Dopo oltre due mesi dall’insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione, si è svolto l’incontro tra i sindacati di categoria e Francesco Caio, nuovo AD di Poste Italiane. “La riunione tanto attesa da noi è stata ricondotta ad una mera informativa da parte dell’AD sulla propria visione aziendale, rinviando nella sostanza l’intera discussione in autunno” afferma Mario Petitto, Segretario Generale SLP-Cisl. “Mi rammarica dover constatare che durante l’incontro abbiamo solamente assistito ad una lezione postale svolta a noi che trattiamo di Poste da sempre. E pure c’era tanto da dire. Come rappresentanti dei lavoratori avevamo il diritto di conoscere non solo il piano industriale, ma come si posiziona la nostra azienda rispetto al delicatissimo contesto di Alitalia, delle modalità e dei tempi rispetto alla prevista quotazione”.
“Nell’incontro, non un riferimento su Alitalia da parte dell’AD di Poste – sottolinea Mario Petitto – “Ricordo che al momento dell’ingresso di Poste Italiane nel capitale di Alitalia, di fronte ai nostri dubbi, ci fu assicurato che la quota di 75 milioni di euro versata da Poste doveva considerarsi uno sforzo finanziario per il salvataggio della compagnia di bandiera e che non avrebbe precostituito ulteriori impegni onerosi in quella operazione”. Ma dal nuovo AD Caio non sono stati minimamente toccati anche la quotazione in borsa e i futuri scenari aziendali.
“La partita complessa e articolata della parziale privatizzazione di Poste Italiane fu affrontata dalla Cisl con il precedente governo Letta, fissando una quotazione parziale del 40%, mantenendo una unicità aziendale, favorendo l’azionariato diffuso per evitare conflitti d’interesse da parte degli investitori istituzionali e ponendo le basi per una riforma della governance di Poste attraverso la democrazia economica, da sempre obiettivo politico della nostra confederazione, che avrebbe potuto sperimentare l’apertura a nuovi modelli europei, già consolidati, con la presenza di rappresentanti dei lavoratori nel Consiglio di Amministrazione.
Su quella indicazione noi avevamo dato il nostro assenso ”evidenzia Petitto“ Ma nel frattempo le carte in tavola sono cambiate. Il Ministero dell’Economia ha fatto saltare tutte queste condizioni ed oggi siamo ritornati a quello che da anni SLP ha sempre avversato con vigore, una privatizzazione attuata soltanto per fare cassa, in quanto il governo attuale ha un disperato bisogno di somme economiche per tamponare le emergenze”. “Questo non era il patto iniziale, questo non era il disegno del governo, questo non era il desiderio del sindacato – rimarca con forza Petitto – Per questo motivo, nel corso dell’incontro, noi abbiamo ufficialmente comunicato all’AD Francesco Caio che sul cammino di preparazione alla quotazione non daremo il nostro contributo e non accompagneremo le scelte aziendali in tutta questa intera fase”.
Nella riunione l’AD ha rappresentato uno scenario negativo per Poste italiane e, in nome di una discontinuità col passato, ha affermato la necessità della differenziazione dei ruoli tra management e sindacato: “Non si può dimenticare il ruolo esercitato dal sindacato durante questi ultimi 15 anni nei processi pesanti e delicati di riorganizzazioni, ristrutturazioni e di riduzione del personale – evidenzia il Segretario della CISL Poste Molisana Antonio D’Alessandro – Ma quel passato che oggi si vuole cancellare ha permesso ad un vecchio carrozzone fatiscente della pubblica amministrazione di diventare uno degli operatori postali più importanti e più invidiati al mondo, prova ne è che in molti Paesi provano ad imitare il modello postale che abbiamo costruito in Italia. E noi, rispetto ai sacrifici e alle fatiche che sindacato e lavoratori hanno profuso in questa trasformazione, lezioni da parte di neofiti non ne accettiamo! La discontinuità con il passato attraverso una netta distinzione tra il ruolo del management e del sindacato è un principio condivisibile in un contesto ottimale dell’Azienda, attraverso l’assunzione di responsabilità e competenze distinte, ma difficilmente attuabili in una situazione complessa e articolata come Poste Italiane, dove le scelte strategiche devono essere condivise e portate tra i lavoratori per farle comprendere, e questo non può farlo il management”.
Sul versante delle relazioni industriali, la CISL Poste – continua Antonio D’Alessandro – ha posto due priorità: il nuovo accordo sul premio di risultato 2014 e il rinnovo del contratto di lavoro.
“Sul PdR abbiamo chiesto la sottoscrizione di un accordo prima delle ferie estive per dare certezza al pagamento in categoria. SLP ritiene che la discussione debba riguardare il PdR dell’intero anno e non limitarsi al solo anticipo di settembre, come l’Azienda ha già fatto intendere. Se fosse confermata l’intendimento aziendale, noi non sottoscriveremo nessuna intesa – commenta Antonio D’Alessandro – Mentre sul fronte rinnovo del c.c.n.l., tramontata la proposta unitaria di un contratto di settore a causa delle negligenze, delle indecisioni e talvolta della indisponibilità delle altre aziende private postali, SLP ritiene di non poter perdere ulteriore tempo e ha proposto l’apertura del confronto per sottoscrivere il rinnovo contrattuale solo come Gruppo Poste Italiane. I lavoratori attendono dal 2013 il rinnovo e pertanto bisogna offrire loro certezze economiche, attraverso un accordo ponte veloce per l’anno in corso che preveda l’erogazione di un una-tantum immediato e il rinvio al negoziato all’inizio nel 2015”.
Come già dichiarato alla stampa, il giudizio di SLP sulla riunione con l’AD è fortemente critico, “Siamo insoddisfatti. Non tanto per i discorsi accademici e dottrinali che ha esposto Caio, ma insoddisfatti perché pensavamo di conoscere nel dettaglio i piani dell’Azienda, mentre è stato tutto rimandato al prossimo autunno – dichiara Mario Petitto – Per noi è impensabile congelare Poste Italiane per tutti questi mesi senza una visione strategica, senza un tavolo di relazioni industriali. E’ un rischio notevole per un’Azienda che quotidianamente deve affrontare le sfide del mercato. Una situazione che potrebbe portare ad una consistente perdita di ricavi e di utili nel bilancio 2014”.
“A partire da settembre nei nostri organismi discuteremo ed analizzeremo la situazione di Poste – conclude Antonio D’Alessandro – Assumeremo le nostre decisioni e lo faremo da soli, come SLP.
Non perché non vogliamo essere unitari, ma per il motivo che ogni altra organizzazione ha espresso legittimamente valutazioni diverse e che difficilmente possono essere ricondotte ad una sintesi unitaria. Quindi ci assumeremo le nostre responsabilità che ci derivano come sindacato di maggioranza assoluta nel Gruppo Poste e con l’impegno, la competenza e la capacità politica e negoziale che ci ha sempre contraddistinto faremo la nostra parte fino in fondo, per il bene dell’azienda e dei lavoratori”.
Poste, un futuro nebuloso. SLP contraria alla privatizzazione soltanto per fare cassa
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