Vaccini, tutto fermo al Palairino di Termoli. Manzo (M5S): i basso molisani non sono cittadini di serie B

Termoli e il Basso Molise sono stati dimenticati dall’Asrem, sia nell’emergenza Covid sia nella fase della campagna vaccinale. Nell’area territoriale maggiormente popolata della regione, non si riesce ancora a comprendere come mai, ad oggi, la struttura già pronta ed allestita per un secondo centro vaccinale cittadino – il Palairino – non possa partire con le vaccinazioni per gli over 70. 

Le rassicurazioni fornite a mezzo stampa dal Direttore generale dell’Azienda sanitaria regionale, Oreste Florenzano, – afferma in una nota Patrizia Manzo -confermano tra le righe quello che appare come disinteresse. Disinteresse nei confronti di una larga fascia della popolazione regionale che, per poter essere vaccinata, deve necessariamente recarsi a Campobasso. Persone anziane, che magari non hanno alcun familiare che possa accompagnarle, che dovranno prendere un bus, arrivare nel capoluogo (dove di centri vaccinali se ne sono organizzati in numero adeguato alle necessità e per tipologia di inoculazione) e poi magari avviarsi a piedi verso il Palaunimol.

I basso molisani sono forse cittadini di ‘serie B’? Sia chiaro: non si tratta di una ‘guerra’ intentata per futili motivazioni. Parliamo invece di un diritto sacrosante, che siamo tuttavia costretti a reclamare.

Ricordo a me stessa – continua la consigliera regionale -la battaglia che ho dovuto intraprendere solo qualche mese fa quando, nel momento del picco dei contagi, gli abitanti di Termoli e di un’area vasta e fortemente colpita dalla seconda ondata, non avevano la giusta copertura sanitaria a domicilio. Una sola Usca era bastevole per la dirigenza Asrem e per il responsabile della Protezione civile regionale.  E dopo una serie infinita di sollecitazioni e di richieste avanzate in Aula, finalmente è stato possibile attivarne almeno un’altra. Una unità di continuità assistenziale in più, per ovviare alle reali ed evidenti difficoltà di medici e sanitari che hanno fatto miracoli per poter assistere tutti. Migliaia di persone contagiate sono rimaste chiuse in casa nell’attesa che fosse garantito loro il diritto alla salute.

Oggi quel disegno sembra ripetersi: agli over 70, destinatari del siero AstraZeneca, viene impedito di potersi vaccinare in sicurezza, in un luogo facilmente raggiungibile e già allestito. Il Palairino, infatti, potrebbe funzionare fin da subito, anche grazie alla consueta disponibilità di medici e personale sanitario che sarebbero pronti ad avviare il secondo centro cittadino per accelerare sulla campagna di immunizzazione. Accelerazione richiesta a gran voce dal commissario Figliuolo.

E invece si aspetta, non è ben chiaro cosa. Forse non ci sono dosi a sufficienza per il territorio di Termoli e del basso Molise? Forse non si è preso nella giusta considerazione il numero complessivo di abitanti di quest’area?

I maggiori centri della regione – conclude la Manzo -possono contare su più presidi vaccinali dedicati, dislocati in aree cittadine facilmente raggiungibili che consentono, quindi, alla popolazione di poter contare su una logistica funzionante e sicura. Nel caso delle somministrazioni di AstreaZeneca, i presidi dedicati sono presenti a Campobasso e a Isernia, mentre Termoli ne è ancora sprovvista pur avendo già una sede allestita ed inutilizzata.

Logica vorrebbe che anche il basso Molise venisse dotato di una struttura in grado di effettuare le somministrazioni agli over 70. La struttura c’è, Manca solo il sì dell’Asrem!

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