Cittadinanzattiva in audizione sul Ddl consenso informato in ambito scolastico: “Rischioso e divisivo”

“Il riferimento, sin dal titolo del disegno di legge, all’espressione consenso informato è, a nostro parere, fuorviante e pericoloso perché sottintende un rischio connesso al fare educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole. Quando invece dati ufficiali, documenti nazionali ed internazionali e, soprattutto, la richiesta – esplosa con la pandemia – della gran parte degli studenti e delle studentesse, confermano la necessità, ormai improrogabile, di promuovere, sin dalla scuola dell’infanzia, una cultura all’affettività e alla sessualità secondo un approccio trasversale e olistico, attraverso percorsi calibrati e costruiti  in base all’età e allo sviluppo dei bambini/e, ragazzi/e.  Ed è alla scuola che spetta offrire strumenti di comprensione e libertà, creare le condizioni perché ciascuno possa formarsi un’opinione autonoma, fuori da ogni approccio ideologico. Ed è dovere delle istituzioni favorire questa imprescindibile funzione della scuola, soprattutto a tutela dei ragazzi e delle ragazze che vivono in contesti sociali e familiari a rischio”.

È questo in sintesi il parere che Cittadinanzattiva ha offerto durante l’audizione in Commissione Cultura della Camera sul Disegno di legge Valditara.

“Mettiamo in evidenza dunque i rischi di questo provvedimento che mina la funzione educativa della scuola pubblica, fa arretrare il ruolo della comunità educante e svilisce lo strumento, mutuato dall’ambito medico, del consenso informato. Il rischio è affossare completamente qualsiasi proposta, da parte delle scuole, di prevedere percorsi educativi in tal senso, tanto più perché non si prevedono risorse aggiuntive per garantire –  a favore degli studenti per i quali non è stato firmato il consenso – le attività alternative a quelle di educazione alla sessualità e all’affettività”, ha dichiarato Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva, intervenuta oggi in audizione. “Piuttosto andrebbe previsto un rafforzamento degli strumenti di dialogo tra famiglie e istituzioni scolastiche, a cominciare dal Patto di corresponsabilità che, unitamente al Piano dell’offerta formativa e al regolamento d’istituto, andrebbero maggiormente condivisi con la comunità scolastica. Allo stesso modo, crediamo che per la selezione dei soggetti che svolgono attività di formazione nelle scuole, non solo per argomenti attinenti alla sessualità e all’affettività, il MIM dovrebbe e potrebbe introdurre criteri più stringenti e mettere in atto sistemi di verifica e controllo a campione delle attività realizzate dagli stessi”.

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