismo nel 1939 a ripristinare l’antico nome romano di Olbia. Con la definitiva sconfitta della malaria e con la bonifica del territorio Olbia ha conosciuto nella seconda metà del XX secolo un grande sviluppo, grazie allo sviluppo turistico che, come abbiamo detto, ha portato Olbia e le sue bellezze naturalistiche e marine alla ribalta mondiale.

Il vitigno: il Cuciaione di Piero Mancini è realizzato in purezza con un vitigno a bacca bianca che identifica la produzione vinicola di qualità della Sardegna, il Vermentino. Importato dalla Spagna sul finire del XIV secolo in Italia è coltivato anche in Toscana e Liguria, così come lo si ritrova anche nella vicina Corsica ma in Sardegna questa coltivazione tradizionale ha trovato uno dei suoi habitat migliori. Dal Vermentino si ottengono vini dai profumi fruttati e floreali con un inconfondibile nota sapido minerale.

Il vino: il Vermentino di Gallura Superiore Docg (l’unica denominazione controllata e garantita della Sardegna) “Cucaione” 2019 è un vino perfetto come interpretazione di un territorio e di una storia. E’ prodotto da una cantina che nasce nel 1989 da Piero Mancini, un dentista di successo ma, soprattutto, un uomo innamorato della sua terra che ha costuito il suo sogno di dare voce e sostanza alla Gallura. Oggi l’azienda, diretta dalla moglie e dai figli, è una realtà solida e conosciuta anche internazionalmente, con 120 ettari di proprietà Fermenta a 18 gradi in acciaio e poi affina sempre in acciaio per alcuni mesi.

Dal colore giallo paglierino con qualche riflesso verdogno ha gli odori classici della macchia mediterranea: su una base di frutta bianca arriva delicata come la brezza marina il sentore di erbe aromatiche, di timo e di rosmarino con sullo sfondo un sentore minerale, quello della roccia dura e severa della Gallura. Questo mix perfetto si traspone al sorso con eleganza ed equilibrio donando un esperienza non solo di palato ma oserei dire di cultura, di storia e di geografia. Un vino di grande qualità e di grande spessore con un rapporto qualità prezzo assolutamente favorevole. Con una gradazione di 13 gradi è perfetto con antipasti di pesce, anche caldi e con primi in umido di pesce

Valutazione: 4,5/5

Prezzo medio: 9 euro

Rapporto qualità/prezzo: molto favorevole

* fondatore e amministratore del gruppo Terminus, giornalista, sommellier Ais

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