Autonomia differenziata, Salvatore: i Molisani non possono fare da “cavie civili” per esperimenti costituzionali

Il DDL Calderoli, dopo essere stato licenziato dal Senato, lo scorso 23/01/2024, è, attualmente, in discussione alla Camera. 

Quanto mai opportuna e necessaria, dunque, la discussione di domani, nel Consiglio regionale monotematico richiesto ad hoc dal Partito Democratico e da tutte le opposizioni, sul dissennato progetto del Governo Meloni di fare a pezzi il Paese, condannando il centro-sud d’Italia e le aree interne al disastro in settori cruciali (Sanità, Scuola, Sociale, Ambiente ed energia, etc), già in ginocchio.

Il centrodestra molisano, così come i parlamentari eletti in Molise, provano a minimizzare gli effetti disastrosi che si produrranno ed a spiegare che è l’occasione per dimostrare quanto l’autonomia possa essere gestita con efficacia ed efficienza dal Molise. 

La favola che essa rappresenti una opportunità, però, non può essere impunemente raccontata.

I molisani, infatti, hanno, fino ad oggi, toccato con mano, nei settori della Salute e dei Trasporti in primis, quanto fallimentare sia stata, negli ultimi anni, la gestione locale di servizi essenziali e non hanno bisogno di fare ulteriormente da “cavie civili” per esperimenti costituzionali, che non potranno produrre alcun giovamento alle loro vite. 

Al contrario, sperimenteranno come la nostra regione, a fronte di una situazione già drammatica, non potrà, con la propria fiscalità e senza interventi perequativi sostanziosi (la riforma, così come varata, è a costo zero, senza oneri per il bilancio dello Stato), oggi non contemplati, garantire livelli dignitosi per le prestazioni sanitarie e per gli altri servizi essenziali.

Auspichiamo un ripensamento del centrodestra regionale ed un atteggiamento che sia di tutela, non dei rapporti politici con il Governo Meloni, bensì dei diritti dei cittadini molisani, anche se, quanto accaduto nell’ultimo Consiglio regionale monotematico sulla Sanità (in cui la maggioranza regionale si è, addirittura, rifiutata di votare, come accaduto in altre regioni -alcune delle quali governate dal centrodestra-, una mozione che chiedeva un aumento progressivo della dotazione del Fondo Sanitario Nazionale, per arrivare, nel 2026, al 7,5% del PIL nominale, a vantaggio, soprattutto, di regioni come il Molise), non ci rende ottimisti.

Il Partito Democratico, sulla scorta della mobilitazione avviata già a marzo del 2023, organizzerà in Molise momenti di informazione dei cittadini molisani e sosterrà ogni iniziativa che le altre forze politiche, le organizzazioni sindacali, i comitati e ogni altro soggetto pubblico o privato impegnato contro la riforma, riterranno di mettere in campo per sventare un vero e proprio “attentato” ai loro diritti.

Per il gruppo PD, Alessandra Salvatore

Capogruppo del Partito Democratico Consiglio regionale del Molise

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