“L’amicizia è una strada per la pace!”

Ero a Tor Vergata il primo Maggio del 2000, nella spianata di Tor Vergata per il giubileo dei lavoratori, con Giovanni Paolo II, il 2 agosto 2025, sui canali di TV 2000 mi godo il giubileo dei giovani.

Voglio augurare ai ragazzi arrivati a Roma che possono essere operatori di pace, sale della terra, portatori di speranza.

Leone XIV, nel rispondere alle domande poste dai giovani non ha deluso assolutamente, anzi ha colto nel segno.

Tre le domande poste dai giovani su amicizia, futuro e speranza  trasformate in un dialogo tra Pontefice e ragazzi.

La prima una ragazza chiede al Papa: come si può trovare in questi tempi dove siamo ultra connessi e sempre online un’amicizia vera e sincera? E anche un amore genuino?

Il Papa risponde che “le relazioni con altre persone sono indispensabili per ciascuno di noi”. “Cercando con passione la verità, noi non solo riceviamo una cultura, ma la trasformiamo attraverso scelte di vita. La verità, infatti, è un legame che unisce le parole alle cose, i nomi ai volti. La menzogna, invece, stacca questi aspetti, generando confusione ed equivoco”.

Quando lo “strumento” domina sull’uomo, “l’uomo diventa uno strumento”: sì, strumento di mercato, merce a sua volta. “Solo relazioni sincere e legami stabili fanno crescere storie di vita buona”, c’è una cosa più importante: “l’amicizia con Cristo, che sta alla base delle fede, non è solo un aiuto tra tanti altri per costruire il futuro: è la nostra stella polare”. Perché come diceva il Beato Frassati, citato da Papa Leone, vivere senza fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere una lotta per la Verità non è vivere, ma “vivacchiare”. “Volersi bene in Cristo, sapere vedere Gesù negli altri, l’amicizia può veramente cambiare il mondo, l’amicizia è una strada per la pace”.

La seconda domanda in lingua italiana, riguarda il coraggio, il coraggio di scegliere in questo momento di precarietà. “Per il clima di incertezza che ci circonda siamo tentati di rimandare e la paura per un futuro sconosciuto ci paralizza”, dice la ragazza.  E quindi come si può non avere paura, ma avere coraggio di questi tempi?

“Il coraggio per scegliere viene dall’amore, che Dio ci manifesta in Cristo, è Lui che ci ha amato con tutto sé stesso, salvando il mondo e mostrandoci così che il dono della vita è la via per realizzare la nostra persona. Per questo, l’incontro con Gesù corrisponde alle attese più profonde del nostro cuore, perché Egli è l’Amore di Dio fatto uomo”, risponde convinto il Pontefice.

“Ecco scelte radicali e piene di significato: il matrimonio, l’ordine sacro e la consacrazione religiosa esprimono il dono di sé, libero e liberante, che ci rende davvero felici. Troviamo la felicità quando impariamo a donare noi stessi”.

La terza domanda; “Sentiamo nel profondo di noi stessi il richiamo al bello e al bene come fonte di verità. Il valore del silenzio come in questa Veglia ci affascina, anche se incute in alcuni momenti paura per il senso di vuoto.  “Come possiamo incontrare veramente il Signore Risorto nella nostra vita ed essere sicuri della sua presenza anche in mezzo alle difficoltà e incertezze?”.

Papa Leone XIV: “Ma che cos’è il bene? Per rispondere a questa domanda, occorre un testimone: qualcuno che ci faccia del bene. Più ancora, occorre qualcuno che sia il nostro bene, ascoltando con amore il desiderio che freme nella nostra coscienza. Senza questi testimoni non saremmo nati, né saremmo cresciuti nel bene: come veri amici, essi sostengono il comune desiderio di bene, aiutandoci a realizzarlo nelle scelte di ogni giorno. Carissimi giovani, l’amico che sempre accompagna la nostra coscienza è Gesù. Volete incontrare veramente il Signore Risorto? Ascoltate la sua parola, che è il Vangelo di salvezza!”.

“Studiate, lavorate, amate secondo lo stile di Gesù, il Maestro buono che cammina sempre al nostro fianco”.

“Quanto ha bisogno il mondo di missionari del Vangelo che siano testimoni di giustizia e di pace! Quanto ha bisogno il futuro di uomini e donne che siano testimoni di speranza! Ecco, carissimi giovani, il compito che il Signore Risorto ci consegna. Grazie Gesù per chiamarmi!”.

Queste considerazioni, queste le parole, queste le risposte che più di Cinquant’anni fa mi diedero alcuni sacerdoti seguaci di Don Giussani, che hanno determinato la mia vita e il mio credo.

Auguro, con tutto il cuore, ai giovani di vivere questa esperienza fantastica, oggi nella messa vespertina, con il Perdono d’assisi ho pregato perché Papa Leone XIV, abbracci questo popolo festoso e pieno di vita, e li sproni a cambiare il mondo che purtroppo oggi è nelle mani di troppi anziani esaltati che ci stanno portando alla distruzione..

Alfredo Magnifico

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