Sentenza sul “congedo straordinario retribuito”

La Corte Suprema di Cassazione, con la sentenza 29062 del 2017, ha ritenuto illegittimo il licenziamento di un lavoratore, che aveva ottenuto dall’INPS l’autorizzazione a usufruire un congedo straordinario retribuito per assistere di notte la madre malata ai sensi dell’art. 42, comma 5, del D.Lgs. 151/2001.
Il datore di lavoro attraverso investigatori privati, aveva scoperto che il lavoratore, durante il periodo riconosciutogli per il congedo straordinario, di giorno non andava a casa della madre disabile grave, ma rimaneva nella propria abusando del congedo straordinario di cui usufruiva.
Al termine del procedimento disciplinare, il lavoratore è stato licenziato nonostante si fosse giustificato affermando di aver prestato assistenza notturna alla madre, nonostante risultasse dalla certificazione medica specialistica «che la madre aveva tendenza alla fuga, insonnia notturna e tratti di ipersonnia diurna, per cui si poneva la necessità per il figlio di restare sveglio la notte al fine di assistere il genitore insonne ed evitare possibili fughe, già verificatesi in passato».
Con la sentenza n. 29062/2017 la Cassazione ha confermato l’illegittimità del licenziamento, ritenendo provata la convivenza e l’assistenza notturna da parte del lavoratore sulla scorta della certificazione medica che dimostrava come la disabile necessitasse di una persona che restasse sveglia di notte.
Quanto, invece, alle conseguenze di tale illegittimità, la Cassazione ha ritenuto che l’addebito disciplinare mosso al lavoratore (il non aver prestato alla madre l’assistenza dovuta) fosse da ritenersi insussistente, con conseguente applicazione della tutela reintegratoria.
Alfredo Magnifico

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