De Socio (CGIL Molise): riflessione dopo il voto del referendum

La possibilità di analizzare i dati definitivi riferiti al Referendum dell’8 e 9 giugno
permette una prima valutazione serena e schietta di quanto accaduto nei giorni scorsi
anche nel nostro Molise in questa consultazione. Intanto, come responsabile locale
dei 4 referendum proposti che riguardavano il lavoro, rivolgo un sentito
ringraziamento a tutti coloro che hanno operato presso i seggi elettorali nelle diverse
vesti (Presidenti, scrutatori, rappresentanti di lista) e alle lavoratrici e lavoratori degli
Enti Comunali e delle forze dell’ordine che hanno garantito il regolare svolgimento
delle operazioni di voto. In vero, ci sono stati segnalati anche disagi e discrasie che
sono ancora in corso di chiarimento e che proveremo ad approfondire non per cercare
colpevoli ma per evitare, in futuro, situazioni spiacevoli che, in loco, hanno limitato
la democratica possibilità di voto a molti cittadini elettori. Inoltre invio un abbraccio
virtuale ma sincero a vecchi e nuovi compagni di percorso del COMITATO
REFERENDARIO che hanno animato nelle assemblee, nelle piazze nei banchetti
questa straordinaria campagna elettorale lunghissima che in ogni caso ha cementato i
rapporti di un blocco sociale che, ne sono sicuro, farà sentire la voce dei diritti e della
solidarietà anche nel prossimo futuro nella nostra Regione. Dulcis in fundo vanno
ringraziati i 65.000 cittadini molisani che si sono recati alle urne dimostrando di
volere ancora esprimere l’essenza dei nostri valori costituzionali con la
partecipazione e con il voto. Le parole per chi, pur ricoprendo apicali incarichi
dirigenziali e istituzionali, si è sottratto al confronto su argomenti così importanti e
delicati li riservo ad altri contesti e ad altri luoghi constatando che, soprattutto in
Molise, la mancata presenza di promotori del NO ha messo in difficoltà anche la
stampa che non poteva incrementare le informazioni per rispettare uno strano
concetto di par condicio. Per semplificarla, e per spiegarla anche a quelli che
riconducono tutto al tifo calcistico, sarebbe come se un cronista sportivo si vedesse
costretto a commentare una serie di partite di calcio senza che l’avversario si presenta
sul campo anche se, in quel caso, la partita vinta a tavolino va a chi aveva la volontà
di giocare e non a chi ha deciso di starsene a casa ! ! ! Ne prendiamo atto e faremo i
conti anche con questa circostanza. Per il resto è chiaro che non raggiungere un
obiettivo prefissato che era quello del quorum equivale a una sconfitta. Sconfitta
sicuramente nostra, che siamo stati promotori del Referendum, ma sconfitta anche di
chi per partito preso non ha partecipato alla votazione, sconfitta di chi non ha voluto

approfondire la discussione, sconfitta di chi ha eluso il confronto, sconfitta di uno
degli strumenti democratici che la nostra Costituzione ci consegna per esercitare la
sovranità popolare. L’analisi politica la stanno facendo altri e purtroppo, soprattutto
quelli che non hanno giocato la partita, si stanno attribuendo una vittoria di Pirro che
nulla gli è costato in termini di energia spesa se non la diffusione di qualche solita
illazione molto simile agli slogan e alle promesse elettorali che tali restano senza
portare nessun beneficio alla cresscita del Paese e al benessere del pezzo di popolo
plaudente. Il cauto invito da fare a tanti sarebbe quello di analizzare più a fondo le
cause di un astensionismo ormai preoccupante in quella che viene definita una
democrazia senza popolo e il consiglio è anche a tutti coloro che si sono prodigati a
fare analisi del voto su diversi strumenti (anche social) avendo vissuto ai margini la
discussione – già volutamente scarna – della campagna elettorale : la democrazia o è
partecipazione o non è democrazia !!! Da domani, anzi da oggi, tutti al lavoro per
contribuire a costruire una comunità partecipe e competente che è l’unico baluardo
per frenare le repressioni e le regressioni che si stanno moltiplicando in diverse aree
geografiche e che è la garanzia per una società più giusta, solidale e democratica
magari fondata veramente sul lavoro… sicuro, dignitoso e ben retribuito.

Il Segretario Generale CGIL MOLISE
Paolo De Socio

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