In meno di 24 ore, due autisti della SATI sono stati vittime di gravi aggressioni durante il servizio. Il
primo è stato pesantemente insultato e minacciato, mentre il secondo – secondo quanto riportato
dalla stampa locale – avrebbe subito un’aggressione fisica. Entrambi gli episodi sono scaturiti da
motivazioni futili, confermando ancora una volta quanto sia diventato difficile svolgere con serenità e
in sicurezza il lavoro di autista nel trasporto pubblico locale.
Lavorare quotidianamente a contatto con l’utenza, spesso in contesti complessi, espone i conducenti
a enormi responsabilità e a rischi sempre più frequenti. Non è più accettabile che questi lavoratori
vengano lasciati soli, privi di adeguata tutela, esposti a continue aggressioni verbali e fisiche.
Confidiamo che le forze dell’ordine facciano piena luce sui fatti e che i responsabili vengano
identificati e perseguiti, trattandosi di reati che includono non solo minacce e aggressioni a pubblico
ufficiale, ma anche l’interruzione di pubblico servizio.
Preoccupa profondamente il silenzio dell’azienda SATI, che ancora una volta sceglie di non intervenire
pubblicamente per difendere i propri dipendenti. Un’azienda che, troppo spesso, preferisce
sanzionare i lavoratori in presenza di reclami da parte dei passeggeri, a prescindere dalla fondatezza
degli stessi, dimostrando scarsa attenzione al benessere del proprio personale.
Il malcontento tra gli autisti è sempre più diffuso: operare in queste condizioni, sentendosi
abbandonati e umiliati, non è più sostenibile. È urgente avviare una riflessione seria e concreta sulla
sicurezza degli operatori del trasporto pubblico e sulla responsabilità che le aziende hanno nel
tutelarli.
FAISA-CISAL
Emilio Santangelo
FILT-CGIL
Aurelio Di Eugenio
FIT-CISL
Simone Vitagliano
UGL Autoferro
Nicolino Libertone