Berlino, l’ambasciata: ‘Dispersa ragazza italiana’. Arrestata persona sbagliata, attentatore in fuga

L’uomo è un richiedente asilo entrato in Germania lo scorso febbraio, ma lui nega qualsiasi coinvolgimento. Unità speciali della sicurezza hanno fatto irruzione nel campo profughi di Tempelhof. Confermata la nazionalità polacca della persona trovata morta nella cabina del mezzo

dalla corrispondente TONIA MASTROBUONI e di PIERA MATTEUCCI www.repubblica.it

ORMAI è certo: l’attacco di ieri sera a Berlino in cui un camion è piombato a tutta velocità sulla folla che visitava i mercatini di Natale, uccidendo 12 persone (sei delle quali sono cittadini tedeschi) e ferendone 48 è il risultato di “un attentato”. Lo conferma il ministero dell’Interno tedesco. E c’è un’italiana tra i dispersi, Fabrizia di Lorenzo. A confermarlo a Repubblica, dopo la notizia diffusa dall’Huffington Post, è l’ambasciatore italiano in Germania, Pietro Benassi: “Stiamo lavorando su una persona e abbiamo motivi di essere preoccupati”. Benassi non ha perso del tutto la speranza che la donna possa risultare tra i 48 feriti: non tutti sono stati identificati. La madre Giovanna e il fratello Gerardo sono attualmente a Berlino, assistiti in ambasciata. Fabrizia ha 31 anni, vive da anni a Berlino – non lontano dal luogo dell’attentato di ieri – e lavora in un’azienda di logistica, 4Flow. Un altro italiano è stato ferito, ma già dimesso dall’ospedale. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per attentato con finalità di terrorismo.

La polizia, tuttavia, non ha ancora identificato tutti e 48 feriti, “e abbiamo ancora qualche margine” per pensare che la donna possa essere tra di essi, ha aggiunto l’ambasciatore. Il ministero dell’Interno, Thomas De Maizière, ha parlato poco fa in conferenza stampa di 48 feriti di cui 18 gravi e ha confermato che i morti sono dodici. Tra i feriti, secondo indiscrezioni, c’è anche un italiano, che è già stato dimesso dall’ospedale.

Dubbi sull’arrestato. Intanto si preannuncia una svolta sconvolgente nelle indagini. La polizia di Berlino ha ammesso di non essere certa che il pachistano ventitreenne arrestato ieri sia l’attentatore che era alla guida del Tir. Il responsabile potrebbe essere ancora a piede libero. Il presidente della polizia di Berlino, Klaus Kandt, ha confermato le indiscrezioni di stampa. L’uomo, fermato a circa due chilometri dal luogo della tragedia, è un richiedente asilo che si trova a Berlino dallo scorso febbraio. Era conosciuto alla polizia per reati minori, ma non per una radicalizzazione estremista. Il sospetto, che ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’attacco, è stato individuato dopo l’attacco e inseguito da alcuni testimoni che hanno avvertito la polizia. L’uomo ha attraversato il Tiergarten, grande parco al centro di Berlino, ed è stato poi bloccato dalla polizia all’altezza della Colonna della vittoria. Per avere la conferma che si tratti dell’attentatore, le autorità tedesche hanno disposto il test del dna del sospettato con le tracce biologiche trovate nel camion.

Il ricordo di Nizza. Un’azione che ricorda da vicino l’attentato della scorsa estate a Nizza. Anche la polizia tedesca, in un tweet all’alba, ha ammesso che è “probabilmente un attentato terroristico”. Il procuratore generale tedesco, Peter Frank, ha detto in una conferenza stampa che l’attentato di ieri a Berlino potrebbe avere uno “sfondo terroristico” proprio a causa del suo “obiettivo” e del “modus operandi” simile a quello di Nizza.

Merkel invita all’unità. Angela Merkel, che nel pomeriggio è andata sul luogo della strage, ha parlato nella sede della Cancelleria: “Non vogliamo vivere nella paura anche se queste sono le ore della paura nel nostro Paese”, ha detto. E anche se “sarebbe intollerabile se si confermasse che a compiere questo atto è stata una persona che ha chiesto protezione e asilo in Germania”, ha assicurato che il Paese “continuerà a dare sostegno a chi vuole integrarsi”.

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