I riflettori si accendono
su Termoli. Dopo mesi di riservati ma intensi colloqui, l’ambiziosa
proposta per l’apertura del primo Casinò legale del Sud Italia sta
rapidamente guadagnando trazione nei corridoi del potere romano.
Secondo quanto appreso da una fonte interna al Ministero
dell’Economia e delle Finanze, “la Presidente del Consiglio Giorgia
Meloni non esclude un’espansione del sistema licenze qualora vi siano
fondamenti giuridici e ritorni economici rilevanti per le regioni
interessate”.
La richiesta formale, depositata dal Partito Nazionale Italiano lo scorso 8
aprile e reiterata il 21 maggio, è firmata dall’Avv. Giovanni Di Stefano,
segretario politico del partito e noto giurista a livello internazionale. Essa
mira a ottenere una deroga governativa ex art. 1 della Legge 1296/1936
per consentire alla Regione Molise di ospitare una nuova casa da gioco
a Termoli, città strategicamente posizionata lungo la costa adriatica, con
collegamenti autostradali, ferroviari, marittimi e aeroportuali già
solidamente attivi.
Contatti informali con la Regione Molise già avviati
“Abbiamo avuto conversazioni molto costruttive con funzionari regionali”,
ha confermato da Mosca lo stesso Giovanni Di Stefano in una nota
rilasciata alcuni giorni fa, “ed è emerso un clima di apertura e
pragmatismo. Non si tratta di un semplice progetto immobiliare, ma di
un’operazione di riequilibrio economico e sociale per l’intero
Mezzogiorno.”
Secondo fonti vicine alla Presidenza della Regione, il Presidente
Francesco Roberti si starebbe predisponendo ad accogliere la proposta
con attenzione e interesse. “I presupposti giuridici ci sono tutti”, ha
dichiarato un avvocato dello Stato coinvolto nei primi screening della
documentazione, “e la mossa dell’Avv. Di Stefano di ripescare una legge
del 1936 è giuridicamente brillante e tecnicamente inattaccabile.”
Proiezione di un investimento monstre da mezzo miliardo
Il progetto, sostenuto dal Di Stefano Legacy Trust, conta su appoggi
bancari solidissimi. Secondo fonti dirette interne al trust, l’iniziativa vanta
già il supporto di gruppi bancari in Russia, Stati Uniti e Principato di
Monaco, con una proiezione d’investimento pari a 500 milioni di euro da
distribuire su 25 anni. Si tratta di una cifra destinata a generare una
trasformazione strutturale del tessuto economico molisano: almeno 300
posti di lavoro diretti, oltre 1.000 indiretti, nuove strutture ricettive di alta
gamma e un flusso turistico potenziale superiore a 1 milione di presenze
annue entro il primo quinquennio.
Un precedente europeo e una battaglia per l’equità territoriale
L’Europa è piena di esempi virtuosi: Portorož in Slovenia e Loutraki in
Grecia sono diventati hub turistici proprio grazie ai rispettivi casinò.
Eppure, l’Italia è rimasta ancorata a un impianto normativo che
concentra le licenze esclusivamente in località storiche e del Nord
(Venezia, Sanremo, Campione, Saint-Vincent). “Una simile distribuzione
geografica non è più giustificabile”, ha dichiarato Giovanni da Roma, “ed
è per questo che ho in programma di incontrare quanto prima il
Presidente della Regione Molise a Campobasso per concordare i
prossimi passi formali.”
Il principio sotteso al progetto è chiaro: l’apertura di un casinò
regolamentato e controllato nel Sud rappresenterebbe non solo un
baluardo contro il gioco illegale, ma anche un atto concreto di giustizia
territoriale, contribuendo ad allineare il Mezzogiorno agli standard di
sviluppo del Centro-Nord.
La posizione di Roma: apertura condizionata ma concreta
Un alto dirigente del Ministero delle Finanze, che ha richiesto
l’anonimato, ha confermato che il dossier “è in analisi preliminare presso
la Direzione Generale Monopoli, e risulta giuridicamente fondato. Il
precedente normativo invocato è solido.” La fonte ha aggiunto che “la
Presidente Meloni ha espresso in via riservata l’interesse ad
approfondire l’iniziativa, senza preclusioni ideologiche ma con un
rigoroso approccio costi-benefici.”
Il prossimo step: il tavolo tecnico interistituzionale
L’obiettivo immediato è ora la costituzione di un tavolo tecnico congiunto
fra Regione Molise, Ministero dell’Economia e Agenzia delle Dogane e
dei Monopoli. Secondo indiscrezioni raccolte presso la Segreteria
tecnica del Partito Nazionale Italiano, si tratterebbe di un consesso
ristretto con esperti in diritto amministrativo, economia turistica e
pianificazione urbanistica.
In parallelo, è attesa nelle prossime settimane una presa di posizione
ufficiale della Regione. Se positiva, potrebbe aprire la strada a una
deroga formale già entro la fine del 2025, rendendo operativa la
concessione per il 2026.
Una sfida culturale e strategica
Il progetto non riguarda solo l’apertura di una casa da gioco, ma la
riqualificazione di un intero comparto urbano. È prevista la costruzione di
una struttura integrata con hotel di lusso, centro congressi, galleria
commerciale, centro benessere, ristoranti gourmet e accesso diretto al
porto turistico di Termoli. Il modello, secondo i promotori, è quello delle
“Resort Casino Destination” già diffuse in Croazia e Spagna.
Conclusione
In un’Italia dove il Sud resta troppo spesso spettatore di decisioni prese
altrove, la proposta del Casinò Legale di Termoli si presenta come
un’iniziativa concreta, fondata giuridicamente, sostenuta
finanziariamente e fortemente simbolica. Un’azione che potrebbe
ridefinire non solo l’economia del Molise, ma anche il paradigma della
distribuzione delle opportunità economiche nel Paese.
Il dado è tratto. Ora spetta alle istituzioni fare la loro parte.