Vaccini Covid. Fismu: “Sia solo il Governo a gestire la campagna di vaccinazione”


Il segretario Esposito: “La chiave di volta è mettere i medici, tutti i medici della sanità pubblica, giovani e meno giovani, ospedalieri, specialisti ambulatoriali, medici di famiglia, del 118, di continuità assistenziale, nella condizione di poter vaccinare in massa i cittadini, con due condizioni: sicurezza ed efficienza.


La Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu continua a registrare ritardi e incongruenze in molte, troppe, regioni per la campagna di vaccinazione. Francesco Esposito, segretario nazionale di Fismu, è pessimista sulla capacità di coordinamento e programmazione a livello regionale: “Si è deciso prima di utilizzare le agenzie interinali per ridurre i tempi burocratici di assunzione di personale vaccinatore, una scelta del precedente Governo Conte che è risultata fallimentare.

Oltretutto escludeva tra mille incompatibilità i medici del Ssn, a partire da quelli di
famiglia. Ora attendevamo un cambio di passo, ma la decisione di delegare ad ogni singola regione la definizione degli accordi con i medici di medicina generale avanza tra ritardi e contraddizioni.

Medici che non possono essere solo meri esecutori, ma la regia del processo, di questa grande operazione di salute e prevenzione pubblica. Positiva la chiusura di un accordo con gli specializzandi, ma manca ancora un impegno concreto a coinvolgere anche i
camici bianchi delle scuole di formazione di medicina di famiglia.

Al di là della giungla di tariffe economiche stabilite senza un criterio di omogeneità tra nord, centro e sud, sono molteplici anche le modalità di erogazione del vaccino: una babele!”.

“La situazione è difficile – conclude Ernesto La Vecchia segretario regionale FISMU, – si propone da più parti un altro lockdown, visto i numeri di occupazione degli ospedali, ma con una campagna vaccinale ancora così incerta rischia di essere solo un palliativo, forse addirittura un buco nell’acqua.

La chiave di volta è mettere i medici, tutti i medici della sanità pubblica, giovani e meno giovani, ospedalieri, specialisti ambulatoriali, medici di famiglia, del 118, di continuità assistenziale, nella condizione di poter vaccinare in massa i cittadini, con due condizioni: sicurezza ed efficienza.

Uno sforzo straordinario da far gestire dal ministero della Salute, insieme al Commissario
Straordinario, scavalcando le burocrazie regionali, coordinandosi direttamente con i distretti, i medici di medicina generale, i dipartimenti di igiene pubblica. Ora se no quando.

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