Riceviamo e pubblichiamo
COMUNICATO STAMPA
4 aprile – 6 aprile 2019
“L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, ha registrato 4 scosse di terremoto in Italia nella notte di oggi, mercoledì 4 aprile 2018. Alle ore 3:11, sisma di magnitudo 2.0 a Milo, in provincia di Catania. Ipocentro a 9 chilometri di profondità. Alle ore 4:19, scossa di magnitudo 4.0 avvertita a Muccia, in provincia di Macerata, ipocentro a 9 km. Evento localizzato 29 km ad est di Foligno, 53 km ad est di Perugia. Replica M 2.0 alle ore 4:31, ipocentro ad 8 km”. (fonte https://www.centrometeoitaliano.it/terremoti- e – geofisica/terremoto – oggi – marche – 4 – aprile – 2018 – scossa – m – 3 – 9 – avvertita – in – provincia – di – macerata – dati – ingv – 60992/ ) E’ stata una scossa chiaramente avvertita in una vasta area del centro Italia quella che si è verificata nella notte del 4 aprile 2018 che ha destato forte preoccupazione ma per fortuna nessun danno. Si è verificata alle ore 4.19 con epicentro a Muccia,in provincia di Macerata, in un’area nelle vicinanze del confine tra Umbria e Marche. In un primo momento, l’intensità era stata valutata a magnitudo 4.2, ma poi l’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) ha stimato l’intensità a 3.9 facendola ulteriormente risalire, dopo ulteriore aggiornamenti, a 4.0. Una magnitudo, così alta, comunque non si registrava, in quella zona, da diverso tempo. E la paura, soprattutto nelle località di Umbria e Marche adiacenti la fascia appenninica è stata tanta. La popolazione è stata svegliata in piena notte soprattutto nei Comuni di Muccia, Serravalle di Chienti, Camerino, Foligno, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Sellano, Visso, Ussita, Fiuminata. ” (fonte https://www.inmeteo.net/blog/2018/04/04/terremoto – tempo – reale – ingv – scosse – oggi – 4 – aprile – 2018 – ultimi – terremoti – orario/ ) . “ Erano le 3.32 del mattino del 6 aprile 2009, quando una scossa di magnitudo 6,3 sprigionò tutta la sua potenza a L’Aquila e nei centri abitati vicini. Una catastrofe che colse nel sonno migliaia di persone radendo al suolo case , monumenti, edifici storici, ospedali, università. 309 morti e migliaia di sfollati. Molti non fecero in tempo ad accorgersi del pericolo e fuggire in strada. Il bilancio finale sarà un bollettino di guerra: 309 morti, 1.600 feriti e 80 mila sfollati. Per tutta la notte nelle settimane la terra continuò a tremare. Nelle 48 ore dopo la scossa principale, si registrarono oltre 256 repliche, 150 nella sola giornata di martedì 7 aprile. L’epicentro fu individuato a 8 chilometri di profondità e a circa poco più di un chilometro dal centro dell’Aquila. L’intero Centro Italia ha traballato, scosso dall’immane forza del sisma che ha devastato soprattutto l’Abruzzo ma che si è avvertito a Roma (perfino le Terme di Caracalla subirono lesioni), fino a Napoli.(See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/3.32. – 6 – aprile – 2009 – 64b1bc0c- 749f – 4834 – a65e – 370bb9318f91.html
Così si leggeva il 4 aprile dello scorso anno, giornata ulteriormente particolare per i suoi 4 eventi, più o meno contemporanei, sull’intero territorio italiano. Ed ancora più devastante il 6 aprile 2009, dieci anni tra scorsi e mai dimenticati, DIECI anni. Siamo, tra oggi ed il 6 prossimo, a ricordare date che hanno ferito e segnato l’Italia, le nostre regioni, i nostri piccoli Comuni, i nostri concittadini, i nostri studenti,in modo irrimediabile. Date, che hanno sconvolto e cambiato per sempre quei territori ed i loro abitanti, nei sentimenti e nel le emozioni, l’intero senso della vita, riallineando gli stessi valori che hanno mutato il loro grado di priorità. Sono tante, ormai tante e troppe, le date da ricordare, non per la loro gioiosa ricorrenza, purtroppo, ma in maniera intensa la ricordano quelle persone che ne hanno perso affetti, cose e lavoro. Oltre, a vivere ancora, oggi, in abitazioni sommarie, provvisorie, senza sentirle loro, senza respirare l’aria familiare e con tante situazioni ancora complicate, respirando ancora quella polvere e quell’aria irrespirabile.
