Fanelli: Molise, una regione che fa acqua da tutte le parti


Il consiglio regionale, nello scorso mese di febbraio, ha votato all’unanimità la mia mozione che impegna la Regione a non cedere nemmeno un litro d’acqua alla Puglia, se non dopo aver soddisfatto il nostro fabbisogno idrico. 

Ha votato anche di tenerci aggiornati su ogni futuro sviluppo, così come ieri in Aula ha fatto il Presidente Toma. Ha notiziato sull’incontro tenutosi a Roma, presso il Ministero delle Politiche Agricole, con lo stesso Ministro Patuanelli e i rappresentanti delle Regione Molise e Puglia, sull’interconnessione delle strutture idriche per l’utilizzo del surplus di acqua del Molise in beneficio della Puglia. Ha spiegato che si farà un monitoraggio e a seguito di questo si deciderà se procedere. 

Bene, ma siamo sicuri che siamo in grado di farlo? Di monitorare tutte le risorse idriche regionali e tutto il nostro fabbisogno?
Io nutro forti dubbi. Ad oggi, non credo.
E vi spiego perché.
Saper, come dice Toma, “approfondire e accertare il fabbisogno idrico regionale e il surplus reale”, richiede tecnica, competenza, mezzi e personale. E noi invece non riusciamo ad accedere al plafond completo delle risorse PNRR destinate al sistema depurativo e fognante, perché non sappiamo presentare progetti, se non si procederà, celermente, all’affidamento della gestione del servizio idrico integrato e a chiedere una deroga sui tempi.

Sempre il Mite, lo scorso 12 maggio 2021, ha precisato che il PNRR prevede che il 70% delle risorse verrà ripartito per i progetti per i quali l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato interviene o sia intervenuto entro settembre 2021, mentre il restante 30% delle risorse verrà assegnato ai singoli progetti per i quali l’affidamento della gestione del servizio idrico integrato intervenga entro il giugno 2022 (scadenza quest’ultima inderogabile ed indifferibile).
Il termine ultimo per l’attuazione degli interventi con la relativa rendicontazione è il 31.12.2026.

Peccato, però, che il processo di organizzazione dell’Ente di Governo del servizio idrico integrato risulta ancora in fase di completamento e ancora in attesa di potenziamento, essenziale ai fini della gestione e dell’affidamento del servizio idrico integrato, da cui deriva la definizione di un cronoprogramma delle attività necessarie all’accesso ai finanziamenti, al fine di pervenire alla progettazione preliminare degli interventi entro il tempo massimo del 15 giugno 2022 in considerazione dei successivi adempimenti da perfezionare entro il termine massimo del giugno 2022, secondo le regole imposte dal Ministero per il PNRR.

L’interrogazione protocollata in Consiglio chiede, dunque, al Presidente di riferire sull’attuazione dell’EGAM, sui motivi dei ritardi e se la Regione ha definito una giusta dotazione di risorse e personale per la gestione di tale Ente.
Inoltre, quali sono gli interventi già candidati nel PNRR ed il motivo di tale scelta; le attività poste in essere per accedere ai finanziamenti del PNRR nel settore fognario e depurativo dall’Assessore al ramo e il cronoprogramma proposto; i motivi del ritardo nella trasmissione degli interventi e degli atti propedeutici all’accesso a tali fondi, tenuto conto che nelle Regioni in cui gli EGATO non hanno ancora provveduto all’affidamento del servizio si potrà usufruire solo del 30% dei finanziamenti resi disponibili dal PNRR.
Infine, se sarà possibile recuperare in qualche modo tale ritardo al fine di evitare di usufruire solo del 30% del finanziamento, anche attraverso una richiesta di proroga dei termini previsti dal MITE in merito all’attuazione del Servizio Idrico Integrato per accedere al 70% dei fondi.
Perché il Molise non può permettersi di perdere nemmeno un euro dei fondi del Pnrr, che vanno sfruttati, tutti, per permettere alla nostra regione di colmare l’atavico gap infrastrutturale che sempre di più la allontana dal resto d’Italia e d’Europa.

E se non sappiamo fare questo, possiamo garantire quanto necessario per procedere a dare l’acqua alla Puglia?

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