Lanza : “Il decreto legge ‘inSicurezze’ è l’Italia che chiede rispetto dei diritti umani”

Mercoledì 28 novembre 2018 passa alla Camera il Dl sicurezza con 396 si e 99 no, il testo già approvato al Senato, grazie alla “rappresentanza”, dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale diventerà legge.

Segue la propaganda fuori dal palazzo, al grido ‘la pacchia è finita’, il governo festeggia il decreto legge sulla sicurezza (confermando la scelta al servizio dei potenti del mondo che hanno causato migrazioni, disuguaglianze e povertà) inasprendo le pene per chi le ingiustizie le subisce. Carcere per chi occupa un “bene comune” dismesso, carcere per accattonaggio molesto e per i parcheggiatori abusivi.

Da una parte la politica della propaganda che avvolge in un abbraccio miserevole gli uomini del palazzo, il decreto legge passa con il voto degli illustri Deputati del M5S con quello di Forza Italia, il partito guidato da Silvio Berlusconi, oltre al voto dei parlamentari di Lega e Fratelli d’Italia, dall’altra un Italia piena di donne e uomini che si muovo nel solco tracciato dalla Costituzione italiana e dall’ONU che il 10 dicembre 1948 approvò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Cosa prevede il decreto legge proviamo a focalizzare l’attenzione su alcuni punti: la cancellazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, al suo posto ci saranno i “permessi speciali” temporanei previsti per 6 fattispecie: motivi di salute di particolare gravità, calamità nel Paese d’origine, atti di valore civile, vittime di tratta, violenza domestica e grave sfruttamento lavorativo. L’intento è quello di ridurre gli stranieri che possono usufruire della protezione umanitaria creando insicurezza. L’abrogazione della protezione umanitaria smantella il sistema di accoglienza e integrazione organizzato dai Comuni (Sprar), spingendo i migranti nell’illegalità e nell’emarginazione. Si sceglie l’utilizzo dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) sotto il controllo diretto delle prefetture e si ridimensionano gli Sprar controllati dai Comuni, con il nuovo decreto legge potranno accedere agli Sprar solo i titolari dei permessi di soggiorno speciali e ai minori non accompagnati, mentre ai richiedenti asilo è preclusa la partecipazione poiché dovrebbero trovare accoglienza solo nei Cas (Centri di Accoglienza Secondaria) e nei Cara (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo).

Si risponde con la propaganda rispetto ad una richiesta di sicurezza da parte dei cittadini aggravandone l’insicurezza poiché la marginalità e la clandestinità sono il terreno in cui maturano illegalità e devianza sociale e si apre la strada a ricorsi di incostituzionalità. Passano da 90 a 180 giorni i tempi di accoglienza degli immigrati nei Cpr (centri di permanenza e rimpatrio), praticamente centri di detenzione, soggette al controllo esclusivo delle autorità di pubblica sicurezza. In uno stato di diritto costituzionale quale dovrebbe essere l’Italia si limita la libertà in ragione di una condizione personale e non in ragione di un reato commesso.

La sperimentazione del Taser (pistola ad impulsi elettronici) anche per i Vigili Urbani, l’estensione della Dasco Urbana, la reintroduzione del il reato di accattonaggio, nonostante la declaratoria nel 1999 di incostituzionalità dell’analoga norma contenuta nel Codice Rocco, l’indicazione come priorità degli sgomberi degli immobili occupati pur in assenza di piani di collocamento abitativo e una reale urgenza che giustifichi gli inasprimenti della pena da 2 a 4 anni per chi promuove organizza l’occupazione d’immobili delineano le scelte di una maggioranza incapace di comprendere il quadro complessivo che determinano le condizioni di disagio sociale e di povertà diffusa che vive una larga fetta della popolazione italiana.

Da più parti si alza forte la voce critica di donne ed uomini non assoggettati alla facile propaganda, da più parti si chiede legalità Costituzionale, su questo solco noi continueremo a far sentire forte la nostra voce, nel rispetto della nostra Costituzione e nella ferma volontà di voler tornare ad essere comunità.

Nicola Lanza (portavoce di Laboratorio Progressista)

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