Comitato delle Regioni a Bruxelles: passati due emendamenti della Fanelli, coordinatrice della delegazione ANCI al CdR

Con due pareri proposti dalla coordinatrice della delegazione ANCI al CdR  passa in plenaria la linea che solo favorendo gli investimenti territoriali e valutandone il loro valore sociale è possibile superare la crisi e rilanciare l’azione europea. Nello specifico, con il primo emendamento, inserito nel parere “Sfruttare al meglio la flessibilità consentita dalle norme vigenti del Patto di Stabilità e Crescita”, si esprime la necessità di un chiarimento sulla quota di cofinanziamento nazionale che può essere rimossa dal calcolo del saldo strutturale di bilancio ai fini del rispetto del Patto.
Con il secondo, riferito al parere “Esito dei negoziati sugli accordi di partenariato e sui programmi operativi”, per la prima volta viene introdotta la dimensione sociale degli investimenti come indicatore nella valutazione di impatto degli investimenti e strumenti finanziari.
“Questi emendamenti – dichiara la Fanelli- sono frutto di un lungo lavoro; per anni l’Italia ha lavorato perché ci fosse maggiore consapevolezza sui danni per gli investimenti causati da una scorretta applicazione del Patto di Stabilità. Per la prima volta abbiamo raccolto voto favorevole per una modifica delle attuali regole, spero sia il primo passo.”
“Le banche e i soggetti privati – aggiunge – devono tenere in conto la dimensione sociale, non solo i parametri economico-finanziari nelle valutazioni di impatto. Sono molto soddisfatta per questa risultato politico, per la prima volta viene inserita esplicitamente la dimensione sociale degli investimenti in un parere del Comitato delle Regioni; spero che questo abbia come risultato una progressiva attenzione e presa in considerazione da parte della Commissione europea e del Parlamento. Anche la richiesta di un chiarimento sui cofinanziamenti nazionali rispetto al
Patto di Stabilità ha un rilievo politico notevole, soprattutto per i Comuni italiani.”
“Non è solo frutto del mio lavoro singolo, ma della delegazione italiana nel suo complesso, oltre barriere di appartenenza politica ed istituzionale, a dimostrazione che quando l’interesse nazionale è coniugato all’interno di un’Europa più coesa e solidale l’Italia vota compatta”.

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