Sanità e struttura commissariale: abuso di potere e danno erariale, presentata interrogazione

Negli ultimi tempi abbiamo visto la Giunta regionale procedere all’approvazione di una delibera, la numero 235, con cui l’esecutivo autorizza la creazione di una struttura amministrativa a supporto della struttura commissariale per la sanità.

Con la determina numero 91 il direttore del Dipartimento ha provveduto a dare esecuzione all’atto politico.

L’anomalia  di tali atti deriva dal fatto che la struttura commissariale, che è estranea all’ente regionale, già da tempo aveva chiesto tale sostegno al presidente della Regione che però aveva sempre negato la possibilità di mettere a disposizione il personale regionale a favore appunto di un organismo esterno.

Una indisponibilità che oggi, a quanto pare, è stata del tutto superata tanto che nella delibera di giunta viene persino individuata la declaratoria delle funzioni da assegnare ai vari componenti della neo nata struttura amministrativa.

La domanda sorge spontanea: se con gli altri commissari Toma ha sempre ritenuto di essere impossibilitato ad accontentare le richieste, cosa è cambiato rispetto ad oggi? Perché al di là del fatto che mentre prima i commissari erano altri e oggi è lui, non pare ci siano norme di legge che prevedano la possibilità di dare in prestito  il personale regionale a strutture estranee alla Regione Molise, pagando con i fondi della stessa Regione Molise.

Motivo per cui ho ritenuto opportuno presentare un’interrogazione al presidente/commissario che ci ha abituato allo sdoppiamento della propria personalità a seconda dei due ruoli. Ma a propria convenienza.

Anche perché una simile azione, se non supportata da una legge, potrebbe dar luogo ad ipotesi di abuso di potere e danno erariale dal momento che la delibera di Giunta andrebbe a sostituirsi ad una vera e propria legge regionale che doveva essere approvata in Consiglio e supportata dalla norma finanziaria.

Spero che il presidente/commissario risponda nei 15 giorni stabiliti e non vada oltre il termine previsto dalla legge così da poter fare ognuno le proprie valutazioni politiche.

Michele Iorio

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