Franco Arminio a Campobasso. Non solo poesie d’amore ma una poetica per far rivivere i borghi abbandonati

“Ogni luogo è giusto per leggere poesie e farsi ascoltare”. Ha preso il via, venerdì pomeriggio, la tanto attesa kermesse letteraria “Ti racconto un libro” alla sua diciottesima edizione. In una gremita sala del circolo Sannitico di Campobasso, recentemente intitolata all’artista Domenico Fratianni, nel giorno di San Valentino, lo scrittore e regista Franco Arminio ha presentato la sua ultima raccolta di poesie d’amore “L’Infinito senza farci caso”. 

Già noto al pubblico campobassano, il poeta nato a Bisaccia, in  Irpinia, 60 anni fa, rinviene nel nostro Molise le stesse caratteristiche della sua terra d’origine, dove tuttora vive. Con toni ironici e accattivanti Arminio ha messo in luce quel sentimento di solitudine calato sui nostri borghi a causa dello spopolamento. “Sono andati via tutti, ma soprattutto chi è rimasto. E se i giovani prendono destinazioni lontane è anche un po’ per colpa di noi adulti che non sappiamo cogliere la grandezza di questi luoghi.

Anzi con gusto quasi masochistico in ogni occasione usiamo parole di disprezzo per la nostra terra e per chi ci amministra”. Poi facendo dei saltelli fra il passato ed il presente lo scrittore dice: “prima si stava bene o si stava male tutti insieme, oggi  ognuno vive bene o male per conto proprio. Prima si partiva dal paese, oggi ciascuno  si allontana dalla propria casa. E si è perso quel rito quasi filosofico del racconto, perché manca chi ha voglia di ascoltare”. Da qui il ruolo della poetica che, nel pensiero di Franco Arminio, deve colmare il vuoto lasciato alle nostre spalle. Ridare  linfa vitale tra i vicoli dei borghi dove ormai pochi anziani, abbandonati, aspettano il conforto dei più giovani. Tra un verso e l’altro, suscitando l’entusiasmo della platea e invitando chiunque volesse leggere o recitare una poesia, Arminio intende lasciare un messaggio: “stiamo qui per valutare le cose belle che abbiamo. Per unirci e recuperare slancio. Per dire che siamo in un posto del mondo di cui il mondo ha bisogno”.

Rossella Salvatorelli 

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