Liberaluna Onlus/8 marzo Festa della donna per il riconoscimento delle Pari Opportunità

Sono passati 7 anni da quando è nata Liberaluna Onlus che con costanza e perseveranza ha sostenuto le donne vittime di violenza del territorio Molisano. Fino ad oggi abbiamo combattuto contro la violenza, ma anche contro un sistema politico e dirigenziale che ci ha boicottato. Ieri per l’ennesima volta ne abbiamo avuto la riprova.

Nel gennaio 2020 facevamo richiesta all’Ufficio delle Politiche Sociali della regione Molise, dopo esserci iscritte nel registro dei Centri Antiviolenza, di essere inserite nella mappatura del 1522, a distanza di un anno scopriamo per caso che questa procedura non è stata avviata, pertanto mandiamo richiesta al nuovo Dirigente che immediatamente provvede. Purtroppo però l’inserimento non è immediato e veniamo escluse da un progetto per questo motivo.

Nonostante abbiamo tutti i requisiti che ci consentono di definirci CAV e che ci permettono di garantire alle donne del territorio un servizio di qualità, l’associazione Farciste Insieme, dopo averci inviato una brochure nella quale venivano inseriti i contatti dei Centri Antiviolenza Molisani, constata che il numero verde di Liberaluna non è ancora inserito nel 1522, pertanto ci comunica che questa è una discriminante.

Oggi rifletto, però, su come sia stata possibile la procedura di registrazione al registro regionale dei CAV e al 1522 del Centro Antiviolenza di Isernia in quanto privo, per quanto ne sappia io, di almeno 2 requisiti sanciti dall’art. 2 dalla Conferenza Stato Regioni: punto 1 “La struttura destinata a sede operativa del centro Antiviolenza deve garantire le diverse attività nel rispetto della privacy” e punto 7 “Non è consentito l’accesso ai locali del Centro autori della violenza e dei maltrattamenti”.

In questi anni devo dire che mi sono fatta tante domande, ovvero: come mai si preferiscono cooperativa e associazioni non radicate nella nostra regione? Come mai dopo aver ricevuto un riconoscimento dalla più alta carica dello Stato per le attività che svolgo attraverso l’associazione Liberaluna Onlus che gestisce il CAV Liberaluna, non ci riconoscono nella regione dove operiamo?

Per quale ragione a differenza di altre regioni che dividono equamente i fondi tra Centri privati e pubblici, in questa regione ciò non avviene? Io e tutto il gruppo di lavoro che mi sostiene in questa battaglia, continueremo ad accogliere le donne vittime di violenza, ma credo che insieme a noi debbano farsi portavoce di discriminazioni come questa, esponenti politici, ma soprattutto le donne che combattono per le pari opportunità nella
regione Molise.


La responsabile del Centro Antiviolenza Liberaluna
Cav Dr.ssa La Selva Maria Grazi

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