Cucina e dintorni/ la ristorazione riparte: ma dove andrà?

di Stefano Manocchio*

Ci troviamo nella fase 2 che, a dispetto di quanto si possa pensare, non è meno facile della fase 1 per i problemi che andrà a creare in merito al contenimento della pandemia da coronavirus. Un settore delicato e ad alto rischio, sia in termini di contagio che dal punto di vista economico, è quello della ristorazione. Il comparto è tra quelli maggiormente colpiti dalla crisi e proprio adesso che si parla di ‘ripartenza’ è attanagliato da mille dubbi. Cosa porteranno le rigide misure di distanziamento? Sarà conveniente riaprire con limitazioni forti, costi del personale, spese per sanificazione dei locali, acquisto di dispositivi sanitari, controlli, in un Paese che è ancora dominato dalla paura del contagio?

Parlando con alcuni operatori della gastronomia a tutti i livelli, mi è sembrato di percepire contemporaneamente voglia di tornare in pista, dubbi su un futuro incerto, tensioni per quello che comunque sta accadendo e insicurezza circa il recupero effettivo del terreno perduto. Non sarà facile recuperare fiducia e quote di mercato; ma la rinuncia, proprio adesso, comporterebbe conseguenze sociali, psicologiche e anche economiche devastanti. Nel nostro piccolo possiamo dare una mano, spronarli ad andare avanti, acquistare qualche pietanza ed essere dalla loro parte. In questo modo torneremo ad essere un Paese normale.

LA RICETTA DELLA SETTIMANA. Tacconcelle al brodetto. Tagliare la sfoglia sottile ed a strisce di circa 2 centimetri in larghezza e di forma romboidale obliqua. Preparare il brodetto tipico della costa molisana e quando il pesce sarà cotto toglierlo dal tegame e tenerlo caldo in altra pentola. Una volta lessate le tacconcelle versarle nel brodetto precedentemente filtrato, da servire in tavola nel tegame di cottura, dopo averlo spolverizzato di prezzemolo e con l’aggiunta di peperoncino a gusto personale.

* giornalista appassionato di cucina

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