Apnee notturne del sonno: la donazione dell’Associazione Apnoici Italiani per uno studio di telemedicina

È un nuovo tassello per quel mosaico al quale proprio la pandemia da coronavirus ha dato un
grande impulso: la medicina a distanza. L’Associazione Apnoici Italiani ONLUS APS ha infatti
donato al Centro di Medicina del Sonno dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli venti apparecchi
Auto-CPAP capaci di essere sempre on line, inviando dati e ricevendo istruzioni dagli specialisti.

Il bersaglio di questo intervento sono le apnee del sonno (OSA nella sigla Inglese), nelle quali si ha l’interruzione o il rallentamento, eccessivo e ripetuto, della respirazione durante il sonno. Il
fenomeno è causato dall’ostruzione o dalla compressione, completa o parziale, delle vie aeree
superiori. Questo causa di solito un brusco risveglio perché il riposo viene interrotto prima di
riprendere una respirazione normale. Spesso sottovalutata, la situazione può portare a problemi molto seri, a cominciare dalla sonnolenza diurna, dovuta proprio alla cattiva qualità del sonno.

Al di là di avere scarsa concentrazione per tutta la giornata, questa situazione diventa un vero e proprio, ad esempio durante la guida o durante il lavoro. Inoltre la OSA si associa spesso a un
aumento del rischio cardiovascolare.

Negli ultimi anni è stato chiaramente definito l’intervento terapeutico di prima scelta: la
ventilazione meccanica a pressione positiva (C-PAP). Prima di arrivare al paziente, gli apparecchi di questo tipo vengono configurati secondo le istruzioni dello specialista, in modo da adattarli alle necessità specifiche della singola persona. “Gli apparecchi e le maschere che ci sono stati donati dall’Associazione Apnoici – dice il dottor Andrea Romigi del Centro di Medicina del Sonno – aggiungono un elemento importante: sono collegati on-line. Quindi possiamo esaminare a distanza tutti i parametri del loro funzionamento e le eventuali criticità emerse. A questo punto, sempre a distanza, possiamo programmare le modifiche che riteniamo necessarie”.


Proprio le possibilità offerte dalle nuove apparecchiature saranno al centro di una ricerca che il
Centro di Medicina del Sonno sta disegnando per il prossimo futuro, con l’obiettivo di valutare e
analizzare l’uso di dispositivi a distanza confrontando pazienti dotati di apparecchi tradizionali con quelli che useranno gli Auto-CPAP collegati in rete.

È un nuovo tassello per quel mosaico al quale proprio la pandemia da coronavirus ha dato un
grande impulso: la medicina a distanza. L’Associazione Apnoici Italiani ONLUS APS ha infatti
donato al Centro di Medicina del Sonno dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli venti apparecchi
Auto-CPAP capaci di essere sempre on line, inviando dati e ricevendo istruzioni dagli specialisti.
Il bersaglio di questo intervento sono le apnee del sonno (OSA nella sigla Inglese), nelle quali si ha l’interruzione o il rallentamento, eccessivo e ripetuto, della respirazione durante il sonno. Il
fenomeno è causato dall’ostruzione o dalla compressione, completa o parziale, delle vie aeree
superiori.

Questo causa di solito un brusco risveglio perché il riposo viene interrotto prima di
riprendere una respirazione normale. Spesso sottovalutata, la situazione può portare a problemi molto seri, a cominciare dalla sonnolenza diurna, dovuta proprio alla cattiva qualità del sonno. Al di là di avere scarsa concentrazione per tutta la giornata, questa situazione diventa un vero e proprio pericolo, ad esempio durante la guida o durante il lavoro. Inoltre la OSA si associa spesso a un aumento del rischio cardiovascolare.

Negli ultimi anni è stato chiaramente definito l’intervento terapeutico di prima scelta: la
ventilazione meccanica a pressione positiva (C-PAP). Prima di arrivare al paziente, gli apparecchi di questo tipo vengono configurati secondo le istruzioni dello specialista, in modo da adattarli alle necessità specifiche della singola persona. “Gli apparecchi e le maschere che ci sono stati donati dall’Associazione Apnoici – dice il dottor Andrea Romigi del Centro di Medicina del Sonno – aggiungono un elemento importante: sono collegati on-line. Quindi possiamo esaminare a distanza tutti i parametri del loro funzionamento e le eventuali criticità emerse. A questo punto, sempre a distanza, possiamo programmare le modifiche che riteniamo necessarie”.

Proprio le possibilità offerte dalle nuove apparecchiature saranno al centro di una ricerca che il
Centro di Medicina del Sonno sta disegnando per il prossimo futuro, con l’obiettivo di valutare e
analizzare l’uso di dispositivi a distanza confrontando pazienti dotati di apparecchi tradizionali con quelli che useranno gli Auto-CPAP collegati in rete.

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