Oltre alla pandemia continuiamo ad assistere a casi di lavoro precario in sanità

I riflettori che gruppi politici, associazioni e cittadini erano riusciti ad accendere sulla sanità molisana sembrano essersi in gran parte spenti, come se per magia l’emergenza fosse terminata e i problemi risolti; sappiamo bene che così non è, e che la pandemia non è certo l’unica causa della tragica debacle cui abbiamo assistito in questi mesi.

Proprio perché consapevoli che non si vede alcun segno di inversione di tendenza (nella direzione del rafforzamento delle strutture ospedaliere, della correzione dello squilibrio pubblico-privato, della costruzione di una medicina territoriale efficiente), vogliamo portare a conoscenza dei cittadini un ennesimo caso di ricorso al lavoro precario nella sanità, che ci è stato segnalato di recente e che denota ancora una volta la volontà di mantenere il sistema instabile e disfunzionale.

Per svolgere mansioni di operatore sociosanitario e ausiliario l’ASReM utilizza anche lavoratori dipendenti di imprese registrate come attinenti alla pulizia; lavoratori regolarmente assunti da queste imprese, ma non garantiti perché svolgono in realtà mansioni di tipo sanitario, ricevono orari di lavoro e istruzioni direttamente e unicamente dal reparto cui sono assegnati e sono esposti ai rischi della pandemia esattamente come i dipendenti ASReM (molti di loro si sono infatti ammalati), ma non godono del trattamento di questi ultimi, neanche di quelli precari.

A quanto pare, questa modalità di appalto dei propri dipendenti ad altra struttura è pienamente legittimo, ma consente di conferire compensi inferiori e soprattutto rivela chiaramente l’intenzione del nostro servizio sanitario di non voler costituire una base stabile di dipendenti, incardinati in un sistema pubblico che possa contare su personale numericamente adeguato, garantisca i cittadini molisani contro il ripetersi dell’esito tragico della pandemia e realizzi il dettato costituzionale del diritto alle cure .

Prendiamo quindi atto che, oltre ai 180 dipendenti con contratto a partita IVA mandati a casa, esistono in regione lavoratori sanitari a tutti gli effetti ancora più anomali e meno tutelati, ancorché assunti a tempo indeterminato dall’impresa di origine; ciò segnala evidentemente un’ulteriore debolezza intrinseca del sistema, che non può continuare a reggersi su basi così fragili e deve essere radicalmente ripensato, con investimenti massicci ma soprattutto con un cambio di prospettiva a 360 gradi.

Un’ultima segnalazione per chiarire ai cittadini come l’ASReM continui a smantellare la sanità: sappiamo che a luglio andrà in pensione la responsabile del servizio di camera iperbarica a Larino, presidio importantissimo che serve diverse regioni del centro sud e funge anche da centro di formazione per medici provenienti da altre zone d’Italia.

Nonostante le reiterate richieste di invio di personale medico da formare prima di luglio, in modo che il servizio non si interrompa, a tutt’oggi nulla è stato fatto; cosa succederà appare quindi chiaro a tutti, a meno che non si provveda immediatamente.

Se questi vi sembrano segnali che qualcosa stia cambiando…

La lotta è lunga e impari, ma dobbiamo continuare contro ogni tentazione di abbandono, per ottenere ciò che è nostro diritto primario: cure e salute.

Noi andiamo avanti.

TERMOLI BENE COMUNE – RETE DELLA SINISTRA

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