Parco dell’olivo Venafro/Interrogazione urgente di Nola: la Regione dica dove sono i fondi

Ogni istituzione che si rispetti tutela i propri tesori, non li abbandona. La Regione Molise, però, sembra non capire l’importanza del Parco storico regionale agricolo dell’olivo di Venafro.


Insieme ai colleghi del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale ho depositato una interrogazione urgente a mia prima firma per capire se i vertici regionali hanno davvero intenzione di lasciar morire il Parco: sarebbe un atto di miopia politica e strategica.


Parliamo dell’unico Parco dedicato all’olivo nel Mediterraneo, inserito dal Ministero delle Politiche agricole e forestali nel ‘Registro nazionale dei Paesaggi rurali storici’, nonché uno dei luoghi storicamente più importanti dell’olivicoltura mediterranea.


La nostra interrogazione raccoglie l’allarme di cittadini e associazioni che più volte hanno segnalato la carenza di fondi per la sopravvivenza del Parco ed è l’ennesima iniziativa pensata dal MoVimento 5 Stelle per tutelare la ricchezza olivicola regionale. Lo scorso anno, infatti, fu approvata la nostra mozione che raddoppiava i finanziamenti al Parco dell’Olivo di Venafro portandoli a 100.000 euro.


Ad oggi però l’amministrazione regionale non ha mosso un dito, al punto che pochi giorni fa i vertici del Parco hanno inviato alla Regione una nota di denuncia nella quale si evidenziano mancati finanziamenti a favore dell’Ente per l’esercizio 2020 nonostante abbia in cantiere progetti ordinari e straordinari come la manutenzione dei sentieri, il Piano turistico ambientale e la Community Map rientrante nel ‘Progetto Interreg Cross Border Olive’.


Con la nostra interrogazione urgente chiediamo al presidente Donato Toma e all’assessore competente Nicola Cavaliere, se esistono e a quanto ammontano le risorse per finanziare il Parco dell’Olivo. Ma vogliamo sapere anche quando e come la Regione Molise intende finanziare i progetti che l’Ente Parco ha già predisposto e quando saranno liquidate le risorse stabilite dal Programma di sviluppo indicato nella legge regionale istitutiva dell’Ente.


Restare in silenzio di fronte a queste semplici sollecitazioni vorrebbe dire dare un colpo mortale al Parco e perdere l’ennesima occasione per tutelare le tipicità del nostro territorio lasciando morire un altro asset strategico dell’economia regionale.

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