Siglato il nuovo contratto del commercio: aumento da 85 euro per 3 mln di lavoratori

Firmato tra la Confcommercio e i sindacati Unitari Filcams CGIL,Fisascat Cisl e Uiltucs l’intesa per il rinnovo del contratto collettivo Nazionale di lavoro per i tre milioni di lavoratori del settore del commercio. L’aumento medio al quarto livello a regime (gli aumenti saranno corrisposti con cinque tranche) sarà di 85 euro al mese.

Il contratto ha validità dal 1 aprile 2015 alla fine del 2017 e prevede fino a 44 ore settimanali senza che scatti lo straordinario, per un massimo di 16 settimane con il surplus di lavoro da recuperare entro i 12 mesi. In pratica, l’azienda può chiedere al dipendente nei periodi di picchi di lavoro – con un preavviso di soli 15 giorni – di lavorare 44 ore invece delle 40 canoniche, programmando il recupero dell’orario supplementare nei 12 mesi successivi. In una fase ancora critica per il nostro paese questo accordo, che rinnova il più grande contratto nazionale applicato nel settore privato, dà riposte certe e concrete, indispensabili ad accompagnare la possibile ripresa, introducendo importanti novità sul versante della flessibilità e del mercato del lavoro per le imprese e i lavoratori, in un equilibrio complessivo dei costi per il prossimo triennio. Tra le altre novità, si prevede il contratto a tempo determinato per il sostegno all’occupazione e una reale semplificazione nella flessibilità della distribuzione dell’orario.Include infatti norme sul sottoinquadramento nel caso di assunzione di persone deboli come i disoccupati o coloro che hanno concluso l’apprendistato senza che ci sia stata una stabilizzazione. Con queste persone può essere stipulato un contratto a tempo determinato di 12 mesi con 6 mesi con un sottoinquadramento di due livelli e 6 mesi con un sottoinquadramento di un livello. Il sottoinquadramento di un livello è concesso per altri 24 mesi in caso di trasformazione in contratto a tempo indeterminato. Fino al 31 marzo prosegue la vigenza del vecchio contratto (teoricamente doveva scadere a fine 2013) ma per il 2014 e i primi tre mesi del 2015 non sono previste “una tantum. Le parti inoltre hanno recepito l’accordo sulla governance del 2014 per il riordino degli enti bilaterali territoriali e la valorizzazione del welfare contrattuale nazionale. Si tratta di un traguardo difficile e complesso raggiunto grazie alla determinazione del sindacato a utilizzare tutti i margini di manovra offerti dalla congiuntura per portare a casa il miglior beneficio possibile per i lavoratori.Dopo anni e anni di crisi e di recessione, pagati a caro prezzo dai lavoratori del terziario e del commercio,si riesce a dare un segnale di inversione di tendenza. Il contratto è una conquista tangibile, che riconosce economicamente l’apporto delle donne e degli uomini di un ambito strategico dell’economia italiana e può dare impulso e forza alla ripresa del paese.

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