Regione/ Elezioni, Italia Viva…e vegeta

di Stefano Manocchio

Il paragone con la Prima Repubblica forse è inopportuno, visto che trent’anni ed oltre in politica sono un’eternità e sembrerebbe di confrontare i due opposti, come l’era preistorica con quella dei ‘pronipoti’ (celebre cartone animato che solo i miei anzianotti coetanei possono ricordare). Negli anni d’oro della Prima Repubblica il pentapartito e il sistema proporzionale avrebbero impedito di concentrare le luci dei riflettori in una discussione interna a quella che a tutti gli effetti è una lista civica, Orgoglio Molise,che però da molti è considerata una costola di un partito, Forza Italia; allora gli interessi erano generali ed anche i rapporti tra le varie sigle politiche si svolgevano per almeno il 75% del tempo nelle segrete stanze. Va detto anche che la comunicazione era meno globale ed invasiva e sicuramente meno potente di adesso. Ora è tutto diverso, i partiti hanno un ruolo meno incisivo, possono imporre poco e i singoli sono spesso più potenti delle sigle politiche, o almeno ugualmente potenti. Ma veniamo ai giorni nostri: il ‘caso’ Toma.

L’attuale presidente della Giunta regionale del Molise, sfidando tutti e tutto insiste, pare comunicando in maniera incessante con gli organismi nazionali del partito, nel riproporre la sua candidatura, paragonando la sua proposta a quella dei colleghi Fontana (Lombardia) e Fedriga (Friuli Venezia Giulia) che infatti saranno riconfermati come candidati allo scranno più alto delle rispettive assisi regionali per la coalizione di centro-destra; inoltre pare che nel Lazio il candidato sarà in quota a Fratelli d’Italia, quindi al Molise la casella spetterebbe di norma a Forza Italia. Ciononostante non tutti sono d’accordo sui nomi. Inizialmente il ‘veto’ su Toma l’avrebbe messo solo il coordinatore regionale della Lega, Michele Marone e poi il dibattito si è spostato appunto all’interno di Forza Italia, stante l’opposizione alla candidatura-Toma da parte del leader elettorale dei ‘forzisti’ in Molise, cioè l’eurodeputato Aldo Patriciello.

Il ‘caso’ si è allargato con la diatriba pubblica e prolungata Forza Italia- Orgoglio Molise (o meglio tra parti della prima sigla politica e della seconda) ed è stato, anche per comodità, subito personalizzato e riportato a contrasti tra le persone, ma anche in questo caso la situazione va oltre le ripicche personali e sta investendo la base dei due partiti e se non ‘domata’ potrebbe generare pericolose e corpose fughe di iscritti,.

In Forza Italia, quindi, il rebus non è di facile soluzione: orientarsi verso Donato Toma o accettare una scelta di discontinuità, quale quella proposta da Aldo Patriciello? Non ci è dato sapere quali siano gli equilibri interni ai berlusconiani in questo momento, ma è sicuro che il binomio Forza Italia-Orgoglio Molise non potrà che indebolirsi se si protrarranno i contrasti e forse alla fine non sarà più neanche un binomio. L’adesione di Cotugno al Gruppo Misto da un lato porta chiarezza, cedendo le redini del partito-movimento al ‘rivale’ Cefaratti, dall’altro però sarebbe preludio di un’ulteriore scelta politica da parte dell’assessore regionale.

I ‘rumors’ recenti infatti dicono che Cotugno resterebbe nel Gruppo Misto per non creare confusione, ma di fatto veleggerebbe a breve verso i lidi di Forza Italia, con una manovra sponsorizzata da Toma; a catena s’ipotizza in questo caso la delusione di Patriciello verso l’eventuale comportamento disponibile dei vertici ‘azzurri’ ed un suo spostamento altrove: ma dove?

Non è sfuggito agli operatori della comunicazione della politica come da tempo ci sia feeling tra l’europarlamentare ed il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, feeling inteso come stima reciproca, mentre eguale considerazione importante ci sarebbe anche con la parlamentare campana Mara Carfagna di Azione: inoltre un ipotizzato incontro privato con l’on.Rosato avrebbe già aperto la strada almeno al dialogo. L’interessato naturalmente sulla questione non parla e sinceramente sarebbe strano il contrario: ma se due più due fa quattro il gioco è fatto e la previsione nell’immaginario mediatico è diventata “Patriciello si sposterà sul ‘bipartito Azione-Italia Viva”. In politica le situazioni sono certe solo quando ufficializzate e manca ancora tempo per definire quella specifica; certo è invece che un montante elettorale così ampio (oltre a lui tutti quelli che lo seguirebbero) darebbe al Terzo Polo una spinta inusitata finora.

Ma c’è tanto da capire e da obiettare, ad iniziare dal fatto che a livello nazionale il Terzo Polo non è alleato con il centro destra, o almeno non lo è ancora. Inoltre non si hanno tanti riferimenti certi sugli attori locali dell’eventuale trattativa, tranne che il segretario regionale di Azione è Luigi Valente e che l’esponente di spicco di Italia Viva è l’ex-parlamentare Giuseppina Occhionero oltre al referente locale Donato D’Ambrosio. In sostanza la squadra elettorale è ancora in divenire, ma l’eventuale ingresso di Patriciello darebbe allo stesso naturalmente spazi di manovra molto ampi, anche più che in Forza Italia.

Per ora siamo nel campo di ‘si dice’, che dalle nostre parti spesso sono poi diventati “è”; ma la strada è lunga e di voci del genere ne abbiamo viste tante nascere e durare il tempo di una fumata di sigaretta.

La soluzione, si spera, già dalla prossima puntata.

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