Come Giovani Democratici indirizziamo questa lettera al Vice Ministro dell’Economia Antonio Misiani.
In Italia ci sono oltre 300mila tirocinanti extracurricolari, che spesso svolgono lavoro dipendente mascherato da formazione: sottopagati, sottotutelati, senza ferie, malattia o contributi.
Oggi per loro non c’è cassa integrazione, non c’è sostegno: insieme a tante federazioni GD d’Italia chiediamo di inserirli nel reddito di emergenza del decreto di Aprile, riconoscendo così la dignità del loro lavoro.
Lottiamo insieme per i diritti di una generazione vessata e maltrattata che non deve sopportare il costo di un’altra crisi.
Di seguito il testo della lettera:
Gentile Viceministro Antonio Misiani,
Come sa, la pandemia colpisce più duramente i più deboli: in ambito economico, tra essi spiccano i giovani. Questo è dovuto alle condizioni del mercato del lavoro italiano che, con un tasso di disoccupazione giovanile già prima del virus intorno al 30%, rendono molto debole la posizione contrattuale dei neolavoratori, costretti spesso ad accettare qualsiasi offerta.
Noi Le scriviamo a nome dei giovani impegnati in un tirocinio extracurriculare, che dovrebbe
essere un momento formativo e non un contratto lavorativo, tuttavia spesso è abusato come
forma di lavoro sottopagato e sottotutelato per assumere giovani in mansioni ordinarie. Per
questo i tirocinanti fungono molte volte da lavoratori effettivi, passando da un tirocinio all’altro
senza mai risultare veri dipendenti e perciò senza benefici quali ferie, malattia o contributi.
Allo scoppio dell’emergenza COVID-19, tante Regioni hanno consentito (in alcuni casi obbligato) la sospensione o la terminazione anticipata dei tirocini, a differenza di quanto invece prevede per i lavoratori dipendenti l’art. 46 del Decreto Cura Italia. È stato così interrotto il percorso e la retribuzione di quei tirocinanti: non essendo lavoratori dipendenti, per loro non vi è né cassa integrazione né assegno di disoccupazione, e non sono beneficiari di alcuna forma di tutela emergenziale all’interno del Decreto.
Per di più, si tratta spesso di giovani che si sono trasferiti in un’altra località rispetto a quella di
residenza, coprendo affitto e spese di vita (almeno in parte) con il loro compenso. Ora che la loro retribuzione è sospesa, devono comunque sostenere le stesse spese, che ricadono quindi sulle loro famiglie il cui reddito è stato in molti casi già danneggiato dall’emergenza COVID.
È urgente perciò che Stato e Regioni si adoperino per incentivare la continuazione dei tirocini in
modalità agile. Inoltre chiediamo che il reddito di emergenza, o qualsiasi altro strumento nel
Decreto di aprile, venga riconosciuto anche a coloro il cui tirocinio extracurriculare è stato
sospeso o terminato in anticipo. È una necessità sociale, per consentire a questi giovani di
mantenersi; morale, per riconoscere la dignità del loro lavoro; e sanitaria, perché in assenza di un reddito i tirocinanti saranno costretti a tornare dalle famiglie, rischiando di portare a casa il virus.
Confidiamo nella Sua sensibilità e La ringraziamo per l’attenzione,
Federazioni dei Giovani Democratici di tutta Italia