Assistenza sanitaria Covid/Primiani: da domani senza Usca. Paghiamo ancora le disattenzoni di Toma e Florenzano, vadano a casa

Mentre la curva dei contagi e le ospedalizzazioni crescono velocemente, complice la variante Omicron 5, Regione Molise e Asrem restano a guardare. Nelle scorse settimane ho denunciato in Consiglio regionale l’ennesima carenza del servizio d’emergenza 118, proprio dove servirebbe un suo potenziamento e nel bel mezzo della stagione estiva.

A questa pessima notizia se ne aggiunge un’altra. Salvo ripensamenti dell’ultima ora, dal primo luglio saranno dismesse le Usca, Unità speciali di continuità assistenziale. Un problema comune, che diverse regioni però hanno affrontato per tempo, una volta cessato lo stato d’emergenza. Così, mentre in Molise l’Asrem ne decretava la chiusura già il primo aprile, ad esempio nel Lazio e in Toscana si procedeva a redigere regolamenti di funzionamento, in attesa di una riorganizzazione di livello nazionale.

Dovrebbe essere inutile sottolineare l’importanza delle unità mobili nella nostra regione, caratterizzata dall’isolamento geografico e infrastrutturale di interi territori, già privi di strutture ospedaliere, ma anche popolata da tanti anziani. Si fa un gran parlare dell’importanza della medicina territoriale ma, quando c’è da regolamentarla o da appostarvi risorse, il governo regionale e l’azienda sanitaria se ne dimenticano.

Leggendo i documenti delle due regioni citate, emerge quanto ritengano fondamentali i servizi prestati dalle Usca in emergenza che, è bene ricordarlo, non è mai rientrata. Toscana e Lazio dichiarano anche di non voler disperdere l’esperienza maturata dagli operatori delle loro Unità speciali durante le precedenti ondate di Covid. Da noi, invece, la direzione generale di Asrem non ha neanche immaginato un impiego alternativo di quelle figure professionali, mandate a casa senza appello. Eppure, di alternative ce ne sarebbero diverse.

Continuo a nutrire sinceri dubbi sulle competenze manageriali del dg Florenzano che, è ormai sotto gli occhi di tutti, manca di una visione strategica di lungo termine. La demedicalizzazione delle postazioni 118 di Frosolone e del basso Molise, ad esempio, poteva essere tamponata proprio grazie ai medici delle unità speciali. Oppure si poteva pensare di trasformare le Usca in unità di assistenza ai medici di base. Tutte soluzioni di buon senso, che ci aspetteremmo dal manager di un’azienda sanitaria. Ma, in Molise, il Direttore generale ci ha abituati a decisioni dell’ultimo momento: non affronta i problemi fino al giorno prima di una scadenza o senza il sollecito di qualche articolo di giornale.

La situazione non è più tollerabile. Proprio martedì attendevamo di discutere in Aula una nostra mozione, che chiedeva la revisione degli obiettivi assegnati al responsabile operativo della sanità molisana. Guarda caso, però, chi è chiamato a sorvegliare sul suo operato era assente. Toma e Florenzano sono due facce della stessa medaglia: quella del pressappochismo. Per il bene dei molisani, farebbero bene a porre rimedio a queste gravi dimenticanze senza ulteriore indugio. Ci attendiamo una risposta nel giro di poche ore. Altrimenti, rinnoviamo ad entrambi l’invito a dimettersi per il bene dei molisani.

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