Asrem: allarme deficit o rivendicazione di risorse adeguate?

Con la pubblicazione del rendiconto 2019 della Asrem che rileva la “perdita economica” di 109 milioni, parte la solita crociata ragionieristica: si legge nella relazione ASREM che occorrerà tagliare servizi sanitari per arrivare al “pareggio” . Magari impedendo, tra l’altro, il centro malattie infettive di Larino.

Invero il semplice buon senso smaschera l’operazione: servizi sanitari sul territorio e personale tagliati da anni, carenze essenziali denunciate su tutto il territorio, poveri anziani costretti a lunghe code sotto il sole per assurdi adempimenti burocratici propedeutici alle cure che dovrebbero essere eliminati con un minimo di organizzazione, e c’è pure la perdita di 109 milioni, peraltro a fronte dell’aumento delle entrate per ticket ed imposte ?

Non solo: oltre a soffrire tutti questi disagi gravissimi sul diritto alla salute, la masse lavoratrici e popolari molisane dovranno anche subire l’aumento conseguente delle addizionali IRPEF ! Ma ammesso per assurdo che al diritto alla salute potesse applicarsi lo schema del “conto economico profitti e perdite”, analizziamo da cosa deriva questo calcolo in perdita: in primis il reale “squilibrio” è di 17 milioni e non di 109 milioni: per svolgere i servizi sanitari molisani si registra un costo corrente di 523 milioni, mentre le risorse correnti sono di 506 milioni e mancano dunque 17 milioni che sono proprio quelli che la Giunta Regionale fascio leghista ha tagliato alla sanità rispetto al 2018 !

Il resto della c.d. “perdita economica” è in gran parte fuffa ragionieristica: accantonamenti e ammortamenti per 65 milioni che non sono delle effettive spese correnti sostenute per il diritto alla salute ma mere partite contabili. Poi vero che ci sono interessi passivi annui per ben 7 milioni, cioè fondi pubblici regalati a banchieri del tutto evitabili e tolti alla prevenzione e alla cura; il resto è IRAP e altre imposte per circa 13 milioni, nonché 6 milioni di oneri straordinari netti. Insomma il vero deficit “strutturale” di risorse per fornire i servizi sanitari deriva semplicemente dal taglio di 17 milioni operato dalla giunta regionale fascio leghista e dunque il tema non è quello di tagliare un servizio sanitario regionale già carente, bensì è quello di fornire alla ASREM le risorse necessarie per garantire il diritto alla salute, adeguando i servizi alle reali esigenze di prevenzione e cura del territorio.

Ed anzi è necessario anche riaffermare la centralità del Servizio Sanitario Nazionale, per garantire le necessarie risorse e servizi sanitari senza sperequazioni territoriali: perché, anche nel Molise, la prevenzione e la cura diventino diritto universale senza discriminazioni sociali, territoriali, di genere, etniche, incluso il diritto a vivere in ambienti salubri ed a lavorare in sicurezza. Tutto questo fa parte anche della costruzione un’altra società, alternativa a quella basata sul profitto e sullo sfruttamento, dove parte crescente della popolazione è sempre più povera, insicura, sola. Al falso allarme della “perdita economica” della ASREM opponiamo perciò che la salute non è una merce, che il profitto deve uscire dalla sanità la quale deve essere pubblica, laica, gratuita, di qualità e gestita sotto il controllo sociale e democratico. Su queste basi, unitamente al Coordinamento molisano delle sinistre di opposizione di cui facciamo parte con il PCI, PMLI e La Città Futura, continueremo a sostenere ogni mobilitazione in difesa del diritto alla salute.

Tiziano Di Clemente

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