Clinica degli orrori: quando la dignità umana è calpestata

Non è facile commentare quello che è accaduto nella clinica degli orrori di Montaquila perché solo a parlarne fa accapponare la pelle specialmente se si pensa che a farne le spese sono persone inermi, malate, abbandonate. Persone la maggior parte delle volte contrassegnate solo da un numero che la dice lunga di come la società moderna prevarica atrocemente chi invece ha bisogno di attenzione e cure; eppure sono maltrattate. Non ci sono parole per descrivere lo sdegno che in questi momenti assale tutti noi al solo pensiero che ci sono ancora troppi “figli” dell’incongruenza e della dissennatezza che non lesinano colpi mortali a chi ha necessità di considerazione e rispetto. Persone che  dovrebbero pensare seriamente che prima di ogni cosa viene l’uomo. Il quale, non è un ingranaggio arrugginito da sostituire in un sistema che, nell’assurdità dei fatti, fa si che accadono cose di un’inaudita violenza morale e materiale. Fa bene chi ha provato vergogna ma soprattutto rabbia nel guardare le poche immagini diffuse su quanto accadeva tra le mura della clinica molisana. Fa bene perché solo così può capire quanto è assurdo e perverso il mondo in cui impera una cosa sola: l’interesse personale legato spesso e volentieri al lucro, tant’è che gli ospiti della clinica dovevano pagare ben 1200 euro pro capite per non essere assistiti. Fa bene perché risveglia un sentimento che da troppo tempo è sopito. Un sentimento, purtroppo, schiavo della freddezza che è compagna di vita senza alcuna ratio che, mai come questa volta, è in netta antitesi con i principi umani. Parola volutamente dimenticata da chi mette in atto scellerataggini simili che portano a pensare seriamente che la pazzia non ha limiti. Una patologia che fa precipitare in un baratro chi si approfitta di chi non ha più le forze per reagire perché abbandonato al proprio destino. Un destino crudele,  avverso che aberra la moralità parola volutamente non conosciuta da queste 13 persone, fortunatamente tratte in arresto; ecco perché bisogna alzare la guardia contro chi falsamente si dice pronto a svolgere il ruolo di assistente. Assistente di che? di cosa? Non c’è risposta. Assistente, anzi aguzzino, che ha riportato alla mente gli orrori dei lager, come ha ribadito il procuratore della Repubblica di Isernia Albano, luoghi che si sperava consegnati definitivamente alla storia, anche se si tratta di una storia dolorosa che, visto gli episodi di cronaca, crudelmente torna alla ribalta. Una storia che ci auguriamo ha smosso la coscienza collettiva che da ieri, ne siamo più che sicuri, si è stretta attorno a chi per troppo tempo non ha potuto gridare e chiedere aiuto perché privato della propria identità. (Massimo Dalla Torre)

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