Bando regionale per i Centri antiviolenza e le Case rifugio: pieno rispettodelle normative e chiarezza sui fondi destinati ai CAV

Rimango davvero basita di fronte all’approssimazione con la quale è stato affrontato il tema dei Centri
antiviolenza perché ritengo che, prima di assumere una posizione pubblica, chi propone atti ispettivi, come
nelle competenze dei Consiglieri che hanno presentato una interrogazione in merito, dovrebbe quanto meno
documentarsi con attenzione.
Prioritariamente, è utile fare chiarezza sull’assegnazione dei fondi destinati al Centro Antiviolenza (CAV)
privato Liberaluna dal Ministero del Lavoro, Dipartimento delle Pari Opportunità come da Tabella 1 del
Ministero, che fa riferimento ai CAV pubblici e privati già esistenti nella Regione, riportata in Gazzetta
Ufficiale Serie Generale n.46 del 25/02/2025.
L’APS Liberaluna ETS è beneficiaria, da due anni, di fondi ministeriali che vengono destinati al CAV Liberaluna,
passando alla Regione Molise la quale, a sua volta, li ha finora indirizzati all’Ambito Territoriale Sociale del
Comune di Campobasso, in qualità di capofila dell’antiviolenza. Il medesimo ATS, poi, li ha erogati al CAV
Liberaluna. Una modalità che mi è apparsa sin dall’inizio “ambigua” posto che in Gazzetta Ufficiale si specifica
chiaramente che i fondi in questione debbano essere destinati direttamente al CAV beneficiario, senza
specificare intermediari. In più, l’ATS di Campobasso ha deciso di stipulare addirittura una convenzione con
Liberaluna a fronte della quale la stessa APS si è impegnata a fornire al Comune i servizi del CAV privato.
Mi sono pertanto sempre chiesta il perché, soprattutto in considerazione del fatto che era operativo il CAV
gestito dalla cooperativa Befree in coprogettazione con il Comune di Campobasso.
Probabilmente in passato, si è operato senza avere contezza delle disposizioni ministeriali. Basti pensare, ad
esempio, che il Comune ha autorizzato il funzionamento dei locali adibiti a CAV di viale del Castello senza
tenere conto della presenza di barriere architettoniche. Su questo punto, non mi pare sia mai stata
presentata una interrogazione in Consiglio regionale. Eppure, dal 2016 sono stati erogati fondi pubblici
nonostante questa anomalia evidente.
Oggi la coprogettazione è in capo alla Regione Molise che ha indetto regolare avviso pubblico (come accade
in altre regioni, del resto) e il cambio di passo, a mio avviso, è un segnale estremamente positivo, soprattutto
per quanto riguarda le Politiche sociali e di pari opportunità, orientate finalmente al rispetto delle normative
vigenti.
L’APS Liberaluna è stata sempre disponibile, ben prima di aggiudicarsi il bando, ad accogliere donne vittime
di violenza, nonostante in alcune occasioni la cooperativa BeFree abbia negato accoglienza a richieste
provenienti da donne e/o persino dalle Forze dell’ordine, che ci hanno poi contattato avendo sempre un
intervento da parte nostra di ascolto e accoglienza.
Non intendo soffermarmi su episodi specifici, segnalati anche alle Forze dell’ordine, perché non è questa la
sede. Ma esistono e sono documentati.
In merito al bando, fermo restando che i termini per l’impugnazione sono ormai scaduti, per quanto attiene
alle domande poste nell’interrogazione dei consiglieri Primiani, Greco, Salvatore, Fanelli, Facciolla e dell’ex

sindaco di Campobasso Gravina, occorre rilevare che in merito al criterio della sede legale, esistono
documenti che regolano le gare d’appalto e precedenti di altre regioni che seguono gli stessi criteri della
Regione Molise.
La normativa prevede anche la possibilità di affidamento diretto, con suddivisione delle somme tra i territori
interessati. La Regione Molise ha scelto di impegnare l’intero importo nel bando offrendo così a tutte le
associazioni la possibilità di partecipare.
Al di là delle questioni tecniche e documentali, come cittadina e fondatrice di un’associazione che dal 2014
si occupa di ascoltare, accogliere e sostenere le donne vittime di violenza e i loro figli, mi sento attaccata e
denigrata da chi, invece, dovrebbe rappresentare l’interesse collettivo, promuovendo valori comuni,
solidarietà e coesione di rete, concetto che chi amministra dovrebbe ben conoscere.
Reputo offensive e infondate le dichiarazioni pubbliche del consigliere Primiani perché sono rivolte a chi,
come me, ha dedicato anni di impegno, spesso gratuito, nei confronti di un tema così delicato e fondamentale
dedicando gli ultimi 11 anni della sua vita alle donne che subivano violenze. Vicende umane, storie vere non
carte bollate.
Invito, inoltre il consigliere Primiani e i cofirmatari dell’interrogazione a leggere con attenzione il progetto
presentato da Liberaluna prevede una serie di interventi innovativi a livello regionale in favore delle donne
vittime di violenza, fino a oggi mai realizzati. Fra questi anche l’attuazione delle Linee guida sanitarie nazionali
relativamente al Percorso rosa.
Agire nell’interesse dei cittadini dovrebbe essere il primo obiettivo di chi li rappresenta. Ed è lo stesso
obiettivo che l’APS Liberaluna persegue quotidianamente, con il lavoro in supporto delle donne vittime di
violenza.
Per restituire verità a questa vicenda, sono a disposizione per ogni eventuale chiarimento, anche pubblico,
così da spiegare definitivamente gli aspetti di una vicenda che merita ogni attenzione possibile. Ma che sia
rigorosa, puntuale e soprattutto veritiera.

La responsabile del CAV e CR Liberaluna
Cav. Dr.ssa La Selva Maria Grazia

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