Fanelli: la disamina della situazione vaccini, dei contagiati e la ricerca delle verità attraverso i verbali dei Nas

Un primato terribile e poco invidiabile: a livello nazionale, siamo gli ultimi della classe nell’avvio delle vaccinazioni. Di chi è la responsabilità? Un mix che tocca tutti e non assolve nessuno.


Ad iniziare dal Commissario Giustini, che invece di occuparsi dell’attuazione della campagna vaccinale, minaccia “dimissioni sospese” come il caffè a Napoli. Ma le dimissioni verbali non sono un atto formale e quindi dovrebbe stare al suo posto ad assolvere le funzioni urgenti del piano vaccinazione per gli operatori sanitari.


Per fortuna prima dell’annuncio delle dimissioni aveva proceduto a rispondere per iscritto alle mie domande al tavolo Covid, di cui vi dirò diffusamente di seguito. Perché finalmente ho potuto leggere i famosi rapporti dei Nas e capito un po’ meglio cosa c’era di vero nel racconto di tali note da parte dell’uno e da parte degli altri: il duo Toma/Florenzano. 


Ma veniamo proprio a loro. Facciamo un passo avanti sui vaccini e poi di nuovo indietro sui rapporti Nas.
Il Dg Asrem Florenzano, da noi e dal Governo nazionale, per mesi sollecitato a predisporre tutti gli atti necessari, è giunto puntualmente impreparato, lui e l’intera azienda sanitaria. Prova ne sia l’avviso pubblicato a San Silvestro, al posto dei veglioni vietati! Oggi nemmeno in grado di individuare il personale incaricato della somministrazione delle prime dosi, quelle dedicate agli operatori sanitari, sulle quali da Roma, vista l’esiguità dei numeri, hanno detto chiaramente “dovete fare da voi”. E infatti le altre regioni hanno fatto e molte hanno fatto bene, attuando appieno i relativi Piani. Performance eccellenti da Toscana, Lazio etc. Noi, ultimi! Il personale amministrativo si poteva per tempo reclutare e con facilità fra le risorse umane in forza al sistema regionale. Non abbiamo compreso se l’appello ai Comuni per un aiuto fosse rivolto a tale scopo e come sia andato. Ma resta il fatto che gli amministrativi possono essere individuati senza troppi problemi, partendo per tempo.


E a poco valgono le scuse sulle siringhe, forse non idonee. Perché pare che dovessero pur essercene in dotazione ai territori. 
Ma resta una certezza, siamo ultimi e questo è quanto. Drammaticamente.
Dunque, non possiamo più permetterci di perdere altro tempo, anche sotto il profilo della diffusione del virus sul nostro territorio. Ieri ho sentito il Presidente Toma per la situazione difficilissima di Sant’Elia a Pianisi, insistendo perché l’Usca aggiuntiva venga destinata per questo periodo esclusivamente al paese dove si registra un numero altissimo di positivi e dove, probabilmente, sarà necessario procedere, immediatamente, alla vaccinazione degli ospiti e degli operatori della locale Rsa (tenendo separate le cd “corti” per evitare rischi su positivi che pure purtroppo sono presenti).


Sui ritardi nell’inizio delle vaccinazioni, il Presidente Toma mi ha risposto in modo analogo a quanto fatto alla stampa: nella giornata di domani si potrà partire nei tre ospedali di Campobasso, Isernia e Termoli. Arcuri pare abbia fortemente criticato il nostro ritardo, strigliando e chiedendo i motivi. E la telefonata di Speranza a Toma pensiamo sia stata carica di preoccupazione fondata. 
Insomma, la “sveglia” è stata resa dai più alti livelli. E speriamo serva.


Sul punto, segnalo anche un’altra necessità e dò un suggerimento.
 Bisogna vaccinare solertemente i farmacisti.
Altrimenti il rischio di contagio per loro, si trasforma in certezza di assenza di cure per tutti. La stragrande maggioranza delle farmacie molisane, infatti, sono a monoconduzione. Ammalato il farmacista, è impossibile per i residenti procurarsi i medicinali necessari. E al danno, si aggiunge la beffa.

I nostri farmacisti non hanno ricevuto neanche i moduli per la verifica del consenso, mentre nelle regioni limitrofe (Campania, Lazio…) si sta già vaccinando. 
Insomma, in Molise, dopo la “comparsata” del 27 dicembre e delle prime 50 dosi a favore delle telecamere, siamo all’anno zero. E se ne sono accorti tutti, dal Ministro Speranza ad Arcuri, basiti, di fronte a tanto immobilismo dell’Asrem e della Regione.
Toma, Florenzano, Giustini…ma davvero questo è il massimo che si può fare? Neppure 2500 vaccinazioni ai nostri pochi operatori sanitari, che avrebbero potuto porci in testa alle regioni italiane: segnalarci per record positivo e non negativo!