Perché, ricordare. Perché siamo stantii e statici, tutti. Perché, anche se, ancora presto per il Governo, siamo lontani da un lavoro di protezione delle cose, ma soprattutto dei cittadini tutti, con i più piccoli in particolare, che , ancora oggi, passano le loro giornate in ambienti non sicuri, non a norma, ed in attesa di eventi amministrativi politici elettorali del tempo. Continui spot, rinvii, promesse, oggi più che mai, da rinnovare per le imminenti amministrative ed europee. Partita doppia, questa tornata. Allora, il costituendo Comitato Nazionale Scuole Sicure ed in particolare, il costituendo Comitato Scuole Sicure di Campobasso, rilanciano il tema SCUOLE SICURE. Certo, potremmo essere considerati, ossessivi ed intransigenti. Molti ci potranno additare come quelli fissati, ripetitivi, che non sanno aspettare. Ma cosa dovremmo attendere o aspettare?! L’evento drammatico?! O basterebbe,una vera e propria rivoluzione del pensiero, ma soprattutto dell’ azione. Campobasso, in particolare, come molteplici Comuni e paesi nazionali, vede ancora scolari e maestranze presenti in luoghi dichiarati “non sicuri, da abbattere e o adeguare sismicamente e o da costruire nuovi” (cit. per Campobasso certificazione Studi vulnerabilità UNIMOL Campobasso).
Oppure, che una scuola dichiarata non agibile per la normale frequenza scolastica , con bambini fino ai 10/13 anni, poi chiusa,la si conceda , per ricevere ed ospitare, bimbi al di sotto dei 7 anni per l’evento “leggiamo un libro” – “Si ma dai, ha cambiato stato d’uso, quindi le norme sono diverse!”. Allora, scusate ci , e magari segnaleremo al Sig. Terremoto di evitare alcuni ambienti con destinazione diversa. Possibile che non si capisca, o non si voglia comprendere che qui non si scherza, non si rinvia o rimanda il problema agli altri che verranno. Quei lavoratori, figli, nipoti sono i nostri. Continuiamo a meravigliarci dei silenti Genitori, preoccupati sì, di un raffreddore, dei vaccini, dei bullismo, della droga, ma mai della scuola quale contenitore della vita. Sì, di quella vita che, la stessa scuola, quella , con e, dalla S maiuscola,deve plasmare, formare appunto, alla vita, alle regole, al rispetto della Costituzione e dell a Legge. Quella stessa Legge che, chi amministra deve, e sottolineo deve rispettare ed esigere. Attendiamo , ancora, risposte alle nostre richieste di accesso agli atti, non dal Comune di Campobasso, questa volta, lo hanno visto , nella figura della dottoressa Iannelli, sollecito ed accogliente con un immediato riscontro, anche se molto deve ancora essere riordinato. Carte ancora un po’ sparse. Ma attendiamo, dalla Asrem- Durp di Campobasso, dai VV.FF. Comando Provinciale di Campobasso e dalla stessa Provincia di Campobasso, presieduta dal Presidente Antonio Battista, che avevamo interessato, con una richiesta FOIA specifica per responsabilità, nel mese di Settembre 2018. Attendiamo ed a questo punto rilanciamo. Il Comitato Nazionale Scuole Sicure, in questi giorni sta presentando a tutti gli Enti preposti e proprietari degli edifici scolastici attivi sul territorio, la richiesta di accesso agli atti, per visionare quanto certificato, anche in merito, ed in seno al D.lgs. 241/2000 – Direttiva 2013/59 EURATOM nelle scuole – più conosciuto come gas RADON. Questo Comitato Scuole Sicure di Campobasso, si allinea, e come per la sicurezza degli edifici, intende far conoscere alla popolazione cittadina, ed in particolare a quella scolastica, l’esistenza ed il livello di presenza di detto gas, che, come da ultimi dati e misurazioni, è risultato presente nelle scuole di Termoli ed all’interno degli edifici del Tribunale di Isernia e della stessa Procura isernina.
