#corpedelascunzulatavecchia/Chiacchiere e tabacchere e legne, u ‘Banche e ‘Napule nun li impegne

Questo foto di Lucio Paduano induce al pensiero più che ricorrente in periodo di pandemia. “per andare dove vogliamo andare, per dove dobbiamo andare?”

Domenica pomeriggio di marzo, ma che sembra di novembre, ad un certo punto un caro amico, persona stimata ed affabilissima mi manda questo messaggio:

“È necessario e urgente impedire la nomina di Toma commissario ad acta. Mandiamo tutti una mail a questi indirizzi : [email protected]. ; segretarioministro@ sanità.it. ; [email protected] scrivere : no Toma commissario ad acta. Condividete il messaggio anche con i vostri contatti privati. NON C’È TEMPO DA PERDERE!”.

Da persona di sinistra incline alle lotte politiche, mi sono subito sentito investito del sacro fuoco della lotta politica anhe se immediatamente mi sono fatto delle domande:

  1. Concordo sulla bontà del messaggio e sul mittente, persona stimata e di sinistra
  2. Concordo meno sull’anonimato del mittente, non era un mio amico, ma ha fatto da ponte radio
  3. Potrebbe servire a qualcosa intasare la mail in questo periodo di pandemia’

Pervaso da queste poche , ma “pesanti” domande, ho iniziato prima a ragionare tra me e me, poi ho fatto un giro su internet.

Ragionando tra me e me mi chiedevo insistentemente cosa e perché avrei potuto fare per bloccare una nomina che, politicamente, non mi sta bene, ma che poteva nascere dalla necessità di commissariare la sanità e commissariarla con una persone scelta dal Popolo (rigorosamente lettera maiuscola) e chi meglio del presidente Toma poteva essere scelto, visto che lo aveva scelto il Popolo nel 2018? Oddio, a dire il vero, non sono mai stato favorevole al commissario politico e locale della sanità, mi è sempre sembrato come mettere Bugs Bunny a guardia del capo di carote.

La necessità di cambiare commissario alla sanità, credo, sia scaturita dall’avviso di garanzia ricevuto dal commissario Giustini venerdì mattina in Consiglio Regionale. Quindi sull’operato del commissario Giustini si è alzato un dubbio di carattere giudiziario. In Italia, sappiamo tutti, siamo innocenti sino al terzo grado di giudizio, sino a quando la sentenza non sia definitiva. In politica, credo, valga diversamente. Siamo governati, ed abbiamo la necessità di sapere che ci governa sia limpido come l’acqua di sorgente, si diceva quando non bevevamo tutti l’acqua minerale.

Quindi Giustini indagato ed alzata di scudi per il commissario ad acta per la sanità del Molise.

Qualcuno, credo abbia iniziato il presidente Toma, ha iniziato a dire che lui doveva essere il commissario ad acta, visto che non poteva essere Giustini, nominato, giova ricordarlo, dal Ministro per la salute, quindi Speranza, come Ministro per la salute avrebbe dovuto revocare la delega a Giustini per conferirla a Toma, che deve aver pensato (Toma) se il commissariamento l’hanno avuto prima di me Frattura e Iorio, perché io no?

Sull’onda del Toma pensiero si alza il pensiero della sinistra (?) del Consiglio Regionale e potrebbe darsi che quel messaggio messo ad inizio di questo scritto sia partito, o almeno ispirato, dal pensiero di qualche consigliere regionale che, stando all’opposizione in Consiglio Regionale non accettava, giustamente, la nomina di Toma a commissario della sanità.

A questo punto mi sono fermato un attimo ed ho riordinato le idee: la “colpa” del disavanzo sanitario è della gestione della sanità che abbiamo avuto nel Molise. Nello specifico, onestamente, Toma c’entra poco, molto c’entra Michele Iorio che adesso, viene erto, o si erge da solo, a paladino della sanità molisana dimenticando, giusto per dirne una, la doppia chirurgia voluta al Cardarelli per motivi ignoti a noi comuni mortali VOTANTI molisani.