Il suggerimento è: individuate un Mister Vaccino e una squadra dedicata alle somministrazioni. Qualcuno che gestisca specificamente il programma di vaccinazione. Qualcuno o alcuni capaci, competenti e concreti, a supporto delle responsabilità formali, altrimenti falliremo anche le vaccinazioni. Se infatti il buongiorno si vede dal mattino, la giornata sarà terribile.


Quelli più bravi di me, con cui mi consulto su questi temi, mi suggeriscono una figura: l’Operation manager di HUB. Tutti gli hub Covid devono nominare infatti un responsabile operativo, con responsabilità della corretta esecuzione di tutti gli aspetti interni al processo di vaccinazione locale, per tutti i contesti definiti per quell’Hub (vaccinazione in ospedale, presso rsa, spoke etc).


E torniamo ora ai rapporti dei Nas.
Purtroppo, negli stessi si trovano alcune delle motivazioni che nei fatti di ieri dimostrano che covid/no covid al Cardarelli potrebbe essere all’origine o una concausa di molti guai. A oggi, infatti, ci sono 7 pazienti contagiati della Medicina Interna, un medico dello stesso reparto e, forse, anche 3 ricoverati in Chirurgia, due infermieri e un O.S.S. In attesa, tra stasera e domani, degli altri referti su personale e degenti.
Tutto questo era prevedibile leggendo i rapporti dei Nas? Non sappiamo, ma sicuro le situazioni miste sono la “causa delle cause”.

Nel dettaglio, capiamo che dicono i verbali NAS; sono cinque.
1. Il Primo, del 16 ottobre, relativo al centro prelievo tamponi molecolari di Termoli, via Molinello. Segnala. Si può entrare liberamente, senza separazione accessi covid/non covid. L’accesso unico a tre attività quali il prelievo molecolare per accertamenti covid, prelievo sangue e marcatura presenze dipendenti costituisce un “elevato elemento di rischio” poiché vi è la possibilità di contatto interpersonale fra soggetti potenzialmente positivi e altri. A nulla valevano alcune rassicurazioni su orari differenziati di accesso, poiché il Comandante dei Nas, Mario Di Vito, certifica che in alcuni orari l’accesso è promiscuo.


2. Il secondo, del 3 dicembre, sempre per Termoli, ma al San Timoteo rileva accesso covid/non covid non separato (la catena bianco rossa non assicurerebbe alcuna garanzia reale di separazione); l’unico servizio igienico per pazienti no covid si trova in area covid; la sala di “emergenza” sia per i pazienti covid che non covid (previa sanificazione) si trova a metà strada fra i due percorsi.


3. Il terzo, del 9 dicembre, relativo al poliambulatorio di Agnone. Mancanza di sistemi per accesso in sicurezza e tenda triage priva di personale al momento della verifica. Mentre il personale che effettua visite ai malati covid non ha locali dedicati per le operazioni di igiene personale.


4. E veniamo al verbale sulle carenze di personale, dell’ 11 dicembre. Al Cardarelli, grave carenza di personale. Per San Timoteo si torna su assenza di percorsi dedicati a pazienti covid o sospetti covid “che per motivi di urgenza vengono spostati”. Per il Veneziale, carenza nei turni pomeridiani e notturni.


5. Da ultimo, il verbale più discusso, quello relativo ai percorsi del Cardarelli, del 16 dicembre. Si riporta testualmente quanto prevede, poiché abbiamo letto le differenti interpretazioni di Giustini e Florenzano e ora è necessario capire oggettivamente come stanno le cose, trascrivendo letteralmente gli atti: “seppure esiste un articolato protocollo per lo spostamento dei pazienti in “codice rosso” (covid o sospetti covid) dal pronto soccorso al comparto operatorio, il personale preposto al trasporto dei pazienti non risulta essere stato formato con procedure operative scritte, per cui rimangono dubbi sull’effettiva e completa formazione svolta per gli stessi”. Circa malattie infettive esisteva la nota questione dei campanelli dei posti letto non funzionanti.

 
In conclusione, emerge quindi una situazione diffusa di difficoltà relativa al personale e promiscuità di percorsi o di non completa formazione per fronteggiare i percorsi in modo separato. Non sappiamo dire se sia causa diretta o meno di quanto sta succedendo in queste ore, ma sappiamo che sta accadendo. Il contagio fra positivi e non positivi al Cardarelli è il tragico dato di fatto. E temiamo la conseguenza annunciata di una impostazione che a monte non doveva creare promiscuità.


Come Pd, infatti, lo ripetiamo dal mese di febbraio e continuiamo ad insistere per il Vietri di Larino come unico centro regionale dedicato alla cura del coronavirus. 
Per cui, carte e dati alla mano, in Molise “non va tutto bene”. L’esatto contrario! E ora la ‘patente dei peggiori’ ci viene purtroppo rilasciata dall’evidenza nazionale sui vaccini.

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