Invecchiamento attivo e sostegno ai caregiver: due leggi per rispondere ai bisogni degli‘invisibili’

Il Consiglio regionale, nella seduta odierna, ha approvato due proposte di legge che hanno decisi punti
di contatto perché entrambe vicine ai bisogni e alle necessità di persone spesso ‘invisibili’ e quindi
interessate marginalmente da provvedimenti specifici.
Mi riferisco ai nostri anziani, ormai parte predominante della popolazione molisana, e ai caregiver
familiari, veri angeli dell’accudimento.
Ho scelto, con il sostegno del presidente Roberti, di lavorare su due proposte di legge – “Promozione
e valorizzazione dell’invecchiamento attivo e della buona salute” e “Disposizioni legislative per il
riconoscimento del caregiver familiare” – con l’obiettivo di rispondere a specifici bisogni, emersi in
questo primo anno da consigliere regionale delegato al Welfare.
Ricordo, relativamente alla norma sull’invecchiamento attivo, le tante promesse della politica che
non si sono mai concretizzate. Oggi abbiamo una legge organica, che si fonda su dati oggettivi: il
numero crescente della popolazione anziana, l’assenza di un impianto normativo che la riguardi
specificatamente e le informazioni derivanti dagli studi statistici che fotografano la realtà del nostro
territorio e delle comunità che lo abitano.
Abbiamo ritenuto di dover valorizzare il ruolo delle persone anziane, riconoscendo il valore delle
esperienze di vita personali e professionali, il patrimonio di conoscenza, di relazioni disegnando un
modello di ‘presente’ che tenga conto delle loro solitudini, delle fragilità, dei bisogni sociali per
promuovere la solidarietà, la cooperazione tra le generazioni, la partecipazione alla vita sociale,
economica e culturale.
Invecchiare non significa isolamento, perdita di dignità, solitudine. La legge si configura come un
intervento organico, con una dotazione finanziaria certa. Una norma che non resta su carta, che non
è un intervento di bandiera perché abbraccia più settori, prevede l’elaborazione di un Piano triennale
integrato, una rete che coinvolga Comuni, Ats, Asrem, sindacati, Terzo Settore, scuole e università e
che istituisce la Consulta regionale per l’invecchiamento attivo. Perché gli anziani non siano
spettatori, ma parte delle decisioni.
Le azioni che questa proposta di legge mira ad attuare vanno dalla prevenzione delle fragilità alla
promozione di stili di vita sani, dall’educazione digitale – sempre più rilevante in considerazione del
rischio isolamento e dei continui tentativi di truffa ai danni dei nostri anziani -, alla formazione
permanente, all’inclusione sociale, al volontariato, al turismo, alla cultura, allo sport.
Un intervento normativo che si collega anche alla legge n.1 del 2025, di cui sono stata prima
firmataria e licenziata nello scorso mese di marzo, che riguarda l’agricoltura sociale come mezzo per
trasmettere saperi e creare legami tra generazioni anche attraverso le fattorie didattiche, le imprese
sociali, il recupero delle tradizioni contadine e la loro condivisione con il mondo esterno.
Al centro c’è anche la famiglia, risorsa fondamentale per le politiche di invecchiamento attivo:
servivano azioni utili a supportare i nuclei familiari così da consentire la permanenza nel contesto
domiciliare della persona anziana, a promuovere e sostenere i caregiver familiari, a favorire
l’inserimento delle famiglie all’interno di reti di auto organizzazione dei servizi in favore
dell’invecchiamento attivo. Ritengo che questa legge – che ha una dotazione finanziaria iniziale utile
per farla ‘partire’ ma già la certezza di un corposo impegno economico da oltre 600mila euro a valere
su entrate certe – sia un investimento in salute, in benessere, in coesione sociale perché introducendo

azioni che favoriscano la permanenza vitale degli anziani nel contesto sociale, in un migliore stato di
salute, diminuirà, per altro verso, anche la pressione sul sistema sociale e sanitario.
E in stretta connessione con gli interventi per l’invecchiamento attivo, c’è la legge a sostegno del
caregiver familiare, anche questa approvata oggi dall’Aula, che colma un vuoto e restituisce dignità
a donne e uomini che quotidianamente si prendono cura dei propri familiari che necessitano di
assistenza.
Si tratta di un importante traguardo, come è emerso anche dagli interventi di parte della minoranza
consiliare: la Regione Molise ha scelto di riconoscere e promuovere la cura familiare come bene
sociale, valorizzando il ruolo dei caregiver. Sostenerli economicamente significa restituire dignità a
quelle migliaia di ‘invisibili’ che vivono queste esistenze sospese.
E anche questa non è una norma che si ferma sulla carta: per renderla concreta, vicina ai nostri
cittadini e alle loro esigenze, abbiamo individuato i fondi utili per la sua immediata attuazione e siamo
certi che la dotazione finanziaria di partenza potrà essere aumentata grazie al trasferimento di fondi
statali vista l’attenzione e il lavoro in corso del ministro Alessandra Locatelli. Intanto, per i prossimi
due esercizi finanziari, il 2026 e il 2027, la dotazione economica sarà di 800mila euro: risorse del
Programma regionale cofinanziato dal Fondo sociale europeo 2021-2027. Quote dell’Unione Europea
e dello Stato iscritte in appositi capitoli di bilancio regionale.
Un ‘provvedimento storico’ e non possiamo che esserne orgogliosi come cittadini del Molise. Perché,
questa legge intende “restituire”, attraverso l’attenzione del legislatore, una parte di quell’impegno al
quale i caregiver familiari sono chiamati, nella gestione dei propri familiari. E dimostra la
consapevolezza dell’urgenza di rispondere alle preoccupazioni e ai timori di centinaia di famiglie.
Dopo la normativa sull’agricoltura sociale e la riforma messa in campo con il Piano sociale regionale
2025-2027, le due leggi approvate oggi – invecchiamento attivo e sostegno ai caregiver familiari –
rappresentano un altro passo nel percorso di concretezza delle politiche del Welfare.

Stefania Passarelli
Consigliere regionale delegato alle Politiche Sociali

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