Ambiente/Coldiretti avvia raccolta firme contro eolico e fotovoltaico a terra

L’intraprendenza di Don Nicola Pietrantonio, parroco del Santuario Madonna Grande di Nuova Cliternia, e di tanti cittadini del Basso Molise, ha portato alla costituzione  del  “Comitato per la salvaguardia del territorio molisano” che si oppone alla ventilata realizzazione di parchi eolici e fotovoltaici a terra nei territori del Basso Molise.

Coldiretti cogliendo l’invito rivolto dal neo Comitato civico, a tutti i cittadini ed alle rappresentanze istituzionali, senza alcuna distinzione, ha valutato la necessità di  promuovere una campagna di sensibilizzazione a sostegno della battaglia degli agricoltori contro la realizzazione del “Parco Eolico Campomarino”, nel cuore di quella che è una realtà territoriale nella quale agricoltura, ambiente, paesaggio, storia e cultura, non possono supinamente soggiacere a meri interessi di parte.

“Sono anni che ci dicono che un giorno il conflitto più grande si farà per il cibo e la fame – afferma il Delegato Confederale di Coldiretti Molise, Giuseppe Spinelli – e noi cosa facciamo invece? Autorizziamo l’usurpazione dei terreni ed il valore del paesaggio che invece potrebbero rappresentare, insieme alle altre opportunità, un  formidabile motore di sviluppo”.

Coldiretti Molise, pertanto, ha previsto di organizzare all’interno dei mercati di Campagna Amica ed in tutti i propri Uffici sparsi sull’intero territorio regionale, “una petizione – spiega il Direttore regionale, Aniello Ascolese – rivolta a tutti i propri associati, ed ai cittadini-consumatori, al fine di far conoscere ciò che sta avvenendo in Molise sulla pelle degli abitanti, la cui aspirazione è sicuramente quella di poter lasciare ai loro figli e nipoti un territorio curato e ben tenuto, conservato secondo la vocazione naturale dello sviluppo, rispettando i principi tramandati da intere generazioni”.

“Insieme – conclude Spinelli – possiamo fermare uno scempio ambientale che non riguarda solo il Basso Molise ma tutta la regione, a causa della mancanza di indicazioni normative che stabiliscano quali possano essere le aree idonee alla realizzazione di siffatti impianti”.

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