Dunque da una parte Toma che vuole fare il commissario, dall’altra chi non glielo vuol fare. Posizioni legittime da un punto di vista politico, ma cosa dicono le leggi nazionali?

Sembra, e dico “sembra” che ci siano delle disposizioni di legge che potrebbero vietare a Toma di fare il commissario ad acta della sanità per due motivi uno: il commissario ad acta non deve essere stato eletto a Presidente della Regione; due deve essere persona che abbia un’esperienza tale in campo sanitario da giustificarne la nomina. Ecco. Dal sito de Senato, la norma che disciplina (va) la materia:

:..Le novelle in esame escludono, per le fattispecie di commissariamento delle regioni per i casi di inadempimento – successivo a diffida da parte del Governo – delle misure previste dal piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario, l’applicazione della disciplina di cui all’art. 1, commi 569 e 570(157, della L. 23 dicembre 2014, n. 190. Quest’ultima stabilisce che la nomina a commissario ad acta (per la predisposizione, l’adozione o l’attuazione del piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario, ivi comprese le fattispecie di inadempimento summenzionate) sia incompatibile con l’affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento (ivi compresa la carica di Presidente della regione) e che il commissario deve possedere un curriculum che attesti “qualificate e comprovate professionalità ed esperienza di gestione sanitaria anche in base ai risultati in precedenza conseguiti”.

Per chi volesse approfondire ecco il link: dal sito del Senato

Questo in “prima istanza”poi, come succede spesso in Italia arriva il ricorso.

Il ricorso, nello specifico è stato promosso dalla Regione Molise alla Corte Costituzionale. In pratica il Molise ha ritenuto leso il suo diritto di essere amministrato dal presidente della Regione come commissario alla sanità. In Pratica, devono aver pensato in Via Genova: se Iorio lo è stato, se Frattura lo ha fatto, perché Toma non potrebbe farlo? Quindi ecco comparire la sentenza della Corte Costituzionale che preserva il diritto costituzionale del presidente della Regione Molise ad essere commissario ad acta della sanità della Regione, sempre Molise emettendo la sentenza 247/2019.

Gestire la sanità, nel caso del Molise, significa gestire circa l’80% delle risorse. Poi in questa epoca di pandemia significa gestire una marea di risorse in più.

Il problema, però, per il Molise resta sempre lo stesso: abbiamo un deficit sanitario enorme che certamente non potrà essere gestito con nessun commissario ma, come direbbero a Napoli: “ce vuonne e sorde!”. Solo con un’iniezione di denaro da Roma si potrebbe ripianare il deficit e ripartire da capo, magari con un vero e proprio assessore alla sanità.

Fino a quando questo non avverrà navigheremo sempre nei flutti dei debiti indebitati, avremo sempre il diniego alle nostre visite perché. “abbiamo esaurito il budget”, saremo sempre con l’apprensione al massimo e riprenderemo, cosa già successa, a fare i viaggi della speranza creando mobilità passiva in campo sanitario che tanto ci costa.

Concludendo: si sta alzando un muro contro la nomina di Toma a commissario della sanità e dall’atra parte un a spinta affinché Toma, come i suoi predecessori, possa essere nominato e svolgere il ruolo di commissario ad acta. Parliamoci chiaro: un commissario esterno lo abbiamo avuto e sta pagando colpe forse, nemmeno sue. Andremo avanti con commissari per quanto tempo?

Come faremo ad uscirne fuori? A me non interessa chi possa essere il commissario, interessa da molisano avere una sanità che funzioni, di conseguenza spero anche a reggere la sanità si ricorra a persona capace di gestire situazione emergenziali tipo questa. Siamo a livello di truppe da sbarco, oramai anche la protezione civile è stata ampliamente superata. Mò, sempre più affranto e sconsolato, ma nella speranza che prima o poi anche in Molise si possa votare che ha le capacità di governarci e non il compare di cresima, la comare di battesimo e l’amico che mi ha fatto il bel regalo al mio matrimonio, vi saluto cordialmente. Statevi arrivederci con affetto e stima

Franco di Biase

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