Le Carresi, l’identità di un territorio

Le Carresi sono manifestazioni che caratterizzano l’identità di vari comuni costieri molisani e pugliesi. La Carrese ha come protagonisti i buoi, e questo ha generato polemiche e rivendicazioni di associazioni animaliste, insieme a cavalieri e carri. In Molise le Carresi sono manifestazioni presenti a San Martino in Pensilis, Portocannone, Ururi e Larino.

Sono celebrate in varie forme tra marzo-aprile-maggio-giugno: “la trasfromazione della natura procurava stupore e sgomento, specialmente l’inverno che causava la morte della natura stessa. Da qui la necessità di una celebrazione per resuscitarla (feste di maggio-giugno) o l’opportunità di altri riti (marzo-aprile) per sollecitare le forze cosmiche a ritrovare il loro vigore” (Cavallaro). 

San Martino in Pensilis

lLa Carrese a San Martino in Pensilis si corre in onore del patrono San Leo il 30 aprile di ogni anno, è una corsa vera e propria. I carri, attualmente tre, vengono trainati da buoi e si contendono la vittoria. Ma tutta la festa ha un preciso cerimoniale.

La corsa si svolge su un percorso di 9 Km e prende avvio dal tratturoL’assegnazione del posto di partenza non è casuale in quanto il primo posto viene lasciato al carro vincitore nell’anno precedente. A metà percorso avviene il cambio dei buoi, caratteristica unica nelle manifestazioni di questo genere. La gara termina davanti alla chiesa. Il carro vincitore ha l’onore di trasportare in processione il busto di S. Leo il successivo due maggio.

Ururi

La corsa che si svolge a Ururi probabilmente era collegata all’istituzione della festa della Croce in legno di Gesù, croce portata in Italia da Sant’ Elena. La corsa si svolge tradizionalmente il 3 maggio. A Ururi il giorno della corsa, i carri si recano davanti alla chiesa di Santa Maria delle Grazie dove viene impartita la benedizione ai buoi, ai carrieri e ai cavalieri.

Successivamente i carri, seguiti dai sostenitori, si avviano alla partenza. Anche ad Ururi la disposizione dei carri va in ordine di merito, secondo l’arrivo dell’anno precedente. La corsa inizia a 4 km dal paese e termina sullo spazio antistante alla chiesa S. Maria delle Grazie.

l primo carro a giungere in paese è costretto a seguire un percorso di 19 m più lungo. Ed ogni volta è una sorpresa. Il successivo 4 maggio, il carro vincente porta in processione la reliquia del Legno della Croce.

Portocannone

La corsa si svolge ogni anno il lunedì seguente la Pentecoste e celebra la Madonna di Costantinopoli. La vittoria della corsa viene contesa da due carri trainati da quattro buoi, Giovani e Giovanotti. I carri e i rispettivi cavalieri partono da circa 3 km dall’abitato e si dispongono secondo l’ordine di arrivo dell’anno precedente. Su ciascuno prendono posto tre conducenti; un cavaliere si pone davanti ai buoi con il compito di guidare il carro, altri accompagnano incitando i buoi con lunghe aste di legno. L’arrivo è fissato sul sagrato della chiesa. Il carro vincitore avrà l’onore di portare in processione la Madonna di Costantinopoli.

Larino

Secondo la tradizione la manifestazione di Larino sembra risalga all’anno 842, quando i larinesi entrarono in possesso delle reliquie di San Pardo, custodite a Lucera, in provincia di Foggia. Ed è proprio a San Pardo che è dedicata questa tradizione. La differenza con gli altri tre paesi è nello svolgimento: a Larino i carri, sempre trainati da buoi, procedono a passo d’uomo, senza competizione, ed i carri sono adornati dagli ormai famosi ” fiori di carta”. Altra particolarità il numero che viene assegnato ad ogni carro: il numero rappresenta l’antichità del carro. Più basso sarà il suo numero, più antica sarà la sua fondazione. L’ultimo carro, ossia quello con il numero più alto e quindi il più recente, sarà il primo a partire. Il carro numero 1, il più antico, sarà l’ultimo a partire nella processione. San Pardo, patrono della città e della diocesi, viene sentitamente festeggiato il 25, il 26 e il 27 maggio di ogni anno. 

Al di là di posizioni delle associazioni animaliste, queste tradizioni si tramandano da secoli, e rappresentano l’identità del territorio, quindi della comunità ch ene custodisce sia lo svolgimento annuale che tutto il significato legato al mondo contadino, al rifiorire della stagione primaverile. (MDL)

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