Vendita Gemelli Molise/PCL: la sanità molisana in balia del capitale privato

Riceviamo e pubblichiamo

La messa in vendita della GEMELLI SPA di Campobasso è l’altro colpo che il capitale privato incassa sempre in barba del diritto alla salute, e delle elementari regole democratiche.
Facendosi pure beffa delle masse popolari che con le loro tasse hanno pagato la costruzione dell’edificio ospedaliero, segnatamente ben 50 miliardi di vecchie lire in fondi regionali (equivalenti 37 milioni di euro rivalutate al 2021).
Costi pubblici e profitti privati, solita storia, anche nella sanità.
E non ci interessa tanto sapere a quale cordata del capitalismo sanitario sarà assegnato il bottino nella guerra spartitoria in corso, tra cambiali elettorali e intrecci tra poteri regionali campani e molisani che pure esistono dando la cifra del degrado a cui ci ha portato la mercificazione della salute. Il punto è che questa giostra diretta dal Vaticano (uno dei colossi del capitalismo internazionale) in combutta con i capitalisti della sanità molisani e non, passa attraverso l’intreccio tra la Fondazione G.P. II, la Cattolica, il Policlinico Gemelli e la sua diramazione del Gemelli Molise, che divenuta SPA si è liberata dal vincolo giuridico di reinvestire gli utili sulla struttura sanitaria molisana, in modo da poterli usare liberamente ed ovunque: una catena economica che in sostanza termina col potere decisorio dell’Arcivescovato di Milano.
Morale della favola: a decidere su un importante pezzo di sanità molisana sono le gerarchie ecclesiastiche lombarde per il Vaticano, senza neanche la mediazione di organi elettivi, assessori e governatori locali, pur al servizio di questi comitati capitalistici.
Questa è la privatizzazione della sanità: tagli in qualità e quantità alla sanità pubblica, su mezzi, strutture e personale, minando il diritto alla salute per finanziare enormi profitti privati, ed un pericolo per la stessa elementare democrazia laddove si prendono decisioni sulla pelle della popolazione “alla chetichella”, da ristretti comitati di affari.
E di fronte a questo scempio non bastano le pur necessarie proteste spontanee per cacciare questo o quel governante di turno, visto che tutti i partiti borghesi della destra e del cosiddetto “centrosinistra” o del giallo apolitico, dal governo centrale sino alla regione, oggi come ieri, altro non sono che i comitati esecutivi di queste lobby capitalistiche.
Occorre mettere in campo una forza di massa uguale e contraria ed una piattaforma che smantelli questo sistema di potere sulla sanità: esproprio senza indenizzo della GEMELLI MOLISE SPA, con nazionalizzazione o regionalizzazione che riconduca le sue attività sanitarie sotto il controllo sociale e democratico della popolazione molsana, tanto più a fronte dei 37 milioni di euro (rivalutati) ricevuti per costruire la struttura e gli altri milioni intascati per le prestazioni peraltroman mano svuotate.
Nonché estensione di tale misura alle altre strutture private presenti nel Molise.
Contrasta con le norme cosiddette “liberali”, cioè della libertà dei capitalisti di arricchirsi a spese della società ? Vero, ma è proprio questa rottura che è necessaria per rimuovere queste grandi rapine sociali e di democrazia, per difendere il diritto alla salute.
E’ difficile ? La storia dimostra che se le masse lavoratrici e popolari prendono coscienza e si ribellano, ottengono sempre giustizia e diritti.
Ma non con il voto a questa o quella lista elettorale del capitale o subalterna al sistema: cambiare l’ordine esistente è possibile solo con lo sviluppo rivoluzionario delle lotte, sino alla costruzione di un governo dei lavoratori, anche nel Molise. Il resto è aria fritta.

Lì, 16/07/2021 PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI – SEZIONE DEL MOLISE

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