E’ uno scaricabarile di colpe, nessuno si ritiene responsabile e, nel frattempo, ci saranno 46 disoccupati in più di cui occuparsi. Io non accetto questo assoluto silenzio, voglio delle risposte”.
La Regione, dal canto suo, sembra non interessarsi al problema: “C’è una mancata attenzione alla nuova programmazione. E’ da settembre che tamponiamo la Regione e l’Assessore Petraroia e, ad oggi, nessuno ci ha dato una risposta. Abbiamo bisogno di un progetto alternativo, di un’anticipazione dei fondi che ci darebbe modo di creare un progetto ponte per chiudere la programmazione 2007/2013 ed aprire la nuova. Il problema è anche politico: molti uffici della Regione stanno subendo delle riorganizzazioni ed i nuovi dirigenti attendono che l’Amministrazione dia delle direttive sul da farsi e nel frattempo qui rischiamo di non avere più precari da stabilizzare. Abbiamo già subìto dei ritardi a causa del cambio al vertice politico, siamo indietro anche con il sistema informatico visto che la Regione Molise è l’unica a non aver attivato il SIL (sistema informativo del lavoro), speriamo di non dover dimezzare anche i servizi offerti”.
I centri per l’Impiego non sono nuovi a situazioni del genere: “Questa emergenza va avanti da mesi. A dicembre del 2013 la Provincia di Campobasso ha chiesto con forza alla Regione il pagamento di 1/3 degli stipendi totali arretrati da quattro mesi. Siamo riusciti a liquidare tutti gli stipendi, per un totale di circa 540mila euro, solo dopo aver minacciato di indire una conferenza stampa ed una marcia a Campobasso. Se la situazione non si risolverà il 1 aprile proporrò una delibera per rimandare indietro la delega al lavoro della Provincia e marceremo su Campobasso”.
“Lo scorso anno siamo rimasti senza stipendio per più di quattro mesi, ma abbiamo continuato a svolgere il nostro lavoro – racconta uno dei ragazzi del MasterPlan che da aprile non avrà più il suo impiego – Molto spesso sono gli stessi disoccupati che si rivolgono a noi a consolarci e darci un barlume di speranza sul nostro futuro. E’ un’angoscia quotidiana ed abbiamo perso la fiducia”.