Ricordiamo che, questo gas, se pur non eliminabile in maniera definitiva, deve essere – ” fissato un primo livello di azione in termini di concentrazione di attività media in un anno pari a 500 Bq m- 3 oltre il quale i datori di lavoro devono attuare particolari adempimenti ad esempio notifiche a pubbliche amministrazioni e, in particolare, una valutazione della dose efficace. Nel caso in cui tale dose efficace superi il valore di 3 mSv, il datore di lavoro ha l’obbligo di ridurre la concentrazione di radon o la dose efficace al di sotto dei valori sopra riportati. Nel caso non si riesca a ridurre la dose efficace al di sotto dei valori prescritti si applica una parte della protezione sanitaria dei lavoratori contro le radiazioni ionizzanti prevista dal Decreto stesso.”” Le principali novità introdotte con la nuova Direttiva 2013/59/Euratom (scadenza recepimento dello Stato membro, 6 febbraio 2018) riguardano l’introduzione di livelli riferimento inferiori rispetto ai livelli di azione indicati dalla normativa italiana per gli ambienti di lavoro. Ogni Stato membro dovrà stabilire livelli di riferimento nazionali, per la media annua della concentrazione di attività di radon in aria, non superiori a 300 Bq m- 3 a meno che un livello superiore non sia giustificato dalle circostanze esistenti a livello nazionale. Inoltre, per le abitazioni lo Stato membro dovrà stabilire livelli di riferimento nazionali, per la media annua della concentrazione di attività di radon in aria, non superiori a 300 Bq m-3.” La direttiva stabilisce inoltre che gli Stati membri definiscano un piano d’azione nazionale che affronti i rischi di lungo termine dovuti alle esposizioni al radon, con il principale obiettivo di ridurre l’impatto sulla popolazione e sui lavoratori, attraverso, ad esempio, l’adozione di misure appropriate per prevenire l’ingresso del radon in nuovi edifici e individuando le zone in cui si prevede che la concentrazione media annuale di radon superi il livello di riferimento nazionale in un numero significativo di edifici (vds nuova costruzione Scuola in Contrada Mascione). All’interno di tali zone dovranno essere effettuate misurazioni del radon nei luoghi di lavoro e negli edifici pubblici situati al pianterreno o a livello interrato, e promossi interventi volti a individuare le abitazioni in cui la concentrazione media annua supera il livello di riferimento, incoraggiando eventuali azioni di rimedio in tali abitazioni. Sottolineiamo, ancora, che questo Comitato Nazionale Scuole Sicuree lo stesso Comitato Scuole Sicure Campobasso, con tutti i loro rappresentanti:genitori,insegnanti, operatori ATA,professionisti, vogliono restare fuori da diatribe e dinamiche puramente “elettive – propagandistiche”, valutando però, esclusivamente, le mere azioni che porranno in sicurezza, quella VERA, tutti i nostri figli, bambini, scolari, studenti per ogni ordine e grado, e tutte le forze lavoro presenti nelle strutture, ancora oggi, deficitarie ed inefficienti, e saremo intransigenti su chi farà campagna elettorale “becera” su tale problematica. Soprattutto per coloro che mai, mai presenti, oggi si ergono a paladini, fuori e dentro l’ istituto Comune.
Abbiamo imparato, purtroppo, negli anni, ad osservare i fatti, non le promesse o gli annunci del faremo, FATTI !
Per il Costituendo Comitato Nazionale Scuole Sicure
Nicola Simonetti – referente regionale Molise Referente del costituendo – Comitato Scuole Sicure Campobasso