Piano Aree Interne e lo Spopolamento irreversibile da accompagnare, UNCEM: si investa nel modo giusto

Il recente studio sulla demografia delle Aree Interne affidato al CNEL dal Ministro per gli
affari europei, il Sud e le politiche di coesione nell’ambito della stesura del nuovo Piano
strategico nazionale delle aree interne ci consegna una fotografia impietosa dello
spopolamento e della marginalizzazione di molte aree interne del nostro Paese. E fa discutere
molto il passaggio per “l’accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile” di
alcune aree interne, in particolare quelle che vivono già con una struttura demografica
compromessa e in una fase di forte declino. La vicenda viene banalmente liquidata
paragonando queste aree interne a una sorta di malato terminale che non può guarire e
pertanto va accompagnato verso una fine “socialmente dignitosa”. Se così dovesse essere,
questa sarebbe la fine della Politica e soprattutto la fine della coesione del nostro Paese, alla
quale tutti lavoriamo da sempre. Infatti, stiamo progettando e investendo sulle Aree interne e
montane proprio con l’attuale e la nuova Programmazione, mettendo insieme la SNAI
(Strategia nazionale per le Aree Interne) le Green Community e la Strategia per la Montagna,
sostenendo gli investimenti pubblici e le imprese, proprio per superare le sperequazioni
territoriali e favorire la riorganizzazione istituzionale, la governance e il lavoro insieme dei
comuni. Per questo chiediamo al Ministro Foti e al Vicepresidente della Commissione UE
Fitto di stralciare il paragrafo che ritiene lo spopolamento come un fatto irreversibile e di
adoperarsi in modo convinto, invece, per individuare subito un’Agenda europea e nazionale
per le Montagne e per le Aree Interne, proprio come è stato fatto con la scrittura dell’Agenda
Urbana. In questo modo contrastiamo lo spopolamento. Che, secondo Uncem, non è affatto
ireversibile.
Lo affermano Marco Bussone – presidente nazionale Uncem – e Candido Paglione –
presidente Uncem Molise.

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