L’Auditorium del Neuromed, intitolato a Marc Verstraete, ha ospitato una giornata di celebrazione nel centenario della nascita del grande scienziato belga, pioniere degli studi sull’emostasi e protagonista della scoperta del tissue plasminogen activator (tPA), il farmaco che ha cambiato per sempre il trattamento precoce dell’ictus ischemico acuto.
Giovanni de Gaetano, Presidente dell’IRCCS di Pozzilli, e Maria Benedetta Donati, Responsabile del Neuromed Biobanking Centre, sono stati tra gli allievi italiani che negli anni Sessanta hanno iniziato il loro percorso di ricerca proprio sotto la guida di Verstraete a Lovanio. “Dopo 58 anni dal nostro arrivo all’Università Cattolica di Lovanio – ha ricordato de Gaetano – ritroviamo in questo evento non solo colleghi e amici, ma la testimonianza di quanto la scienza sappia essere un veicolo di pace e collaborazione internazionale. L’avventura del tPA, nata quasi
per caso in un laboratorio, è diventata un pilastro della medicina moderna, capace di salvare milioni di vite”.
Nella Marc Verstraete Centennial Lecture, Roger Lijnen (KU Leuven) ha sottolineato come la differenza decisiva rispetto alla precedente streptochinasi sia stata la specificità del tPA, capace di agire direttamente sul trombo riducendo il rischio di emorragie: “La lezione che Verstraete ci ha lasciato – ha detto – è che la natura aveva già creato un farmaco quasi perfetto. Il nostro compito è imparare dai meccanismi endogeni del corpo umano per sviluppare le migliori terapie. Il tPA è un enzima che si trova naturalmente nel nostro organismo, capace di sciogliere i coaguli senza alterare in modo significativo gli altri processi della coagulazione. Cercare di migliorarlo si è rivelato quasi impossibile, proprio perché era già il risultato di un equilibrio raffinato costruito dall’evoluzione. Per questo la ricerca futura non può che guardare ai sistemi che abbiamo dentro di noi, studiarli e comprenderli a fondo: è da lì che possono nascere le cure più efficaci e sicure”.
Jos Vermylen (KU Leuven) ha riportato i ricordi dei primi esperimenti negli anni Cinquanta, quando con Verstraete e pochi altri studenti mosse i primi passi la trombolisi clinica: “Eravamo studenti entusiasti, consapevoli che stavamo vivendo la nascita di una nuova era nella medicina. La sua eredità è stata l’entusiasmo e il coraggio di incoraggiare i giovani a osare”.
Marc Hoylaerts (KU Leuven) ha ricordato la forza di una tradizione scientifica che da Verstraete è arrivata fino a oggi: “È stato lui a creare la cultura di un laboratorio capace di ispirare generazioni di ricercatori, aprendo la strada dai primi studi sulla streptochinasi fino al tPA. Un percorso che ha cambiato per sempre la ricerca cardiovascolare”.
A rendere ancora più concreto il legame tra Verstraete e il Neuromed è la sua biblioteca personale, con oltre 2.500 volumi, donata all’Istituto e oggi custodita proprio nell’Auditorium che porta il suo nome.
“Ringrazio il professor de Gaetano per aver scelto Neuromed come sede di questa importante celebrazione – ha dichiarato Gabriele Trombetta, Direttore Generale dell’IRCCS Neuromed –. È per noi motivo di orgoglio ospitare un evento che ricorda non solo la figura di Marc Verstraete, ma anche l’intero gruppo di Lovanio, che con la trombolisi ha dato un contributo straordinario alla ricerca e alla medicina. Una storia di scienza e umanità che ci onora profondamente”.
La giornata si è conclusa con un concerto di musica da camera eseguito da un quartetto dell’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, in omaggio alla memoria del Professore.