Entra a pieno regime nelle sale operatorie neurochirurgiche dell’I.R.C.C.S. Neuromed l’intervento
di endoscopia spinale. Una tecnica utilizzata in neurochirurgia da anni ma che sta conoscendo
un’evoluzione significativa grazie ai progressi tecnologici e all’esperienza maturata nei Centri
specializzati come Neuromed. L’endoscopia spinale si affianca a quella cerebrale ed endonasale al
basicranio, permettendo ai chirurghi di accedere al bersaglio chirurgico attraverso cavità naturali o
corridoi predeterminati con l’ausilio di un endoscopio, uno strumento che consente la
visualizzazione interna.
Questa tecnica rappresenta un’opzione mininvasiva per la chirurgia della colonna vertebrale, in
particolare per il trattamento di patologie degenerative spinali. “Rispetto alla chirurgia
convenzionale – spiega il professor Gualtiero Innocenzi, responsabile della Neurochirurgia I di
Neuromed – questa metodica consente di decomprimere le strutture nervose all’interno del canale
spinale riducendo al minimo l’invasività. Il tutto con una modesta demolizione ossea, una
piccolissima incisione cutanea e praticamente senza perdita di sangue”.
L’Endoscopia spinale – continua il neurochirurgo – è indicata soprattutto per il trattamento di ernia
del disco lombare e stenosi del canale lombare, due delle patologie più diffuse della colonna
vertebrale. Questa tecnica è particolarmente utile per pazienti per i quali la chirurgia tradizionale
potrebbe risultare troppo invasiva, come coloro con problemi cardio-respiratori o disturbi
ematologici, o che assumono farmaci anticoagulanti. Attualmente, viene impiegata prevalentemente
per stenosi a livello singolo, come L4-L5, ma il suo utilizzo si sta espandendo anche alle stenosi
multisegmentali”.
L’intervento inizia con l’individuazione precisa, tramite immagini radiografiche, del livello della
colonna da trattare. Successivamente viene introdotta una cannula da lavoro attraverso la quale si
inserisce l’endoscopio, consentendo di visualizzare la struttura interna del canale spinale.
“Utilizzando strumenti di precisione – spiega il dottor Settimio Leonetti, neurochirurgo del
Neuromed – il chirurgo amplia il canale per liberare le strutture nervose compresse, riducendo
drasticamente il trauma ai tessuti e facilitando il recupero post-operatorio”.
Uno dei maggiori vantaggi dell’endoscopia spinale si evidenzia proprio nel decorso post-operatorio,
nettamente più agevole rispetto alla chirurgia convenzionale. “Grazie alla minore invasività della
procedura – afferma Leonetti – i pazienti possono teoricamente essere dimessi già il giorno
successivo all’intervento. Per precauzione, vengono generalmente tenuti sotto osservazione fino
alla seconda giornata post-operatoria. Il dolore è notevolmente ridotto e la ripresa delle normali
attività è più veloce. Inoltre, il taglio chirurgico è di appena un centimetro, un vantaggio
significativo rispetto alla chirurgia tradizionale”.
Nonostante al momento sia applicata a casi selezionati, l’endoscopia spinale mostra un grande
potenziale di espansione. “Si stanno già esplorando nuove possibilità – precisa Innocenzi – come
l’inserimento di dispositivi protesici (cage tra gli spazi intervertebrali e viti) attraverso la stessa via
endoscopica. Inoltre, stiamo valutando l’applicazione della tecnica anche a livello cervicale e
dorsale, e non solo lombare. Non si esclude che, in un prossimo futuro, questa metodica possa
essere impiegata anche per trattare alcuni tipi di tumori endocanale, ampliando ulteriormente le
sue indicazioni”.